Non tornavo in questo centro da almeno tre anni perché mi risultava un covo di missili.
Attratto dall'offerta pubblicitaria
https://prato.bakeca.it/det…
ed avendo un po' di tempo libero, decido di riprovare.
Mi apre un puffo, dalle forme indefinite, avvolto in un camice rosa e bardato da mascherina ascellare.
Mi fa disinfettare le mani, mi controlla la temperatura con lo scanner, mi disinfetta con spray abiti e scarpe.
Il centro è piccolo (mi pare un paio di stanze), pareti di cartone a 3/4, privacy zero.
Il puffo mi dice che si chiama Alice e che, per mezz'ora, vuole 30 euro.
Le faccio vedere la pubblicità ma dice che lei "non capisce bene italiano. Pubblicità fa capo".
Va bene, me lo immaginavo.
Naturalmente mi chiede di mantenere la mascherina indossata.
Mi spoglio e mi sdraio.
Il massaggio non è nemmeno tanto male ma per passare da un rilassante ad un romantico, chiede ancora 20 cucuzze.
Naturalmente rifiuto e non ho nemmeno voglia di mettermi a contrattare.
Nel frattempo sento entrare un altro cliente che si mette, invece, a contrattare con la collega (poi saprò che si chiama Gioia).
La contrattazione è lunga e divertente perché si avvia un battibecco con Gioia pieno di espressioni colorite e risposte italo/cinesi piuttosto esilaranti.
Tanto più che l'andazzo che aveva preso la situazione con Alice non veniva certo disturbato da queste interferenze.
L'amica se la sbriga in pochi minuti e la voce mi aveva incuriosito. Finisco con Alice e chiedo di fare un'altra mezz'ora con l'amica.
Questa si chiama Giulia e la transizione è da un puffo ad un boiler tascabile.
Purtroppo, come mi capitò con Aretha Franklin, voce e aspetto non sempre sono in armonia.
Solita mascherina, solito camice rosa, massaggio quasi inesistente ma con maggiore apertura mentale.
Ormai ci sono, scherzo un po' e, in un modo o nell'altro, come si dice, evado la pratica.
Pago, tesserina.
Prima di uscire chiedo di vederle senza mascherina.
Si mettono a debita distanza e.... forse era meglio se non lo chiedevo.
Insomma, si è confermata una base missilistica a DFCON 4
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Mi apre un puffo, dalle forme indefinite, avvolto in un camice rosa e bardato da mascherina ascellare.
Mi fa disinfettare le mani, mi controlla la temperatura con lo scanner, mi disinfetta con spray abiti e scarpe.
Il centro è piccolo (mi pare un paio di stanze), pareti di cartone a 3/4, privacy zero.
Il puffo mi dice che si chiama Alice e che, per mezz'ora, vuole 30 euro.
Le faccio vedere la pubblicità ma dice che lei "non capisce bene italiano. Pubblicità fa capo".
Va bene, me lo immaginavo.
Naturalmente mi chiede di mantenere la mascherina indossata.
Mi spoglio e mi sdraio.
Il massaggio non è nemmeno tanto male ma per passare da un rilassante ad un romantico, chiede ancora 20 cucuzze.
Naturalmente rifiuto e non ho nemmeno voglia di mettermi a contrattare.
Nel frattempo sento entrare un altro cliente che si mette, invece, a contrattare con la collega (poi saprò che si chiama Gioia).
La contrattazione è lunga e divertente perché si avvia un battibecco con Gioia pieno di espressioni colorite e risposte italo/cinesi piuttosto esilaranti.
Tanto più che l'andazzo che aveva preso la situazione con Alice non veniva certo disturbato da queste interferenze.
L'amica se la sbriga in pochi minuti e la voce mi aveva incuriosito. Finisco con Alice e chiedo di fare un'altra mezz'ora con l'amica.
Questa si chiama Giulia e la transizione è da un puffo ad un boiler tascabile.
Purtroppo, come mi capitò con Aretha Franklin, voce e aspetto non sempre sono in armonia.
Solita mascherina, solito camice rosa, massaggio quasi inesistente ma con maggiore apertura mentale.
Ormai ci sono, scherzo un po' e, in un modo o nell'altro, come si dice, evado la pratica.
Pago, tesserina.
Prima di uscire chiedo di vederle senza mascherina.
Si mettono a debita distanza e.... forse era meglio se non lo chiedevo.
Insomma, si è confermata una base missilistica a DFCON 4