Bionda e da poco arrivata (dalla Romania), ancora al lavoro e senza un definito programma di ferie, è ovvio che si tratti di una seconda Anna rispetto alla classica omonima, ma di diversa nazionalità, attiva sempre in viale Umbria a poca distanza. È utile non fraintendere in particolare in questo caso, visto che esprimono due erotismi si può dire opposti, marziale, troppo marziale la veterana, pacifico, troppo pacifico la nuova.
Questa Anna aspetta di notte in una piazzola laterale davanti al supermercato, a destra, prima del semaforo di via Tertulliano, direzione da piazzale Lodi a corso XXII marzo, 45.45 0283, 9.21 27 35.
Qui avevo riferito del suo primo avvistamento, qualche settimana fa:
http://gnoccaforum.com/esco…(stradali-notturne)/
L’intervento è già obsoleto. Le coordinate, infatti, erano sbagliate (di un semaforo). Il tariffario, invece, l’ha cambiato lei, riducendolo ad un’opzione unica: mi ha detto che non lavora più in parcheggio, solo a casa, per il boccafiga, tutto coperto, a 60, anale non disponibile.
Poco convinto da questo genere di listino, incoraggiato tuttavia da un amico, di cui rispetto la scelta, di oggi ancor più di prima, di restare anonimo, e che dunque non accrediterò pubblicamente, la avvicino, contratto a 50 l’esborso e la carico.
Il viso è molto fine, a mio avviso, quadrangolare, capelli biondi lisci oltre le spalle con frangetta, rossetto vivo, carnagione chiara, fuggevole sorriso, lineamenti eleganti. Corpo più maturo dei 22 anni che dichiara: sull’1 e 65, con rotondità lievi ma non levigatissime e morbidamente largite su cosce, chiappe, vita, addome. Seno seconda aperta in cui è bello soprattutto il capezzolo rilevato. Veste un abitino nero corto, senza reggiseno, e tacchi.
Si consuma in uno stabile lontano, che può essere raggiunto solo con un mezzo a motore, spoglio ma non spettrale. Si ascende a scale ad un monolocale dalle pareti imbiancate e decorate da curiosi graffiti di monumenti francesi e statunitensi, lettone con unico cuscino centrale, sedie, tavolino: insieme molto spartano ma dignitoso. Bagno senza la completezza di accessori che si desidererebbe in una casa adibita. Un ventilatore, aiutato dalla notte non torrida, rende più vivibile l’ambiente.
Taciturna, Anna risponde con un sorriso introverso e/o con essenziale amabilità alle mie domande e non me ne rivolge una, ringrazia educatamente ritirando il compenso e in altri momenti in cui il cerimoniale lo richiede. Paziente, ad esempio quando si cerca un parcheggio decente anche se non proprio sotto casa. Rivela qualche simpatico impaccio nella chiusura della porta a chiave, fuori dal portone si incammina sicura in una direzione opposta alla strada in cui abbiamo lasciato la macchina, la richiamo da dietro e si scusa (!).
Anche sessualmente è disponibile ma passiva. In macchina asseconda di buon grado il gesto con cui cerco le sue cosce, ma non interagisce.
Preliminare scarno: me lo maneggia, mentre si lascia toccare e succhiare i capezzoli (con retrogusto amarognolo).
Il pompino me lo faccio fare io in piedi, lei seduta sul bordo del letto, posizione dalla quale non cerca mai il mio sguardo. Si articola in tre movimenti: un tranquillo su e giù, interrotto dallo scostamento laterale dell’asta e pennellata di lingua, poi tamburellamento interno della cappella. Quindi ripete daccapo quasi con diligenza. Sono io che una volta, con un colpetto dall’interno, glielo faccio saltare sulla lingua mentre lo lecca, altrimenti lei non passerebbe dal suo blando movimento a picchiarselo un po’ sulla lingua o le labbra. Procede senza accelerazioni, ma ad un certo punto sa proporre il passaggio alla scopata.
Nonostante usi i Control Senso, che rassicurerebbero contro un effetto ovattante, la penetrazione è resa artificiosa da un’iper-lubrificazione (ben due allarmanti barattoli cilindrici si tiene a portata di mano!), sia del suo pertugio, sia del preservativo! Così invischiata, è il caso di dire, e dopo quel pompino morbido, la scopata all’inizio non è molto appagante. Esco e riparto due volte, trovando comunque nelle chiappe che tocco e lecco (lei è a pecora in modo da sporgerle verso di me), e nella visione ravvicinata della sua intimità, sufficiente motivo di conforto e stimolo. Anche quando, ormai verso il traguardo, spingo in modo più pressante la simulazione resta discretissima.
A me un po’ di coinvolgimento è mancato. Lei comunque, almeno al momento, lascerà inappagati i cacciatori di tigri, piacerà a chi fantastica della giovane donna esitante, riservata ma affabile, accondiscendente a letto ma un po’ trattenuta. Congedo coerente: al ritorno le chiedo se le piace la musica dell’autoradio, un pezzo strumentale di età classicista che non ho identificato. Sì. Perché? Indovinate: è tranquilla!