La sera placidamente si sdraiò su Bellagio e su i due amanti, resistevano solo pochi raggi a riscaldare le spalle nude di lei, lui la cinse per la vita come per dirle:” Io sono qui”.
Due anime sole si sono incontrate in questo mondo.
Volgendo lo sguardo verso il lago Laura spostò le ciglia in un battito, e pure questo gesto inconsapevole Giacomo lo interpretò come un segno divino - perché una donna così meravigliosa si era innamorata proprio di lui?-
Rimasero così, assorti nel tepore di fine estate, in un abbraccio talmente intenso che i loro corpi erano fusi l’uno nell’altro, nel più magnifico discorso senza parole: “Siamo qui, io e te”.
Gli occhi dei due cercarono emozioni dimenticate, i giorni allegri e i “Ti amo” persi.
La bocca di Laura con la sua carnosità si schiuse leggermente per dire qualcosa, ma Giacomo ne approfittò per rubarle un bacio, il suo alito profumato lo travolse in un fuoco che divampò nella sua mente, la sua mano scivolò lentamente a sfiorarle il vestito, poi più in basso, sentiva il calore dei glutei ma non osò andare oltre.
I capelli lunghi di lei danzavano col vento, Laura tentò più volte di ricomporli ma più lo faceva e più sembrava una grande attrice di Hollywood che si prepara sul set, solo che l’attore che avrebbe dovuto baciarla non era una star, ma il suo uomo.
Laura lo prese per mano e lo portò a sé, faceva così quando lo vedeva in uno dei suoi momenti bui.
“ Cosa pensi?” – Non ebbe risposta, ma solo uno sguardo intenso e un’implicita richiesta d’aiuto.
Nella stanza ognuno sembrava intento in una sua attività, con il silenzio per amico, erano due pianeti fuori orbita destinati ad incontrarsi e a collidere, non c’erano altre possibilità, inevitabile quanto prevedibile.
Lui come per scusarsi della non risposta cominciò ad accarezzarle i capelli, poi la nuca, sapeva che le piaceva essere massaggiata, era tenero nel tocco ma minaccioso sul fine ultimo; era una storia verso il tramonto, lo sapevano entrambi, qualcosa era mancato, qualcosa non coincideva, e uno dei due amava meno l’altro.
Questo amore che con tanta cura fù difeso e curato, fù immenso, ma ancora capace tenacemente di legarli, ancora in grado di accendere il fuoco nelle vene, in passato furono una vita nella vita, due cuori puri accompagnati, purtroppo, da menti tormentate, chi in un modo e chi in un altro.
Laura sensualmente si tolse il vestito leggero che fasciava il suo splendido corpo, una gazzella nei movimenti, i seni profumavano come l’aria che entrando dalla finestra spingeva nel cervello l’ultima sera d’estate.
Giacomo cominciò a baciarle la fossetta del giugolo tenendole una mano dietro la nuca, Laura iniziò a tremare, le sue guance avvamparono, i suoi occhi si inumidirono, tentò di ricambiare ma il suo uomo aggredì i suoi capezzoli con famelica brutalità.
Le spinte della lingua si alternavano a lente e prolungate succhiate, avrebbe voluta mangiarla letteralmente, il sapore dei suoi capezzoli gli sembrò irresistibile, si fermò qualche secondo, come in trance ipnotica il suo sguardo si posò sul bianco ventre, quanto l’amava, quanto la desiderava, né uno era superiore all’altro, ma due sentimenti che intrecciandosi uccidevano ogni sorta di resistenza, ogni freno.
Le loro bocche si unirono cercando la vita dell’altro, gli umori di Laura cominciarono a bagnarle le mutandine, iniziò a stringerlo così forte che a Giacomo sembrò doloroso, con due dita delicatamente le fece scivolare lungo le affusolate gambe; così nuda ed eccitata, la sua donna, il suo bene, così vicina.
Sprofondò la sua testa tra le cosce, aveva sempre amato quel suo sapore delicato quando si bagnava, iniziò a leccarla intimamente quasi a volerla scopare con la lingua, il corpo di Laura cominciò a contorcersi e la sua bocca ad emettere godimenti balsamici per le orecchie del suo uomo.
Quanta intensa è la vita in un attimo? Un attimo pronto a spazzare via tutto il dolore, tutte le paure, tutte le vite vissute all’ombra, tutti ruoli da non protagonista.
