Giulia, che è andata e tornata dall’Albania, si è presa le sue pause, adesso è al lavoro di notte in Via delle industrie, sempre a Monza, all’altezza del distributore Esso, in direzione nord (Arcore ecc.), 45.56 88 14, 9.29 21 76. Con lei c’è pure una piccoletta dai capelli mori con cui non può essere confusa.
La caratteristica resta il fisico molto snello (skinny). Sarà alta 1,65, visino rettangolare un po’ ossuto, capelli biondi raccolti, occhi fra il marrone chiaro e il verde, carnagione chiara, tette seconda scarsa ma proprio due coppette di bel disegno e compattezza, culetto invogliante, fianchi stretti, fresca e tonica sulla pancia, figa depilata con ricrescita. Insomma i 27 anni che dichiara e che sono coerenti con le precedenti rilevazioni sono senz’altro giovanili.
Fa il solito tariffario per il pompino coperto (20), il boccafiga coperto (30), cui si aggiunge una richiesta esosa per il pompino scoperto senza venuta in bocca (50), mentre manca l’anale.
Mi porta in un imbosco vero, non il solito ripiego delle benzinaie, quindi ci si allontana dalla stazione di servizio e ci si ferma in uno spazio non proprio isolato, ma abbastanza protetto e a margine di una stradina dal traffico rado, che consente posizioni in esterni.
Tecnicamente mi è piaciuta di più nella scopata che nel pompino. L’orale, infatti, è un lavoro d’esperienza, che rende il suo effetto sensibilizzante, ma un po’ ripetitivo: in sostanza fa un su e giù dall’adeguata salivazione, dalla buona presa e dai ritmi distesi, usando la mano solo per una sorta di massaggio discendente della base dell’asta e a tratti delle palle. Nella scopata è molto disponibile. Insaliva e prima mi viene su lei, prendendo posizione con destrezza sul sedile guidatore, appoggiandovi cioè entrambi i piedi e aggrappandosi dietro al volante, postura che le fa inarcare naturalmente la schiena, visione assai piacevole. Poi scendo dalla macchina, credendo alla sua rassicurazione che non è un posto in cui si rischia l’arresto, e la impecoro accovacciata sul sedile guidatore, mentre mi accompagna con una simulazione non eccessiva.
Sagittario, ha il carattere solare di quelle persone cui va tutto bene. Sale e si compiace della temperatura fresca, accetta di usare il mio preservativo sottile, commenta all’inizio che va meglio per il pompino che per la scopata, ma poi procede senza storie. È attenta ai gesti del cliente: si sfila subito le mutandine ma, appena percepisce dal movimento delle mie mani che preferisco le tette alla potta, si alza anche il reggiseno. Mantiene una comunicazione costante durante le operazioni. Comincia manipolandomelo, poi dice “lo facciamo alzare al caldo della bocca” ed è buona profetessa. Mentre mi spompina la interpello già sui miei programmi per la ciulata e lei mugola per farmi capire che è impedita dalla bocca piena, al che la autorizzo di buon grado a fare un po’ di mano così può recuperare la favella. Ecco, diciamo che magari è una corrente che consiste più nella complicità divertita che nell’intensità erotica: quando si posiziona davanti a me e recuperiamo quindi la reciproca visione frontale sorride e mi fa “ciao”. Boh, ciao! Alla fine ha fatto mostra delle felice combinazione di esperienza e simpatia che resta l’impronta limpida di questo primo e unico incontro, quando abbiamo discettato di preservativi e ha ammesso che certe soluzioni economiche sono un attentato alla buona riuscita dell’incontro e quando, consapevole anch’io che eravamo andati un po’ per le lunghe, mi ha detto che se al cliente si comincia a fare fretta allora non viene proprio più.
Vi chiederete come possa essere sicuro, sulla base di queste stringate recensioni old style e risalenti a quattro anni fa, che sia la stessa Giulia. Semplice: me l’ha detto lei. Mentre la riaccompagnavo mi ha raccontato delle sue esperienze pregresse e mi ha riferito, con molta naturalezza, che di lei si era parlato in un sito fatto dai clienti di cui ricordava il nome in modo approssimativo, ma in una discussione in cui c’entrava Concorezzo (v. sopra, il collegamento ad altra recensione). Le ho risposto che sarei andato a curiosare fra queste scritture a me ignote.