La incontro in viale Lunigiana, 45.49 1809, 9.20 4983, procedendo dal sottopassaggio della ferrovia verso Melchiorre Gioia, a destra, all’altezza della fermata dell’autobus, prima del semaforo dell’incrocio.
Copre il turno notturno che mi dice di protrarre fino alle cinque del mattino.
Si presenta con un nome singolare: Bora. Le chiedo esplicitamente, temendo di aver capito male: Bora o Dora? No, proprio Bora, con la b “come buona”, mi dice con un ammiccamento autocompiaciuto. A me, invece, era già venuto in mente il vento.
Fa professione di nazionalità albanese.
In altezza supererà di poco l’1,60, in strada sembra di più ma è tacco. Dichiara 20 anni, ma la smentisce il suo stesso sorriso, incorniciato da due linee che non compaiono agli angoli delle labbra prima, perlomeno, dei 25. Spogliata conferma: linea snella, cosce proporzionate, chiappe ovali piacevoli ma che sentono la gravità e una prima di seno tutt’altro che marmorea (tanto che lei, con mestiere, pure quando si spoglia tiene il corsetto che la sostiene). Viso carino, dai profili quadrangolari, carnagione chiara, piccoli occhi azzurri evidenziati discretamente dall’ombretto, capelli castani scuri con qualche ciocca più chiara (dice il suo colore naturale), lisci e lunghi una spanna oltre le spalle, nasino arcuato, rossetto accentuato, fondotinta denso ma senza ulteriore coloritura del trucco. Potta perfettamente depilata.
Di provocante indossa solo i pantacollant traforati, peraltro con sotto una spessa calza color carne, sopra la vita è copertissima perché molto freddolosa. Di particolare a casa noto delle scarpe color oro super-taccate accessoriate con globi a speroni, forse per richieste particolari.
Non è priva di esperienza pregressa, in un’altra città italiana e all’estero, ma in viale Lunigiana è arrivata da un mese.
Il modo in cui presenta il tariffario sembra quello di una principiante, forse sconta l’arrivo recente. Chiede 30 per il pompino con preservativo e 50 per il pompino nudo, ma quando le domando se si lascia venire in bocca tergiversa: non le piace, dipende se è una notte che non ha lavorato ecc.; 30 per il boccafiga-protetto; a casa 50 per il boccafiga protetto, 70 se si vuole il preliminare orale scoperto. Interpellandola sull’anale tentenna di nuovo: dipende se l’arnese è piccolo, medio o grosso. Ma ragazze care, quando illustrate l’offerta sia il vostro parlare sì sì no no. Se è sì in generale e poi uno si colloca proprio su standard taurini vi sottrarrete lusingandolo per compensazione. Se è no in generale e arrivate a fidarvi di un cliente collaudato (per dimensioni, approccio e mance) lo farete contento. Invece questo sì, no, non so, forse, vedremo, fa subito passare la voglia di insistere, perché resta solo da scegliere fra il fastidio di essere rimbalzati o quello di venire iscritti al partito dei microfallici ammessi all’intimità deretana con la signora.
Io le ho pagato un pompino coperto in macchina, contrattato a 20, e, visto che mi aveva soddisfatto, un boccafiga protetto a casa, per 50.
La casa è oltre viale Zara. La macchina la sistemiamo in modo non esemplare, codice della strada alla mano, però senza i patemi che ho provato in altre occasioni. Si sale ad un piano alto ma servito da ascensore, per entrare in un grande appartamento con camera adibita, riscaldata da una piccola stufetta elettrica che sopperisce allo spegnimento notturno dei termosifoni, illuminata da una luce bianca senza gradazioni erotizzanti, spoglia a parte l’arredamento funzionale: letto matrimoniale, sedia per lasciare gli abiti, credenza sormontata da uno specchio collocato utilmente sul lato della stanza opposto a quello della testata del letto.
Il parcheggio per la consumazione in macchina è lontano dal luogo di ingaggio, non deserto di altre auto, ma privo di movimento almeno durante la nostra permanenza, dunque tranquillo.
Quando si passa alla prestazione si tocca con mano che non è una principiante.
