Continua il ciclo delle Daniele di questo settembre, nella circostanza mediante sconfinamento in questo tratto di Valtidone, a rigore già in provincia di Pavia, ma che vedo noi milanesi ci siamo annessi d’autorità.
Per identificare la piazzola di sosta sono esaustive le informazioni già reperibili nella discussione, facendo riferimento alle coordinate 4 5 . 3 2 2 6 7 1 , 9 . 2 5 9 6 7 1. Daniela sta a fianco o dietro o dentro la sua auto, una delle piccole della Mercedes di colore chiaro. Il luogo in cui la si carica, come è evidente, non è granché: trafficato, se la manchi, perché impegnata o intervistata da altro avventore, dovresti fare un giro dell’oca fra le rotonde di Landriano e Carpiano per recuperare la posizione senza infrangere il codice della strada.
La noto, in un paio di passaggi, che or s’accoscia e ora è in piedi stante, in shorts, e la trovo molto attraente, come già in precedenti occasioni allorché però non mi ero fermato, magari impegnata a fumare o in altre pose quando più discrete, quando più volgari. Il fisico è quello che mi piace di più, quello di una giovane molto snella e flessuosa, come la si è descritta, per me è alta fra 1 e 60/65 escludendo l'apporto delle scarpe chiare e aperte a tacco alto, proporzionata in tutte le sue curve post-adolescenziali, con un bel viso dalla reminiscenza volpina, capelli neri lisci, occhi marroni, carnagione scura. Si è calata l’età a 22 anni. Era arrivata da poco (attorno a mezzogiorno), questo aiuta, comunque l’ho trovata ben curata: profumata, pelle liscia, si rifà il rossetto, lasciato sul goldone, al ritorno.
Note ulteriori del tariffario già pubblicato concernono la richiesta di un sorprendente supplemento di 10 euri per la pecorina e per la scopata con lei che ti monta (quindi 40), che evidentemente stima come posizioni più impegnative; 100 per mezzoretta d’albergo. L’opzione più singolare, così rara fra le diurne extra-urbane, è quella degli 80 euri per andare a casa sua. Non è cifra che metto sul piatto al buio e mi sono accontentato di un avaro pompino protetto a 20. Però una volta che si è appurato bene cose è disposta a offrire, come si rapporta con il cliente, come computa i tempi ecc., potrebbe essere da valutare.
È gentile, sorridente, ma non espansiva. Parte con qualche diffidenza, chiedendomi se sono italiano, che motiva con un paio di disavventure che le sono occorse.
L’imbosco è lo slargo di una strada agricola lontano dal luogo d’ingaggio, molto tranquillo per il tempo in cui ci siamo trattenuti.
Mi riserva un’applicazione molto routinaria. Non si spoglia e io mi accontento di toccarla nella vellutata superficie dell’interno coscia, favorito dalla posizione sulle ginocchia che assume sul sedile passeggero. Usa sempre gli pneumatici della Serena, stavolta giallo limone. Calza l’uccello moscio, fa un movimento ripetitivo con le labbra e però me lo fa diventare bello duro innanzitutto perché mi coinvolge la vicinanza del suo corpo e guardarla succhiare scostandole i capelli; e poi perché le riconosco che, nonostante tutto, non è un contatto privo di capacità sensibilizzante o in cui senti meramente l’attrito. Usa la mano solo per una breve accelerazione in fase avanzata, quindi riprende in bocca e mi fa venire soddisfatto.
Si fa riaccompagnare nella piazzola che fronteggia, nella direzione di marcia opposta della provinciale, la sua abituale area di sosta. Prima di uscire mi chiede se preferisco che si prenda lei l’involtino che il nostro amore ha generato. Accetto senza confidare, invero, in chissà che linea della rigenerazione dei rifiuti, però non prevedendo nemmeno una filiera così corta. Lei infatti, quasi giustificandosi, lo lancia subito nell’oscena discarica che dilaga nella piazzola.