Incuriosito dalle rece dei colleghi, ieri all'ora di pranzo mi reco al tempio della salute: negozio anonimo senza insegne e vetrofanie, a parte la scritta a letter adesive che fa molto veterinario o negozio di tolettatura per cani e gatti. Privacy media, nel senso che la via non è frequentatissima, ma ai due lati del negozio ci sono poco distanti gli ingressi di due condomini con relativi portieri, che stazionano sulla soglia del portone e sorvegliano il marciapiede annotando scrupolosamente ogni movimento estraneo al quartiere. Dopo accurata manovra evasiva in cui mi fingevo interessato di teli da mare, prodotti per la casa e vestagliette da notte guardando le vetrine dei vicini negozi in attesa del momento propizio, finalmente i due cerberi rientrano nelle cucce e posso suonare al più classico dei campanelli a batteria attaccato con lo scotch vicino alla porta di ingresso del centro massaggi. Mi accoglie una tripletta piccolina e caruccia, credo Lucy, le chiedo se sarà lei a farmi il massaggio, dice di si, non è male quindi accetto, e ci accordiamo per 45 minuti a vu-10. Entro nella cabina con lettino e doccia, mi spoglio e benché il perizomino non sia sul lettino, lo prendo dal cestino (altro classico dei cm) e lo indosso, giusto per non dare subito un'impressione sbagliata. Si apre la porta e con mia somma sorpresa entra un'altra ragazza, altrettanto magra, quasi skinny, e alta, carina e sorridente. La sento parlare e scopro che la teoria dell'imprinting si applica perfettamente anche in campo idiomatico: la ragazza appena arrivata in Italia è stata a Torino, e infatti parla con uno stranissimo accento piemontese. Si chiama Sofia, e appare divertita dai complimenti che le faccio sfoderando le mie sei/sette parole di cinese che conosco. Mi stendo e inizia un massaggio gradevole, ma se devo essere sincero ne ho provati di migliori. Mentre massaggia la parte alta delle gambe arrivando ai glutei, scansa leggermente il perizomino: non aspettando altro, con nonchalance lo prendo e ne strappo i cordini liberando i glutei per un massaggio senza ostacoli. Mi dà uno schiaffetto su una chiappa e mi dice "ah si, avevi caldo, così è più fresco" che con quell'accento da gianduiotto mi rimanda indietro nel tempo e mi fa tornare in mente le ragazze di Colpo Grosso con Umberto Smaila (vi ricordate caldo caldo..., freddo freddo...?). Continua il massaggio comunque piacevole su tutta la parte posteriore, con garbate proposte di allungare il tempo fino a un'ora, finché si arriva al girare: mi fa notare che mancano 10 minuti, le faccio notare che il perizomino è praticamente rientrato nella bustina di plastica che lo conteneva, mi chiede se voglio prolungare il massaggio, le ripeto che non posso perché non ho tempo, mi massaggia la pancia solo a nord, est e ovest, le spiego garbatamente che in geografia i punti cardinali sono quattro e che per par condicio nessuno dev'essere trascurato... Sussurra qualcosa riguardo a un supplemento di tempo e di costi, ma faccio finta di non capire, quindi, seguendo le mie coordinate, la ragazza conclude il massaggio in maniera dolcissima, con delicatezza e dedizione degne di una geisha, rialzando le quotazioni del servizio fin qui ampiamente nella sufficienza, ma che si riscatta nel finale (in senso cronologico) come un ciclista che era nel gruppo e poi vince in volata al giro d'Italia. Pienamente appagato dal massaggio, vengo asciugato con il telo di carta in quanto mi par di capire che la doccia non sia prevista, ma a dire la verità non l'ho neanche chiesta. Mi rivesto, vado alla cassa e porgo una banconota da vu per pagare: Sofia la prende e mi guarda, sorride, io la guardo, sorrido...
Mi chiede vuoi un bicchiere d'acqua?
No, grazie.
Vuoi una caramella?
No, grazie.
Vuoi una mela? (C'è un cesto di frutta sul bancone della cassa)
No, grazie.
Vuoi delle ciliegie?
No, grazie.
Vuoi la ricevuta?
No, grazie?
Allora cosa vuoi?
Voglio il resto di vu-40.
Girando tra le mani la banconota, mi guarda con un'espressione a metà tra tra Hello Kitty e Sad Sam, e mi dice: "non fai regalino a me?"
La guardo con un'espressione a metà tra Lupin III e Doraemon e rispondo: "E poi come faccio benzina alla moto?"
Ritiro il resto, saluto e vado via.
Esperienza tutto sommato piacevole, la ragazza ci sa fare (in tutti i sensi) ma è anche furbetta e sa come lavorarsi i polli che le corrono dietro, con sapienti e debitamente limitate concessioni che lasciano immaginare prospettive che in realtà non si concretizzeranno mai.
Non credo di aver infranto nessuna regola, se qualcuno volesse maggiori info mi contatti in pvt.