Jenny è una ragazza dal corpo affusolato e fine, che la prima volta mi ha detto di avere 20 anni (che dovrebbero essere diventati 21 nel frattempo), alta 1,70 o quasi, magra, capelli biondi lisci o mossi raccolti a coda di cavallo, visino tondo carino. Sempre sexy, quando faceva più freddo impitonata dai pantaloni neri in similpelle, adesso con le gambe snelle e pure il culetto proporzionato e invitante in vista.
Fa il turno notturno al benzinaio Esso di viale Bodio, a destra subito prima del cavalcavia procedendo verso piazzale Lugano, 45.4 981 09, 9.1 673 82.
Albanese, ci si intende abbastanza bene anche se non perfettamente, è gentile, sorridente, cerca di rompere il ghiaccio lei chiedendomi quanti anni ho e che lavoro faccio.
Purtroppo sul fronte della prestazione non mi ha dato quello che speravo, sicché non sono andato oltre un’esplorazione dei servizi standard: 20 pompino coperto in macchina, 30 boccafiga coperto in macchina, 50 boccafiga coperto a casa.
Pompino rudimentale consistente nell’appoggio in bocca e poi su e giù andante di mano che solo alla fine rallenta un po’, ma è anche inutile fermarle la stantuffata, perché ricomincia appena può. La prima notte, l’implacabile movimento riempie d’aria la punta del preservativo, producendo un grottesco pallone che mi avvolge la cappella e non mi fa sentire più niente. Eppure il suo corpo inguainato dal lattex aderentissimo mi eccita in un modo che mi sorprende, la palpata di quella seconda pelle elasticizzata e morbida fa tutto quello che non fa la bocca, sicché non solo vengo, ma già programmo il ritorno per provarla a casa, consapevole dei suoi limiti tecnici, ma curioso di possibili sviluppi.
Qui ritrovo la stessa Jenny mite ma dalla propensione deludente, anche se di nuovo mi meraviglia l’effetto che mi fa. Condivide infatti l’appartamento con una amica e mentre aspettiamo un momento sul pianerottolo che lei esca le tocco il culo, ritrovandomi già ben preparato a fronteggiare il non entusiasmante prosieguo. Non mi offre, infatti, neanche un contatto di labbra o di polpastrelli. Mi fa sdraiare sul letto e poi mi fa il suo pompino, almeno non producendo il pallone, ma spietatamente manuale. Anche fisicamente non mi dà la stessa impressione, di bellezza adolescenziale, che suggerisce vestita: pelle olivastra screziata di piccole macchie, un po’ più molle di quanto mi aspetterei da una ventenne, tette scarse, non mostrate e che non mi ha fatto venire voglia di vedere, qualche minimo, pure malinconico, segno di trascuratezza, come le mani arrossate dal freddo. È, in ogni caso, una ragazza che mi eccita, per cui si può passare senza problemi particolari alla pecorina sul letto, poi alla missionaria, posizione in cui sento l’ispido della ricrescita. Vengo, non aiutato dalla sua simulazione, così esagerata da risultare distraente.
L’imbosco automobilistico non dà garanzie di riservatezza. Senza dettagliare troppo, dico che non offre nessuna interruzione visuale rispetto alla strada trafficata ed è anche abbastanza vicino. Un mio tentativo di infrattarmi dietro una struttura di riparo non incontra la sua approvazione.
La casa è relativamente vicina, ma comunque da raggiungere in auto. Lì non troviamo parcheggio facile e mi lascio convincere alla pirateria di approfittare del posto dei disabili. L’appartamento si raggiunge salendo delle scale a piedi. Lo stabile è dignitoso e ho visto che Jenny è attenta alla pulizia, tanto che con un fazzolettino deterge le orme lasciate dagli stivali dell’amica sul pavimento. Eppure l’arredamento minimale di un monolocale con bagno ad uso solo professionale, due sedie per i vestiti suoi e miei e un letto, la luce molto bianca, mi calano nell’impressione mesta che abitualmente suscita in me quest’arco di circonvallazione, sarà per l’urbanistica più spoglia o per via delle suggestioni personali di una Milano scomparsa, fra il cinema di “Rocco e i suoi fratelli” e la letteratura de “Il ponte della Ghisolfa”, di cui però aleggia ancora un’atmosfera opaca che l’incontro con una ragazza dal fisichino attraente, almeno a prima vista, ma molto impacciata e blanda, non ha dissolto.