Lungo la via Emilia, al semaforo di Vizzolo Predabissi, a destra procedendo da Melegnano verso Lodi, coordinate 4 5 . 3 5 2 0 4 9 , 9 . 3 4 0 2 6 1, Bianca ha da poco sostituito, nel turno notturno, una biondina già da me presentata.
Si presenta in primo luogo con un fisico di tutto rispetto, non da evanescente lolita, ma da bella stanga: viso paffuto, un po’ troppo per poterlo dire davvero bello secondo i canoni attuali, ma comunque carino, occhi chiari, capelli scuri lisci, e soprattutto 1,70 minimo di altezza, proporzionata, shorts non a mezza coscia, ma a mezza chiappa, che mettono in mostra culo pieno e cosce fresche molto interessanti, mentre escluderei un seno clamoroso, stimabile seconda/terza.
Si presenta bene anche a parole: mi dice il suo nome, l’età (23 anni), la provenienza (rumena). Sorride, sa di risultare una simpatica chiacchierona e come tale si porge.
L’offerta è di 20 euri per il pompino coperto, 30 pompino scoperto senza venuta in bocca (indisponibile anche a prezzi più alti), 35 boccafiga (35, sic, davvero non li avevo mai sentiti, immagino volesse tirare sul prezzo o magari dirmi poi che non aveva resto), 100 per solo mezzoretta d’albergo, anale indisponibile.
Ci si apparta in un parcheggio non lontanissimo, ma abbastanza buio e tranquillo.
Prestazione, purtroppo, non all’altezza delle premesse estetiche e umane. Le pago il pompino da 30. Mi richiede subito i soldi, che non avrei tardato che pochi secondi a porgerle. Non si spoglia. Cerca di farmelo diventare duro con un segone e nessun altro preliminare, cominciando immediatamente a chiedermi se sono lungo a venire. Poi lo prende in bocca effettuando un saliscendi ripetitivo e affrettato, aiutato di mano. Se me l’avesse fatto con il preservativo mi sarei addormentato; anche senza, però, le ho scostato i capelli non tanto per eccitarmi guardandola succhiare, ma per vedere se me l’avesse preso in bocca davvero. Questo per dire quanto fossero intense le mie sensazioni! Al punto che quasi mi sorprende quando, per un breve momento, interrompe il suo meccanico movimento e me lo mulinella con la lingua, irrorandolo di saliva. Insomma, se anche avessi avuto voglia di continuare con la scopata, me l’avrebbe fatta passare. Alla fine, durante gli ultimi colpi di mano convenuti per la venuta nel fazzoletto, interrompe alle prime gocce anche il contatto delle dita (paura della contaminazione!), per delegare la mia mano all’estrazione del fluido residuo. Mi lascia in macchina i fazzoletti sborrati, che infatti i miei predecessori hanno provveduto a disseminare nel parcheggio.
Esosa, schizzinosa e priva di maestria, la ricorderò, senza cercarla più, solo per due belle cose rotonde: il volto sorridente e il culo scolpito.