Qualche notte fa mi sono fermato dalla ragazza che staziona in viale Brianza, angolo via F. Aporti, a destra procedendo dalla galleria della ferrovia verso piazzale Loreto, dopo il semaforo, coordinate 45.489096, 9.209732. Aspettava sul marciapiede, alquanto arretrata rispetto alla strada, ma chiaramente identificabile.
Ha un viso dai lineamenti fini, i capelli scuri, che le scendono lisci oltre le spalle, gli occhi marroni. Dice di avere 23 anni, di essere albanese/kosovara e di chiamarsi Marcella, nome che normalizzo, scrivendolo, rispetto alla sua versione e pronuncia albanese, che all’inizio non me l’aveva nemmeno fatto intendere perfettamente (e anzi, spero di aver capito bene).
Ci si accorda per andare da lei per 50 euri, in cambio della solita prestazione-base protetta. La casa è la stessa in cui lavora Ina, dunque per il parcheggio e l’appartamento rimando a quello che ho già scritto nella discussione
http://gnoccaforum.com/esco… Solo che lei lavora al piano terra, quindi in un ambiente molto più comodo e spazioso. Per quanti fossero infastiditi (o invece coinvolti) da situazioni di questo tipo, preciso che le due ragazze sono abbastanza attente e che il soppalco di Ina sovrasta l’ingresso-sala-cucina, non la camera dove lavora Marcella, però può capitare di incontrare l’altro cliente e sentire l’altra coppia.
Durante il tragitto scopro che è simpatica in una forma decisamente estroversa: molto loquace, sicura, mi domanda di me e parla di sé con disinvoltura. Mi dice che lavora con Ina, quando le passiamo davanti, ma di non preoccuparmi perché non sono gelose (grazie!). Racconta che prima ha lavorato in Sicilia e lì, dice categorica, gli uomini sono meno freddi dei milanesi (originale!). Mi chiede in modo diretto che lavoro faccio, glielo dico, quindi ricambio chiedendole di lei (ma con l’idea che mi raccontasse qualcosa di sé, perché mi pareva di avere già intuito la sua vocazione professionale) e mi risponde franca: io faccio la meretrice! Addirittura per farmi vedere la pettinatura che aveva prima estrae e mostra senza remore il documento d’identità. Insomma, io mi sono divertito, mi fa piacere quando la ragazza non passa tutto il tempo disponibile prima della ciulata parlando al cellulare nella sua lingua.
A casa si spoglia subito, tenendo solo una cintura girovita nera con borchie. Ha un fisico molto molto asciutto: prima di seno, fianchi, culo e cosce proporzionati. Sarà alta 170 cm o forse solo 165 ma sembra di più perché longilinea. Dice che prima era più in carne, ma, pur avendo forme piuttosto morbide, non rivela inestetismi da dimagrimento repentino. Io, nel genere della ragazza snella, l’ho trovata senz’altro avvenente.
Non mi dedica preliminari particolari e mentre io, sdraiato, l’accarezzo di qua e di là, incappuccia e comincia un pompino valido che si segnala, più che per i virtuosismi di labbra o di lingua, soprattutto per la particolare veemenza, tanto che fa sobbalzare e cigolare il letto proprio come durante la scopata. Conferma una sensualità vigorosa durante la pecorina, nel senso che non si mette a riposo lasciando fare tutto a me, come altre, ma ci dà dentro anche lei con un bel movimento di bacino che fa un gioco di assecondamento-contrasto. È però anche ben disposta a compiacere il cliente: per quanto riguarda tempi, passaggi dall’orale alla penetrazione e posizioni si è sempre rimessa, espressamente, alle mie preferenze. Un po’ sopra le righe, devo dire, la simulazione.
In chiusura, questo laboratorio del sesso mercenario a tariffe accessibili nei dintorni di viale Brianza, che ho conosciuto grazie a Ina, mi ha dato ancora soddisfazione. Mi resta, magari, da provarle insieme, come in effetti mi era stato proposto da Ina: fisicamente abbastanza simili, entrambe disponibili, Ina incline a concedere spontaneamente preliminari più ricchi, Marcella, almeno di primo acchito, dalla sensualità (e forse dalla personalità
più energica, possono essere una coppia complementare.