Divenuta la via Emilia, in questo periodo, una delle mie arterie vitali, ci torno un’altra notte nella speranza di fare buon sangue. Vedo Catia appena entro nel territorio comunale di Vizzolo Predabissi, dopo l’ultima rotonda di Melegnano a destra provenendo da Milano e procedendo verso Lodi, 4 5 . 3 5 5 5 4 5 , 9 . 3 3 6 4 0 2, a bordo strada in assenza di una vera e propria piazzola. Avevo intuito che fa coppia con la già recensita Roxana e quindi mi immagino cosa potrà attendermi e su cosa non è il caso di farsi tante illusioni: non mi sbaglierò.
È una ragazza minuta, dice di avere 24 anni e ci stanno, attorno all’1,60, ben proporzionata, sotto i 50 chili, abbronzata, capelli biondi a coda di cavallo, occhi marroni, viso carino, piercing sopra il labbro, esteso tatuaggio sulla schiena all’altezza delle reni. Sveste un top rosa e una culotte nera, non provocante ma sportiva, che ne esaltano la snellezza e le darebbero l’aspetto, ad ora meno tarda, di quelle ventenni alquanto fanatiche che corrono a bordo strada preoccupate di conservare la pancia perfettamente piatta. L’impressione infatti è un po’ questa, quella freschezza dinamica che costituisce in qualche modo il vivente ritratto di Dorian Gray a disposizione del puttaniere di mezza età, cui cedere magicamente qualche ruga interiore ed esteriore, rubandone qualche tacca di giovinezza, grazie al sortilegio della venuta in bocca.
La nazionalità dichiarata è “metà ungherese e metà rumena”, e non domandatemi, perché a mia volta non me lo sono domandato, che biografia, o che fantasia, questo significhi per una ragazza nata a Craiova.
È un’estroversa un po’ spiccia, che sorride, parla, ma senza molta iniziativa autonoma e senza dedicarti attenzioni particolarmente aggraziate.
Fa il pompino coperto per 20, il boccafiga coperto per 30, il pompino scoperto comprensivo di venuta in bocca per 50, un’ora d’albergo per 100, niente da fare per l’anale. Contrattiamo: 40 euri per il pompino scoperto vanno bene ad entrambi e andiamo.
Ci si apparta in un parcheggio abbastanza lontano e condiviso con almeno una collega, uno spazio aperto però senza passaggio, con qualche alberello e qualche auto per mimetizzarsi.
Il pompino è, nel bene e nel male, uguale a quello della sua citata amica: ripetitivo saliscendi, ritmato spietatamente dalla mano, che non fa sentire i denti, ma non potrei definire delicato; finale però apprezzabile, senza la minima schizzinosità, resta attaccata a lungo, avvolgendo poi la cappella nel fazzolettino, e nemmeno si affretta a sputare a sua volta in altro fazzolettino, anzi dà una mezza risposta, un po’ comica, ad una mia domanda a bocca piena.
I residui dell'incontro li butta sfacciatamente sull'asfalto.
Alla fine mi chiede un passaggio per potersi comprare una bibita e una merendina al primo distributore alloggiato presso un benzinaio, sicché valichiamo il confine fra i comuni di Vizzolo e Melegnano, cui sono molto attento perché è un confine fra quello che resta della civiltà del diritto e della libertà e un territorio di vigenza di una delle famigerate ordinanze. Dopo averla riaccompagnata definitivamente, sulla strada del ritorno, ho il piacere di constatare che solo per qualche minuto gli obblighi di cavalleria non mi hanno omaggiato di un incontro con i carabinieri ora in pattugliamento dello stesso luogo di sosta.