Occorrerebbe la poetica salumiera di Bigas Luna, cui ho rubato il titolo della recensione, per formare un’immagine esatta dell’estetica della materia di Tea.
Lavora di giorno, non ho verificato a che orario comincia mentre ho l’impressione che stacchi più tardi delle altre, perché una volta l’ho caricato già alle sette di sera. Si mette lungo la Binasca, a Carpiano, in due stazioni differenti: o nella piazzola subito prima dell’intersezione con la Valtidone, direzione da Francolino verso Siziano, 45.33 7982, 9.2 54 101, o poco più avanti, alla rotonda sotto il cavalcavia lato nord/Milano.
È una morettona di 24 anni dichiarati, alta sull’1,70 per 70 chili circa, dalle spalle ampie, mostra ovviamente delle sovrabbondanze, sensibili sulla pancia, ma nel complesso un’elastica pienezza, nel culo e soprattutto nelle cosce, secondo me il suo pezzo di pregio, tornite ma ben levigate come due solenni prosciutti. Terza di seno a pera pesante ma adeguatamente stagna al tatto. Questa carne è dischiusa da abiti provocanti e succinti: le ho visto indosso minigonne sgargianti, shorts neri, mutandine azzurre di pizzo, un body a rete fine nero (con qualche smagliatura) ecc., mentre le cosce di regola sono, appena possibile, scoperte. Il viso è un tondo paffuto, incorniciato da un caschetto lungo, diciamo così, occhi marroni, rossetto accentuato, lineamenti in cui sembra che una mano misteriosa abbia inciso una sensualità che purtroppo non si ritrova con pari intensità nella prestazione che rende.
È simpatica, sorride, apprezza l’approccio cortese, fa apprezzamenti (sei magro), ti pone domande dirette (dove abiti, che lavoro fai), anche se magari la volta successiva te le ripropone identiche, quindi è un po’ un parlare per parlare, ma sa intuire l’identità della persona che ha di fronte. Consapevole del fastidio che ci dà l’atteggiamento di quella che si immerge nel suo cellulare e non spiccica parola, sceglie programmaticamente un diverso contegno. Albanese, conosce abbastanza bene l’italiano, ma lo parla con un curioso difetto di pronuncia, che invero potrebbe avere anche una nostra connazionale, una sorta di risucchio su certe lettere, risucchio che è un peccato, devo rilevare di nuovo, non torni quando applica la sua bocca ad arte diversa dall’espressione verbale.
Lavora solo coperto e fa il pompino a 20, il boccafiga a 30, l’anale solo in albergo, dove chiede 100 per un’ora (almeno teorica) tutto compreso. In due occasioni ho gustato la prima e poi la seconda pietanza nell'ordine dell'elenco, appunto per 20 e 30 euri.
L’imbosco è il solito della zona, fra campagne e cemento armato delle infrastrutture viarie, lontano dal luogo di ingaggio, raggiungibile mediante stradina agricola ultimamente alquanto dissestata, in cui con lei sono stato abbastanza tranquillo (solo nella prima occasione c’era anche un altro avventore con collega, ma lo spazio non manca). Quanto alle forze dell’ordine, mi limito a constatare di avere sempre beneficiato di una apparente situazione di tregua.
Scopre spontaneamente il seno anche per il solo pompino, lasciandomi godere, di polpastrelli e di labbra, dei suoi capezzoli. L’inguine, depilato con qualche approssimazione, lo denuda solo in occasione della scopata. Accetta di usare i miei preservativi. Dopo una breve palpazione preliminare, copre ed effettua un ripetitivo saliscendi, condotto fino a due/terzi dell’asta, con aiuto manuale, interrotto da un’unica variazione, la seconda volta: una leccata lungo l’asta. Lei è disponibile almeno alla pecorina e alla missionaria all’interno dell’abitacolo, io preferisco la prima. Non usa lubrificanti artificiali, ma insaliva un po’. È massiccia e questo non aiuta a trovare subito la posizione, prima mi volta le spalle restando sul sedile passeggero, poi invece si stende meglio fra i due sedili anteriori reclinati, allargando le gambe. Ho bisogno quindi di un momento per recuperare la tensione erotica che questi preparativi hanno allentato, ma mi bastano le sue forme posteriori, offerte alla vista e al contatto, sicché finalmente la penetro, spingo su quella gradevole massa e concludo soddisfatto. Ritira lei i resti.
È fumatrice.
Copioni da proporle: fantasie della carnalità e della cordialità, non del virtuosismo tecnico.