Nella postazione storica dell’Esso della Paullese vedo una biondina che non conosco e della quale non ricordo la recensione. Il punto a me risulta amministrativamente (dalla verifica del civico della stazione di servizio) in territorio di Settala, ma per tutti i maniaci del puttantour credo sia più facilmente identificabile come il benzinaio che ci si trova a destra, procedendo verso Milano, dopo la rotonda del Charlie e prima dell’intersezione con la Cerca; le coordinate le ha già fornite il nostro esperto della zona Panino76, che saluto.
Si presenta con un nome che, dopo la disquisizione figologica con l’eximius professor dominus Porcellinus, registro anche come Natalie, precisando che lo pronuncia all’inglese e non alla francese. Francamente non saprei perché abbia rivestito di una banale patina internazionale un nome che, dal momento che ribadisce l’origine moldava (?), avrebbe potuto concepire come Natalia o Natalina.
Ha capelli biondi lisci lunghi, forme minute, un 1,65 circa d’altezza per 50 chili, viso carino, dalla linea quadrangolare, vivificato dagli occhi azzurri, ma con dentatura non bella e soprattutto lineamenti un po’ più segnati e la pelle più rilassata di quanto mi aspetterei per i 24 anni che dichiara. Il seno non me l’ha fatto vedere spontaneamente, coperta com’era per fronteggiare la serata piovigginosa, e il resto del corpo è proporzionato nella sua linea assai asciutta.
Servizi coperti completi: pompino a 20, boccafiga a 30, culo a 50, un’ora d’albergo a 100, 150 (!) per includervi l’anale. Sull’orale scoperto è stata molta ambigua. C: Lo fai? N: Sarebbe 50, ma 50 non li vuole pagare nessuno e quindi… (“e quindi chiedi meno!” avrei voluto suggerirle). C: in albergo lo fai? N: dipende…, se sento odori che non mi piacciono (stavolta penso ad alta voce che non mi parrebbe impossibile farsi semplicemente un giretto preliminare in bagno). Insomma, questa è cosa da contrattare e che io non ho perseguito, ingaggiandola per il pompino coperto a 20, che è diventato cammin facendo un boccafiga coperto a 30.
Mi porta in un imbosco vero, non quello che penso abbiano sperimentato tutti, almeno in occasione del primo approccio, caricando le ragazze del benzinaio: lontano, in fondo ad un vicolo (cieco), nella zona industriale spopolata. Mi dice che ha preferito (sebbene in origine ingaggiata per il solo pompino), perché in giro ci sono i carabinieri, non erano sfuggiti neanche a me che ho fatto apposta un paio di giri di sicurezza, e lei sottolinea la sua premura: a me non fanno niente, ma è per te…
Non racconta molto di sé, ma è tranquilla e non rinuncia a instaurare il minimo di dialogo che la strada fatta insieme consente. Menziono le quattro o cinque ragazze da me conosciute del gruppo che negli anni ha ruotato attorno a quel benzinaio, e ad altre postazioni intercambiabili, commentando che mi pare di tornare alla mia infanzia (quando la Paullese era il mio gioco preferito), a tal punto mi sopraffanno i ricordi, e lei si interessa delle mie impressioni circa le loro notevoli differenze caratteriali. Vediamo in Paullese un veicolo che procede a fari spenti e lei inquadra subito il tipo appena uscito un po’ confuso, diciamo così, dal Las Vegas.
Il trattamento non ha acquisito nel tempo particolari meriti tecnici. Non si spoglia di nulla. Il pompino è un su e giù aiutato di mano e a tratti più una sega con appoggio in bocca, anche se perlomeno non è arrivata a suscitarmi il dubbio che neanche me lo succhiasse. Ma il cazzo, questo mistero senza fine bello, ha logiche spesso impredicibili, e la sua aria da mite giovane signora magrolina, con microgonna fantasia, coscette e culetto elasticizzati dal collant, su cui già aveva allungato le mani, mi fanno montare un desiderio che un pompino del genere avrebbe potuto non suscitare in 30 minuti, e presto mi viene voglia di scoparla. Accetta di venirmi su lei sul sedile guidatore: è agile, anche in questa fase non si scopre come una tempesta di passione, nel senso che cavalca in modo piuttosto soft, non lo infila mai dentro tutto, quindi non la sento schioccare decisa sulle gambe, però riconosco che questa lavorazione accentua la sensibilità della cappella e vengo lietamente. La potta è depilata e l’intimità non è stata funestata da cattivi odori.
Porta con sé, dopo avermi chiesto se non volessi pensarci io, i resti.