CITTA': Roma, Tiburtina, Via Luigi Arnaldo Vassallo
NOME INSERZIONISTA: Exotic House
LOCATION : Negozio su strada
NAZIONALITA' : ragazze provenienti dal continente africano
ETA': dai 25 in su
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: sono loro
SERVIZI OFFERTI: ogni genere di massaggio
SERVIZI USUFRUITI : massaggio
RATE : 1VU
DURATA DELL'INCONTRO: 60 minuti circa
DESCRIZIONE FISICA: La mia massaggiatrice era, oggettivamente, esteticamente stupefacente.
ATTITUDINE: Mestierante
REPERIBILITA': buona
FUMATRICE: non so
INDEX: non so metterlo
BARRIERE ARCHITETTONICHE: Nessuna
PARCHEGGIO : complicato
PRIVACY : buona
PULIZIA : buona
Vedo che si parla di questo centro ma senza una vera e propria recensione, perciò ecco a voi il mio contributo.
In questo periodo sto recensendo alcune delle avventure vissute nel corso degli anni, quindi sappiate che la narrazione è figlia di ricordi a volte lontani nel tempo.
Chiamo, prendo appuntamento, mi reco in loco.
Obiettivo: farmi scrocchiare le ossa e salutare di persona tutte le sinuosità che avevo visto sul feed di Instagram del centro in questione.
Appena varcata la soglia mi viene assegnata una ragazza (credo peruviana) non troppo rispondente ai miei canoni estetici.
Sto per avviarmi rassegnato in cabina, quando ecco comparire una Venere Nera.
Senza pensarci troppo, sottopongo alle presenti il mio desiderio di uno switch, e vengo accontentato.
Non ricordo il nome della ragazza, ma rammento molto bene la sua fisicità.
Credetemi: siamo a livelli oggettivamente altissimi.
Entro nella cabina, e uso la doccia per rinfrescarmi.
È pulita, e la biancheria sembra fresca di bucato (poi, vai a sape'...).
Mi spoglio, mi doccio, mi asciugo, indosso il ridicolo perizomino ammazza-virilità, mi stendo, e attendo.
La Venere entra, e inizia a massaggiare usando una quantità di olio sufficiente a impanare e friggere un leone marino.
Fermo, immobile, sotto le sue manovre avvolgenti, mi godo questo trattamento da cucina stellata riflettendo su quanto noi amanti del massaggio, a volte, siamo disposti a porre a lato la nostra dignità nella speranza di sviluppi imprevisti.
Cercavo feeling, ragazzi miei. E l'ho lasciata fare senza puntualizzare. Ma credetemi: ero più unto delle sabbie bituminose del Canada.
Il massaggio procede in maniera standard, con dei momenti da China Center che mi riportano alla memoria gli anni in cui, appena maggiorenne, fui pioniere del settore.
Tutto sembra un caso, ma il copione è ben scritto.
A metà percorso, ci si volta.
E la Venere è proprio bella.
Tanto bella, quanto commerciante.
Propone delle opzioni di evoluzione del massaggio fatte da manovre più specialistiche. Alcune addirittura lontane dal semplice massaggio. Ognuna di queste attività ha un costo di 1VU da sommarsi alla precedente per arrivare a un massimo di 3VU
Ad esempio, scopro in cabina che la mia Venere, se ho ben capito, offre anche dei corsi di lingua per insegnare a chi è interessato i rudimenti dell'arte oratoria Afrikaan con tanto di rilascio di certificato di partecipazione.
Inoltre, sempre se ho ben capito, per una ulteriore VU propone delle lezioni di ballo di coppia.
Insomma, non sono in un centro massaggi, bensì in un centro culturale in cui ogni singola peculiarità della cultura africana può essere studiata e approfondita.
Interessante!
Certo, i corsi sono un po' cari, ma non avvicinarsi a nuove culture quando se ne ha l'opportunità inaridisce l'animo.
Non scelgo il ballo, né le manovre manuali.
Quindi, per esclusione...
Non si era ancora in tempi di Covid, ma evidentemente i titolari del centro ci tengono alla prudenza, quindi venivano usati già allora i DPI.
Nota a margine: in cabina faceva molto caldo e la mia Venere stava soffrendo un po', quindi ha ritenuto di ovviare al problema come da costume nella sua area geografica di provenienza, e cioè indossando un abito tradizionale che ben si abbinava al momento.
Insomma, alla fine della fiera, con 2VU ho ricevuto un buon massaggio e ho arricchito il mio bagaglio culturale.
Non sono mai più tornato al centro.
Troppo specialistici e troppo cari i servizi.
Inoltre la sensazione, che mi faceva male al cuore, che il lavoro fosse non tanto una scelta quanto un obbligo causato da contingenze, mi ha fatto desistere da approfondimenti ulteriori.
Nota a margine: nessuna prestazione extra oltre a quelle elencate è stata proposta né erogata.
Chi spera in un happy ending si rechi altrove, e cioè in centri privati, non su strada. Come d'altra parte è ovvio che sia.
Fiducioso di aver fatto cosa gradita, vi saluto, miei prodi.