Ripresero a baciarsi voluttuosamente, lo preferivano a tutto, ma Laura amava il sapore di maschio come Giacomo amava quello di femmina, quindi avvolse con la sue calde labbra tutta la cappella gonfia di sangue, affondò il capo verso quel cazzo pulsante che tanto le aveva procurato piacere, volle leccare ogni sua nerbosità, ogni vena, ed impazziva quando sotto i suoi affondi fino alla gola Giacomo sussultava di piacere.
“Sentire il corpo del tuo amato che gode per te e con te, per tuo merito, per il tuo bene, esiste qualcosa di più grande?” Ecco, questo pensava Laura mentre copiosamente i suoi fluidi uscivano dalla fighetta stretta, come miele che cade dalla ciotola: è doveroso raccogliere tutto con la lingua, così fece lui, passò la lingua tra le superbe natiche da ballerina di Laura, il meraviglioso e sodo culo inghiottì il viso di G.
La prese da dietro facendo scivolare una mano sul monte di venere sostenendola, Laura inarcò la schiena esponendo il più possibile il culetto accogliente, la vista dei lunghi capelli posati sulla schiena fù uno spettacolo atteso, e lui era in poltronissima! Una magnifica visione cesellata nella memoria dell’anima.
Entrava ed usciva dalla sua amata sempre più intensamente, la passione di Laura era incontenibile, voleva essere più attiva, supplicava sesso, supplicava ancora cazzo.
Le mani cercavano territori di pelle, le bocche bramose anelavano il sapore dei sessi, quanto più forte la sbatteva tanto ella desiderava più forte essere sbattuta, così Laura, pensò di pasteggiare a modo suo, si girò e salì come un’amazzone su quel desiderio impazzito.
Asciugò, mentre lo cavalcava, il sudore che luccicava sulla fronte di G. con la lingua, gli prese il viso tra le mani e infilò la lingua nella sua bocca:”Adesso ti scopo io, tu godi e basta”- Il suo orgasmo si presentò più volte.
Quando Giacomo capì il momento, pensò bene di prenderla con veemenza, quei capelli che prima dolcemente accarezzava, ora venivano presi in una mano come coda, tirati con forza affinchè le sue natiche potessero sbattere violentemente contro il suo basso ventre, doveva farle sentire il cazzo nel cervello.
Dolci e crudeli schiaffi sulle chiappe sode cominciarono a dettare il ritmo, Laura riprese ad ansimare, ridivenne la figa da letto, i gesti sicuri e decisi del suo uomo ebbero facile vittoria su una femmina ormai preda di una serie di orgasmi, sembravano susseguirsi sempre più ravvicinati.
Giacomo aveva fame di quella bocca così desiderata quando la sognava ancora sconosciuta, le morse il labbro inferiore, mentre la penetrava, così, faccia a faccia:” guardiamo il godimento mentre dipinge i nostri visi”.
Avrebbe voluto ancora prolungare il piacere dei sensi, ma sentiva che stava per esplodere, riprese a baciarla con grandissima delicatezza, Laura lo guardò, amava questa alternanza fatta di dolcezza e cattiveria, la sua intensa e copiosa eiaculazione le inondò di calore umido, di piacere bagnato la fica, lei accolse con passione la resa del suo uomo con un profondissimo bacio.
Come duellanti esausti si arresero alla stanchezza, nessuna vittima, solo feriti.
Laura e Giacomo si amarono così per l’ultima volta, nessun sconfitto e nessun vincitore, solo l’amara conclusione che è solo l’amore a decidere quando e in che modo smettere di esistere.
Videro in lontananza la barca che veniva a prenderli e, tutto il lago sembrò volerli fermare, voler fermare il tempo. I pensieri erano quelli di un lungo viaggio, vittime di se stessi.
In quella ultima notte bruciarono tutte le promesse, i bilanci sbagliati, i sogni infranti.
Le luci del mattino contornavano la scena in modo struggente, i passi di Giacomo si fecero pesanti fino a fermarsi.
Rimase immobile ad osservarla, così, senza riuscire a deglutire, andando via Laura non si volse.
Cosa resta di una notte erotica se al risveglio diventa il sigillo di un addio?
Forse è stato giusto, cos’altro poteva aggiungersi? Nessuna parola poteva descrivere quello che provavano, nessuna parola sull’ultima volta in cui avevano fatto l’amore con dolore, la consapevolezza della perdita è stato il prezzo di una fallace felicità.
Due esseri soli si sono profondamente amati in questo mondo.
Dedico questo racconto a chi ama, a chi ha amato, e a tutti quelli che non hanno provato mai un sentimento così forte, non fate come me, non lasciate andare via la vostra Laura, fate che si volti.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.