Non so muovere due passi di polka o di mazurca, figuriamoci dimenare le gambe e il bacino in maniera convulsa coi gomiti al cielo seguendo il ritmo di maracas e percussioni furenti... ah, il ballo latinoamericano... quant'è lontano dalle mie corde... al massimo, me ne sto seduto di fronte a una scacchiera (benché con risultati ugualmente ridicoli). Sarà per questo che alle congas ho sempre preferito l'accompagnamento di una balalaika, dolce come il fruscio di una betulla ondeggiante al vento e placida come i laghi siberiani... e le ragazze che si portano nel cuore un po' - un bel po' - di quel gelido clima. Il sole dei tropici, al contrario, sembra infondere nelle mulattine un'inestinguibile vitalità, un desiderio inappagabile di darsi all'uomo in modo spontaneo e totale.
Quella dell'influenza del clima sui comportamenti umani, anche i più intimi, è una teoria che ha avuto largo seguito nella trattatistica europea del XVII e XVIII secolo lasciando ampi strascichi persino in tanta letteratura dell'Ottocento... riuscendo infine a scavalcare il millennio nelle pagine di questo forum dopo un interessato revival negli anni '30 del secolo scorso. Eh già... le sudamericane: garanzia di approccio friendly, scenograficamente porche, teatrali come una piazzata napoletana, gustosamente ridanciane al pari di una commedia con Pulcinella come protagonista. Sarà, ma anche riguardo il nostro paese mi tocca dirlo: i canti delle mondine hanno tutt'altra intensa drammaticità rispetto alla spensierata strafottenza di Funiculì Funicolà e, dal mio punto di vista, tutt'altro appeal... ma ogni tanto tocca pure gioire e godere della vita… dunque, stavolta sudamericana sia...
Ah, com'è bello ragionare per grandi categorie... ah, che sollievo sapere fin da subito a cosa si va incontro... e se dev'esser vittoria, vittoria sarà.
Le china: scafandri di ciccia, sederi piallati, addomi buddha-formati e sentori di aglio e cipolla... sotto i trent'anni manco a parlarne che - vox populi, vox dei - quelle belle i nuovi signori del commercio le tengono per loro... però disponibili a prestazioni senza ritegno a prezzi stracciati... esattamente come i prodotti fabbricati in madrepatria: scarsa qualità ma a prezzi più che concorrenziali.
Le rumene: belle, per carità, ma s'adoperano nel lavoro con la stessa letizia di un becchino che seppellisce la propria famiglia... e con la stessa vitalità dei succitati congiunti. Larghe di promesse quanto
ipso facto recalcitranti, ottengono il più delle volte il risultato di far sentire il loro sfortunato cliente parzialmente se non totalmente defraudato.
Le sudamericane: una gioia per gli occhi e per l'animo, sanno dar corpo e sostanza ai desideri maschili... chiappe rigonfie e tette artificiali, sorriso prestampato, fare accomodante e una perizia nell'armeggiare coi nostri membri che non ha eguali. Se si spera in qualche sommesso mugolio, da loro verranno sonori muggiti... se si vuole sbatacchiare una bella ragazza, ci si ritroverà invece sbattuti come vascello nel mare in burrasca... tutto sarà amplificato e ridondante.
A conti fatti, personalmente non ho con queste ultime un saldo positivo: qualche incontro discretamente soddisfacente, altri meno... altri ancora di cui preferirei cancellare il ricordo... quindi diamo una bella passata di vernice sulle brutte esperienze del passato e rinfreschiamo le antiche glorie... sempre con un occhio attento ai miei gusti... che sia giovane, che sia snella, che sia disponibile ad una pluralità di sigle affinché possa farle ulteriori visite (e togliermi ulteriori sfizi) se la prima esperienza dovesse rivelarsi soddisfacente.
"Ammòre, fashio tutotutotuto... uno belo masajo, una bela shcopada... sììì, sono anshe completa... tutotutotuto... quando vòi ammòre, como vòi tu..."
Il punter oculato s'informa in rete circa la veridicità delle foto, controlla i suoi spostamenti nel tempo, la sua lenta risalita dal Sud fino alla capitale... beh, se i colleghi del mezzogiorno l'hanno tutti tenuta per loro (dato che di racconti in prima persona non si trova traccia) può ben darsi che sia assai valente...
