Nella nebbia, a tarda notte, quando tutte le altre sembrano scomparse, intravedo che la celebre pensilina di Francolino di Carpiano, a destra dopo la rotonda del Roadhouse provenendo da Melegnano, 45.34 6579, 9.27 860, non è deserta. La ragazza è vestita da freddo e non esibisce nulla di provocante. In sostanza è una silhouette scura che emerge dalla caligine, con pantacollant e giacca in tinta, che tuttavia richiama alla reciproca conoscenza. È alta sull’1,60 65. Il viso è grazioso ma non di linea finissima, ha qualcosa della montanara anche se viene da una città di mare dell’Albania: è un ampio ovale con zigomi pronunciati, un po’ dentona. Ha carnagione chiara, capelli neri lunghi e lisci, occhi marrone chiaro. Spogliata svela una seconda di seno fresca e un po’ di pancetta; sul resto del corpo mostra curve proporzionate ma non asciuttissime.
Non è una delle presenze storiche: si presenta come Denisa (ma scrivo anche la variante di Denise perché altrimenti chi in futuro la cercasse ricorrendo alla grafia più prevedibile non la troverebbe), 20 anni, in Italia da due mesi, quando ci siamo conosciuti alla terza notte a Carpiano, dopo qualche settimana di attività a Dalmine che mi pare non abbia lasciato traccia nel nostro forum.
Il tariffario è limitato: fa tutto coperto, il pompino a 20, il baccafiga a 30, l’anale no, in albergo chiede 100 per 30 minuti, 200 per un’ora. Noi faremo il boccafiga in macchina.
Sbircio la marca del suo preservativo, Pamitex, dunque passabile, però le chiedo, e lei accetta, di usare il mio. Mi mostra il seno a richiesta, con un’aria da “proprio perché sei tu”, ma capisce che dopo avermi chiesto un passaggio verso casa, ora che è l’una e mezza e lei si appresta a staccare, non potrebbe rifiutare. Dopo che le faccio togliere la busta del preservativo dal cruscotto, dà una scrollatina di mano all’uccello e comincia. La tecnica è semplice: usa anche la mano e non varia con la lingua il su e giù, però registro una presa efficace e non superficiale, e una velocità moderata. Nel complesso, comunque, forse anche grazie all’aiuto di un goldone ben scelto, il pompino fa rapidamente il suo effetto. Per scopare mi viene su lei agilmente sul sedile guidatore, potta liscia un po’ strettina sul momento, presto più accogliente, mi conduce, simulando qualche mugolio, a soddisfazione. In sostanza, non è una principiante imbranata, certo la tecnica è migliorabile, ma apprezzo la sua placida disponibilità.
L’imbosco è un vicolo della zona industriale, abbastanza appartato, non nel deserto nebbioso, ma dove ad operazioni in corso ci raggiunge un collega-cliente con collega-ragazza per fare le loro cose immagino molto simili alle nostre.
I rifiuti mi resteranno in macchina.
Danisa trasmette una simpatia fresca, anch’essa da neofita, che confido non guasti: ti chiede di lavoro e famiglia, parla un po’ di tutto, ogni tanto con qualche divertente svarione (discettando di gusto per le macchine in Italia e Albania si inventa una modello automobilistico-shakespeariano, la “Giulietta e Romeo” dell’Alfa). Soprattutto mi conforta il suo ottimismo. Non si può dire che trasmetta una corrente di entusiasmo perché non è spigliata con la lingua e quindi viene a capo poco alla volta dei suoi pensieri, però è sorridente e soprattutto ha un approccio positivo alla vita. In Italia si trova bene, Carpiano è un posto tranquillo dove lavorare, Milano è una bella città, i clienti milanesi sono gentili, il preservativo che le ho dato aveva un sapore buono… Insomma le piace tutto. Non per questo pare una fanciulla che crede o finge di credere alle favole, come dimostra quando accenna all’origine del nuovo capitale albanese. In modo meno leggero, racconta della sua vita, studi e aspirazioni, di nuovo con partecipazione e senza tendenze al piagnisteo. Così anche se il passaggio in auto è stato un po’ complicato alla fine dalla circostanza grottesca che, arrivati a Milano, lei per prima non sapeva più orientarsi con sicurezza verso la sua meta, è stata davvero di compagnia durante il rientro, alleggerendo il tempo di una di queste traversate della tarda notte.
PS. Carissimi, accompagno questo ritratto con i saluti, perché per lavoro starò lontano da Milano, e dalle sue strade, per un paio di settimane. Sarà già tanto se riesco a leggervi di tanto in tanto. Ci risentiamo per gli auguri di Natale, spero. Intanto, mi raccomando, fate i bravi, ciulate continuativamente e riferite nel dettaglio!