NOME:katia
PAESE: Asserisce Ungheria ma verosimilmente Romania.
ANNI:40-45
DESCRIZIONE FISICA: CAPELLI BIONDI fino metà collo, CARNAGIONE CHIARA, seno boh, forse seconda, culo discreto, direi polposo, fisco non malaccio per l’età, un po’ de panzetta, 1,65/ 1,68, normolinea, depilata, viso carino.
ORARIO
omeriggio tardi, prima sera, io l’ho beccata due volte dalle 19 alle 20 e trenta, ma dice che rimane anche oltre se necessario.
POSIZIONE: MILANO: ZONA Stuparich, si posiziona in Viale Salmoiraghi angolo Via Calliano, quasi ingresso ostello della gioventù, passeggia anche tra le due fermate autobus, stesso lata strada, si nota subito perché si apparecchia in modo vistoso, seconda volta in pelliccia di finto leopardo delle nevi.
SERVIZI OFFERTI E RICHIESTI:BBJ CON CIM e INGOIO VERO VU-30, BBJ + RAI1 VU-20, fist vaginale. Due incontri, racconto il primo.
BELLEZZA:6, non ci sa va per la beltà ma ha un certo di sexy pecoreccio.
SIMPATIA:7
DISPONIBILITA':10
SOCIAL: Ciarliera ma non fastidiosa.
ATTITUDINE: PORCELLA FARCITA PER LE FESTE, OTTIMA IGIENE PER ESSERE OTR.
L’auto corre incidendo come una lama i primi umidi freddi meneghini, io al calduccio nell’abitacolo comincio a dispiacermi per le amiche battenti bandiera gnocca, infattamente a smentire la mia santità ci pensa la vista di una biondina in tailleur nero, con quasi tutte le tette de fora e capello alla Patsy Kensit, un misto di sobrietà e vaccagine sbavata. Mi fermo.
Katia: “Io faccio… questo e quello…”
Vuotopieno: “Guarda, ti stoppo subit, io avrei bisogno di sentirmi uno schifoso, devo vedere un porco domani mattina allo specchio, non mi devo riconoscere”.
Katia: “ Va bene, ci penso io”, dopo avermi osservato stupita prima e poi perplessa, di fatto monta in auto come se fossi Richard Gere Ginori.
Tiro giù i pantaloni, lei tira su il culo, io caccio i soldi, lei ingoia il teppista calvo.
Affondi sbavosi fino in gola, leccate salivose di palle, pompino salivato, dato che c’era poca saliva in giro decide di sputarmi sul cazzo: “Ti piace così?”, esordisce retoricamente la grande porcella.
“Sì, basta che non mi scatarri però”, cercando di porre rimedio alla diga rotta, il sedile pare il lago Maggiore esondato.
Il culo all’aria è invitante, le mutandine non usano più, sono fuori moda, entro nella rosa usata ma profumata con un dito, due, tre … quattro: “Vado bene in questa direzione per il Foro di Milano?” Chiedo io alla proprietaria: “ Vai, vai, fino a cinque dita no problem”, dicendo questo comincia a spingere il culo verso la mano con forza, allora penso che se ho fatto quattro posso fare cinque, così sarà. Se una persona ti chiede una mano bisogna dargliela, penso io.
Adesso è dentro fino al polso, lei aggredisce il membro sino alla gola ed io la indosso come un burattino, con la mano infilata spingo Katia verso il cazzo, lei spinge il cazzo verso l’esofago, lei cerca di dire qualcosa ma mi sbocca del materiale caldo sui coglioni, io tiro su gli occhi al cielo bestemmiando in aramaico, sembriamo Josè Luis Moreno e il pupazzo Rockfeller in versione laida.
“Sculaccio?”
“Sì ma piano”
“Spingo la testa sul cazzo?”
“Sì ma forte”
“Sputo anch’io sul mio uccello?”
“Sì, ma non sulla mia faccia”
Disse la graziosa con i capelli completamente bagnati e impastati di non sappiamo cosa.
Dopo circa mezz’ora di film porno esagerato, finisco con un urlo strozzato da un principio d’infarto, lei si alza, mi guarda con gli occhi spiritati, spalanca la bocca dove giacciono milioni di semini: “ Hai visto che ingoio davvero?” così dicendo deglutisce l’amaro calice. Risata da pazza appena uscita dal matticomio e via verso l’avventura.
A parte i danni collaterali ( DIECI EURI PER PULIRE GLI INTERNI DEL VEICOLO), trenta minuti, ma potevo stare di più, di: gola profonda, fist vaginale, leggere sculacciate, rigurgito di minestrone (fatto con il riso), ingoio reale con tracciabilità CRO. Risate e minchiate in libertà. Per VU-30.
Chiedo venia se già recensita nel foro.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.