Samantha staziona di notte in viale Bacchiglione, ce la si trova a destra procedendo da piazzale Bologna verso corso Lodi, davanti alla Conad, dopo la fermata ATM. Coordinate: 4 5 . 4 4 3 9 4 3 , 9 . 2 2 2 7 7 1 (se Google maps vi porta in piazzale Bologna, usate BING maps).
Dice di avere 20 anni e di essere croata al lavoro in zona da tre settimane.
È una mora dai capelli lunghi, occhi scuri, alta fra l’ 1,60 e l’1,65 (il resto è tacco), nerovestita. Ha un viso fresco da ragazzina, ma con lineamenti un po’ troppo pronunciati, penso in particolare al profilo del mento, perché possa dirsi bella; recupera però con un’aria non priva di malizia, accentuata dallo sguardo e dal rossetto molto vivo, che attrae. È formosetta, su cosce e culo si vedeva anche da vestita, con quella sorta di leggings felpato che indossava, ma da spogliata ho comunque trovato piacevoli le forme generose, senza eccesso, del retrotreno; meno gradevole l’adipe sulla pancia; la scoperta più bella è stato il seno, non per dimensione ma per linea: una seconda compatta, alta, elastica, con piccolo capezzolo scuro reattivo. Figa depilata.
Chiede 20 euri per il pompino con preservativo in parcheggio, 30 per la scopata, 40 per il pompino senza preservativo ma senza venuta in bocca (in un primo momento mi ha accennato un “vediamo”, allusione che ha acceso la mia diffidenza, l’ho incalzata e allora ha declinato). Inoltre prevede 50 per la consumazione protetta a casa sua. Per avere l’orale scoperto come preliminare a casa ha provato a spuntare 80 e ci siamo accordati per 70. Il culo è indisponibile perché spergiura che esso è ancora vergine.
La casa in cui porta è in via Benaco, un appartamento ad un piano terra o rialzato, ristrutturato e lindo. Adibisce alla consumazione una camera piccola, ma adeguata allo scopo, ben riscaldata elettricamente. Ho preferito questa opzione perché ricordavo l’imbosco delle ragazze della zona di piazzale Bologna, illuminato e sotto i condomini, e lei mi ha confermato che usa la stessa soluzione.
Si spoglia, lascia che il reggiseno glielo sfili io, lei non offre preliminari particolari, mentre io dedico qualche attenzione di lingua e di mano alle tette e al culo. Deterge con salviettina e comincia un pompino non variopinto, ma efficace. Non applica, cioè, particolari variazioni e tende a darci dentro subito con un determinato saliscendi piuttosto che portarti a spasso per le vie traverse del piacere, però a richiesta riserva anche qualche più dolce applicazione della sola lingua all’asta e alla cappella. Io, restando in piedi, la osservo direttamente e nello specchio che ha sul lato sinistro del letto (guardando la testiera). Riveste con il goldone giallo della Serena, su mia richiesta mantiene ancora un momento la tensione del desiderio con la bocca e poi si rende disponibile alle mie posizioni preferite. La cosa che desidero di più è mantenere la visione e il contatto con il seno e quindi opto per la smorzacandela. Si pone prima con il busto a 90 gradi rispetto al mio corpo steso, poi, sollecitata, quasi si sdraia: la situazione diventa più coinvolgente, con il suo visino malizioso davanti al mio, i suoi capelli che mi si scompigliano in faccia, portandomi all’orgasmo.
Conosce l’italiano abbastanza bene, è comunicativa, ci prova a dirti qualcosa e ad essere simpatica, sebbene in questa prima occasione io non l’abbia trovata particolarmente trascinante sul piano relazionale. Mi ha chiesto due volte che lavoro facessi, a distanza di cinque minuti, spia di un intrattenimento alquanto distratto. Inoltre ha chiaramente i soldi in testa e l’esperienza non le ha ancora insegnato le scaltrezze con cui chiedere, ottenere e camuffare la più piatta cupidigia. L’idea che mi sono fatto, quindi, è che sconti, piuttosto che delle asperità caratteriali, qualche impaccio da principiante che la rende troppo schietta. Mi ha infastidito quando ha provato a rialzare i 70 pattuiti, chiedendomi un “regalino” (il gergo l’ha imparato subito) di 10 euri, che le ho negato. D’altra parte non ha reagito vendicativamente al mio rifiuto. Mi ha dato una conferma anche alla fine, in una situazione che però volgeva al sorriso, quando mi ha chiesto se tornavo, ma davvero, mica che dicevo di sì e poi non tornavo. Siccome si doleva di essere riaccompagnata al freddo, l’ho rassicurata che presto si sarebbe fatta anche lei un giro di clienti, con qualche immancabile innamorato, e Samantha, pur scherzando, ha subito svelato la natura dei suoi sogni: “così mi faccio regalare la macchina!”.
In sintesi: né un colpo di fulmine, né una scopata conclusa a forza, ma una dignitosa seduta venale.