Il pompino è un saliscendi sensibile, condotto in profondità, anche se non fino alla radice, ben lubrificato, ritmato da un sonoro risucchio (cui ho fatto caso in particolare in macchina, forse per la povertà di altri stimoli sensoriali), privo di intrattenimenti intercalari di lingua ma con qualche variazione dell’inclinazione della testa rispetto all’asta (almeno a casa, dove ha la comodità di farlo accosciata sul bordo del letto a me in piedi), qualche stimolazione anche ai testicoli e garbato scivolamento della mano. In macchina procede senza preliminari degni di nota e svestendosi della sola giacca.
Quando siamo andati a casa è risultato tutto più coinvolgente. Innanzitutto già il viaggio si è sviluppato come autentica preparazione erotica. Si lamenta del freddo ma ai bocchettoni dell’aria calda presto preferisce il mio inguine, commentando che è caldo, come il suo, cosa che saggio immediatamente. Procede quindi ad una avvolgente palpazione circolare per cui l’uccello che, riscontra Bora, “dormiva”, subito leva la testa. Completiamo l’opera aspettando l’ascensore: io, le mani sui suoi fianchi, sono dietro di lei che un po’ me lo preme passandosi la mano dietro la schiena, un po’ asseconda lo strofinamento del mio uccello sempre più duro sul suo culo con belle controspinte e mettendosi in punta di piedi perché, avendo sostituito in macchina gli stivali con le scarpe basse, non arriva in modo naturale all’altezza ottimale. Intanto, siccome anche al piano terra si aprono porte di appartamenti, mi diverto a pensare ad eventuali vicini ficcanaso che stanno seguendo questa ragazza per trovare conferma dei loro sospetti circa il suo lavoro e si possono godere, dietro gli spioncini, uno spettacolo un po’ più ricco del solito. In ascensore mi intrattiene nello stesso modo.
In casa ci denudiamo rapidamente, senza movenze da spogliarello da parte sua. Pur essendo io già su di giri, me lo lavora ancora con una vigorosa sega, entrambi in piedi e molto vicini. Passiamo al pompino di cui ho già illustrato la tecnica. Dopo una lubrificazione con apposito gel, di cui a dire la verità non ho avvertito l’esigenza nel momento della (facile) penetrazione, e qualche mia verberata d’uccello sulle sue natiche, passiamo alla pecorina, durante la quale lei, su mia richiesta, mi fissa ridente nello specchio. Segue una missionaria in cui, oltre a guardarmi roteando la lingua, mi solletica i capezzoli fino alla venuta. Accompagna con una simulazione discreta.
Accetta di usare i miei preservativi.
Quando abbiamo consumato in macchina non si è preoccupata di ritirare i resti.
È fumatrice, ma me lo dice lei, non l’ho mai vista con la sigaretta in bocca nel tempo che abbiamo passato insieme.
Segno zodiacale: Gemelli. È una tipica mercuriale molto comunicativa a livello verbale, prossemico ed erotico. È simpatica, ti fa complimenti e ride di gusto, ma con naturalezza, per le semplici battute e le tipiche situazioni di questi incontri: quando la prima volta, riportandola a destinazione, già a metà strada mi accorgo di avere la patta aperta, che smentirebbe ogni scusa qualora una pattuglia facesse ancora in tempo a fermarci; quando la invito a rimuovere le spesse tende alle finestre che impediscono ai suoi vicini di girare film porno con le sue prestazioni. Mi racconta anche del suo Capodanno, cena e ballo, senza scopate tiene a precisare; per forza, replico, per te è lavoro, altrimenti non ti sembra neanche festa. La seconda volta forse era anche più sciolta: non ho notato frettolosità dei gesti, neppure ad operazioni concluse. Si è profumata, si è passata la crema idratante per le mani, di cui ha gentilmente spremuto una riga anche sulle mie mani, offerta che non ho rifiutato, mentre il rossetto lo ha ravvivato in macchina. Ho notato che parlando è portata a cercare spontaneamente la vicinanza e il contatto, con la mano e il braccio, dell’interlocutore che le siede a fianco.
Target: chi, almeno occasionalmente o fra esperienze d’altro segno, cerchi, più che il corpo smagliante, la complicità comunicativa ed erotica.