Tea, l’incontro risale a un po’ di tempo fa, mi baciò sulla guancia, i suoi occhi scivolarono
Impassibili dai miei alla strada, e io la guardai scendere dall’auto e allontanarsi lentamente.
Mi sentivo più in pace, tranquillo. Era incredibile. Caricandola in auto non avevo sperato in un
Incontro così inaspettatamene piacevole. Tea , l’amica mora di Erica, anche lei albanese, è fatta così:
viso un poco anonimo ma tutto sommato carino, formosa nei punti giusti, seno medio e
vulva davvero interessante, di quelle più che accomodanti, insomma di dimensioni veramente generose,
una vulva d’oro. Quel giorno la ragazza mi sembrò anche pervasa di una sua
bellezza eterea, sarà stato il fatto che era sempre sorridente, divertita, nonostante i suoi evidenti
problemi con la lingua italiana. Era in Italia da poco tempo e lo si capiva, anzi si capiva davvero poco.
Così non la compresi del tutto sul fatto che lavorasse pure in hotel o in casa anche lei come l’amica, ma
compresi bene la proposta di un futuro duetto con Erica alla velocità molto poco urbana di 4VU.
Quando poi in auto si spogliò tutta completamente con inaspettata ed incredibile gioia e naturalezza,
l’esplosione visiva di tutta quella carne voluttuosa mi fece trasalire. La guardai ipnotizzato e dovetti
pensare alla Venere del Botticelli o, che so, al brindisi della Traviata : “Libiamo nei lieti calici che la bellezza
infiora, e la fuggevol’ora s’inebrii a voluttà!” . Poi me la godei tutta, con calma, senza che lei mettesse mai
la benché minima fretta. Che dire di più? Mi fece un’ottima impressione e un pizzico di tenerezza in più
perché mi sembrò mettercela tutta per compiacermi quel giorno, ma nella vita, si sa, è sempre tutto molto
soggettivo e,ahi noi, passeggero.
Libiamo,libiamo ne'lieti calici che la bellezza infiora,e la fuggevol'ora s'inebrii a voluttá!
Impassibili dai miei alla strada, e io la guardai scendere dall’auto e allontanarsi lentamente.
Mi sentivo più in pace, tranquillo. Era incredibile. Caricandola in auto non avevo sperato in un
Incontro così inaspettatamene piacevole. Tea , l’amica mora di Erica, anche lei albanese, è fatta così:
viso un poco anonimo ma tutto sommato carino, formosa nei punti giusti, seno medio e
vulva davvero interessante, di quelle più che accomodanti, insomma di dimensioni veramente generose,
una vulva d’oro. Quel giorno la ragazza mi sembrò anche pervasa di una sua
bellezza eterea, sarà stato il fatto che era sempre sorridente, divertita, nonostante i suoi evidenti
problemi con la lingua italiana. Era in Italia da poco tempo e lo si capiva, anzi si capiva davvero poco.
Così non la compresi del tutto sul fatto che lavorasse pure in hotel o in casa anche lei come l’amica, ma
compresi bene la proposta di un futuro duetto con Erica alla velocità molto poco urbana di 4VU.
Quando poi in auto si spogliò tutta completamente con inaspettata ed incredibile gioia e naturalezza,
l’esplosione visiva di tutta quella carne voluttuosa mi fece trasalire. La guardai ipnotizzato e dovetti
pensare alla Venere del Botticelli o, che so, al brindisi della Traviata : “Libiamo nei lieti calici che la bellezza
infiora, e la fuggevol’ora s’inebrii a voluttà!” . Poi me la godei tutta, con calma, senza che lei mettesse mai
la benché minima fretta. Che dire di più? Mi fece un’ottima impressione e un pizzico di tenerezza in più
perché mi sembrò mettercela tutta per compiacermi quel giorno, ma nella vita, si sa, è sempre tutto molto
soggettivo e,ahi noi, passeggero.
Libiamo,libiamo ne'lieti calici che la bellezza infiora,e la fuggevol'ora s'inebrii a voluttá!