Mentre attendo l'ora data ho sottomano una rivista per tenermi impegnato... non riesco a risolvere uno strano gioco enigmistico che suona pressappoco IDXf26b62edc54c80251c43d97048131257 ma, prima di riuscire a trovare la soluzione, si spalanca l'ingresso al tempio del piacere e sono invitato ad entrare... bene, molto bene... riconosco la casa per averla vista nelle foto di un'altra ragazza di cui si diceva un gran bene, riconosco le mattonature a vista e la ringhiera dove quest'ultima s'appoggiava con fare ammiccante... e - se tanto mi dà tanto - la titolare di buona fama avrà di certo pensato ad accompagnarsi con una professionista di pari livello che sappia come tenere alta la nomea della sua casa. Mhmmm... all'ingresso odori pungenti e dolciastri al tempo stesso... ma bisogna pur capirle queste ragazze: in una terra tanto lontana dalla loro ci tengono comunque a conservare le loro abitudini alimentari... il visetto della mia lei non mi convince più di tanto: una protuberanza nasale molto pronunciata, denti seghettati gettati quasi alla rinfusa e sottolineati da un volgarissimo rossetto color fuoco... nel complesso, molto trucco pasticciato... ma mi convince immediatamente la sua silhouette filiforme e il sederino minuscolo che sale le scale a un palmo dal mio viso facendo capolino da una mutandina bianca.
Primo incontro = servizio base... perché mi pare saggio minimizzare i rischi... ma mi pento di quanto versato quasi all'istante, appena si spoglia: cicatrici sul ventre, un ciuffo nero sul monte di Venere (in alcune foto s'intuiva ma speravo fossero datate e che avesse ritoccato il look alle parti intime), un seno smunto che per me è OK ma da cui sporgono due capezzoli abnormi e rigonfi lunghi due dita, un tatuaggio di dubbio gusto che deturpa tutta la sua schiena a imperitura dimostrazione della poca perizia del suo artefice... si salva solo per la sua magrezza... ma per chi non è estimatore del genere, neanche per quella: sarebbe solo un altro punto a sfavore.
Orale di due secondi netti... di dedicarsi a maggiori cure non se ne parla neanche: "tropo pochi soldi"... smorza con la mano sempre lì, a stoppare la penetrazione... pecos incurvata anch'essa premeditata a tavolino per limitare gli affondi... e alle mie rimostranze in merito, una sola risposta: "no che mi fai male"... neanche fossi il macellaio pazzo di Kingsbury Run... la mission proprio no, sarebbe chiedere davvero troppo: "tropo pochi soldi, ammòre... per shinquanta no facio tute posizioni"... proviamo a continuare di pecos... "noooo... devi venire ahora... vieni su mie tete"... ("tette? Quali tette?"
... mi scappuccia e mi sega con violenza ottenendo chiaramente l'effetto contrario a quello da lei sperato... nel frattempo, predispone un doppio bavaglino di fogli di scottex che la rendono via via più simile (ormai anche esteticamente) ad una mummia egizia: una parte li predispone dal seno in giù, lungo l'addome e sulle gambe per raccogliere quanto più possibile di eventuali colature; con l'altra parte si copre interamente il viso tenendosi la mano ben premuta sulla bocca come la scimmietta che non parla... un'immagine che solitamente definirei surreale per sottolineare la sua matrice assurda e inverosimile ma che, a ragion veduta, penso abbia la sua origine nei gesti di frustrazione che deve aver subito da tanti e tanti colleghi... e allora mi figuro queste persone che, scontente (ma
scontente sarebbe comunque riduttivo) del servizio ricevuto, le innaffiano il viso e la bocca contro il suo volere come forma estrema di vendetta morale e di riscatto personale... io no... io mi sarei invece sotterrato per la vergogna di esser parte attiva in quello squallido teatrino da quattro soldi... con l'amor proprio sotto le suole delle scarpe, il mio solo gesto di affrancamento è stato quello di rinunciare, di non prestarmi oltre a quella ridicola commedia degli errori/orrori e di rivestirmi in gran fretta per riguadagnare la luce del giorno assieme a un po' di dignità. Dall'ingresso all'uscita, 10 minuti netti... non male... malissimo...
Un'ultima domanda mi ha assillato e mi assilla: piuttosto che trarre dalle esperienze passate l'ammaestramento a ricoprirsi di carta dalla testa ai piedi per svicolare dagli altrui gesti di rabbia, non sarebbe stato meglio (più facile e più saggio) impegnarsi a migliorare il servizio reso ai clienti? Mah...
Però le sudamericane... ah, quelle sì che sanno come far girare la testa ad un uomo... dall'altra parte...