Mi ero ripromesso di carpire almeno un pompino nel territorio di Melegnano per celebrare la scadenza dei termini dell’ordinanza con cui il sindaco, nell’aprile scorso, aveva fatto calare il solito divieto sul meretricio di strada. Un pompino liberatorio, di festa e a prova dell’inanità della normativa con cui amministratori depressi, repressi e repressivi vorrebbero contrastare la libertà della relazione sessuale.
I termini di validità erano fissati alla notte di Capodanno, ma in quei giorni non c’erano ragazze con cui mettere in opera l’idea.
Dopo l’Epifania, il primo ciack non è riuscito da cineteca. I buoni copioni hanno bisogno di attori e attrici all’altezza e Angela (da non confondere, per fisico, postazione e soprattutto prestazione con l’omonima già censita nello stesso comune da Cunny) mi è parsa una brava ragazza ma non un’appassionata interprete di sogni erotici da realizzare.
Notturna, attende i clienti nel tratto urbano della via Emilia, procedendo da Vizzolo verso Milano prima del semaforo dell’incrocio con via Montorfano, dove si trova quel largo parcheggio delimitato dagli alberi lato strada, circa all’altezza dell’edicola, a destra, con la comodità di una corsia di sosta utile per fermarsi a parlare, coordinate 45.36 2952, 9.32 6253.
Dichiara 27 anni, magari calati di qualche unità, alta sull’1,65, capelli lisci lunghi ramati, viso dai contorni un po’ squadrati, la mascella ad esempio, ma nel complesso carino, con qualche inevitabile traccia dell’età sulla pelle, occhi verdi, fisico snello proporzionato con quegli arrotondamenti sui fianchi, le cosce e le chiappe che intervengono spesso quando non si è più giovanissime. Veste abiti invernali molto coprenti, fra cui sono degni di nota solo gli stivaloni al ginocchio.
Con lei lavora una morettona per me meno attraente.
Non fa niente di scoperto: pompino a 20 (per cui la ingaggio), boccafiga a 30, anale a 50, 100 per un’ora d’albergo.
L’imbosco è un parcheggio lontano, presso una palazzina ma a distanza di sicurezza anche da quella e comunque senza che il passaggio di anima viva, sebbene non sia tardissimo, ci disturbi.
Angela è mediamente simpatica, nel senso che si pone in modo sorridente e tranquillo, ma sostanzialmente passivo: replica alla mia curiosità con il solito indovinello sulla sua età, mi racconta qualcosa di sé, che è rumena, appena rientrata dalle ferie, ma solo rispondendo alle domande, e a fine operazioni si perde subito nei contatti social del suo telefonino (se possiamo chiamare così questo tipo di computer tascabili).
Nella prestazione riscontro lo stesso scarso slancio. Non si spoglia e posso al massimo palpeggiarla qua e là. Dopo avermelo maneggiato brevemente, apre la busta del preservativo e la lascia sul cruscotto, quindi incappuccia e inizia uno strano pompino, cui è difficile attribuire questa definizione: in sostanza tiene appoggiata in bocca la cappella, ma l’unica azione che avverto è una sorta di blando massaggio discendente lungo l’asta effettuato mediante i polpastrelli. Ad un certo punto sono io che, temendo di restare al palo per ore, le chiedo di segarmi e poi, tanto per cambiare, di fare un po’ più forte di come sta procedendo. Sì, posso apprezzare che non me lo pesti come quelle che sembrano proprio ripromettersi di staccarlo, però, via, un po’ più di convinzione. Ecco, così cominciamo a intenderci, me lo riprende in bocca fino a quando, anche grazie all’uso dei miei preservativi ipersensibili, alla piena concentrazione e alla motivazione politico-erotica del gesto di sberleffo al sindaco, raggiungo l’orgasmo, allorché perlomeno non stacca subito.
I resti me li lascia in macchina: mi ha sfiorato il pensiero di dedicare anch’essi al signor sindaco, senz’altro un omaggio meritato, ma per non essere biasimato dagli amici del forum li ho smaltiti civilmente nel cestino dei rifiuti di un benzinaio.