Dal punto di vista tipologico, il proto-indoeuropeo nella fase tardo-unitaria era una lingua flessiva o fusiva, con un alto grado di sinteticità (quantità di morfemi per parola). La ricostruzione interna permette tuttavia di intravedere una fase di poco più remota, in cui la protolingua mostrava ancora in gran parte l'aspetto di una lingua agglutinante. Le tendenze che hanno determinato la trasformazione tipologica sembrano ancora in parte attive nella fase più arcaica di molte delle lingue figlie. Fra queste derive strutturali si notano in particolare:
la fusione della posposizione con il sostantivo, che porta all'impianto di nuovi casi (come nell'ittita antico e nel tocario, che hanno rispettivamente nove e dieci casi grammaticali, rispetto agli otto di solito riconosciuti comuni a tutta la famiglia linguistica);
la fusione di forme verbali "ausiliarie" con le radici verbali a formare nuovi tempi o a reintegrare le forme di tempi verbali perduti (come nell'imperfetto latino e nel perfetto debole del germanico)
la tendenza a rendere più riconoscibili le desinenze personali tramite l'agglutinazione del verbo con forme pronominali o avverbi o tramite la generalizzazione nell'uso di certe desinenze di facile riconoscibilità, al fine di rendere trasparente e maneggevole la flessione verbale (così, ad esempio, nel sanscrito la desinenza primaria -mi si generalizza, per la prima persona, sia nei verbi atematici sia nei verbi tematici: as-mi, "io sono", atematico, e tud-ā-mi, "io percuoto", tematico)
Evoluzione storica
la fusione della posposizione con il sostantivo, che porta all'impianto di nuovi casi (come nell'ittita antico e nel tocario, che hanno rispettivamente nove e dieci casi grammaticali, rispetto agli otto di solito riconosciuti comuni a tutta la famiglia linguistica);
la fusione di forme verbali "ausiliarie" con le radici verbali a formare nuovi tempi o a reintegrare le forme di tempi verbali perduti (come nell'imperfetto latino e nel perfetto debole del germanico)
la tendenza a rendere più riconoscibili le desinenze personali tramite l'agglutinazione del verbo con forme pronominali o avverbi o tramite la generalizzazione nell'uso di certe desinenze di facile riconoscibilità, al fine di rendere trasparente e maneggevole la flessione verbale (così, ad esempio, nel sanscrito la desinenza primaria -mi si generalizza, per la prima persona, sia nei verbi atematici sia nei verbi tematici: as-mi, "io sono", atematico, e tud-ā-mi, "io percuoto", tematico)
Evoluzione storica