Colleghi cari, dopo tante vicissitudini e amarezze son tornato... ma - come ho detto in altro luogo - non in veste di recensore perché pare che recensire sia divenuto motivo di reprimende... una calamita che, in questo mare agitato, invariabilmente smuove e mi attira addosso ogni tipo di rifiuto sollevandolo dal fondale melmoso in cui giaceva abbandonato. Dunque, mi dedico alla letteratura d'intrattenimento, al componimento immaginario per eccellenza. Vogliate dunque accogliere questo raccontino nella sua irrealtà imperfettibile che posto in questo spazio di cazzeggio regionale.
Forse per il cambio di stagione, forse per le bizzarrie meteorologiche, forse per l'altalena delle temperature... sia come sia, di questi tempi mi sento giù di tono: debole di spirito e ancor più fiacco nei reni. Di montare in groppa a qualche giovane cavallina proprio non se ne parla... anelo soltanto di stendermi su un lettone e lasciar fare.
Guardo, spulcio, scartabello... una buona ricerca richiede i suoi tempi, necessita di cura e dedizione. Ne vien fuori una lista... lunga, troppo lunga... la guardo e la riguardo... cancello, depenno, tento infruttuosamente, scavallo e zompo dall'alto in basso ma non salta fuori nulla di buono. Mi scoccio e prendo una réclame a caso. Non è il mio genere, esce fuori dai miei standard ma la voce che mi risponde mi fa saltare la pulce all'orecchio.
Presto detto, presto fatto.
Roma: un cosmo in miniatura. Ogni quartiere ha le sue peculiarità e un suo fascino irriproducibile, a prescindere dalla "monumentalità". Periferia, palazzina tranquilla in una viuzza altrettanto tranquilla.
Mi accoglie in casa sua una signora... è proprio il caso di dirlo... sia per l'età (non è di quelle giovincelle per cui sbarello sovente) che per i modi gentili. Si presenta con un largo sorriso che non posso non ricambiare mentre la scannerizzo con lo sguardo dall'alto in basso... un metro e ottanta (coi tacchi alti), lunghi capelli biondi, bocca rossettata fiammante larga due spanne, seno poco accentuato e sedere largo e tonico racchiuso da un body di pizzo nero, gambe velate da autoreggenti col tocco porcello del reggicalze che - benché privo di ragione funzionale - stuzzica la mia fantasia. Manifesto il mio compiacimento e mi reco in bagno prima di denudarmi.
Sprofondato nel letto, ignudo e rilassato, sono intrattenuto in piacevole conversazione sulle modalità con cui la mia nuova conoscenza preferisce svolgere i suoi incontri: la necessità di un appuntamento preciso, la volontà di evitare avventori in febbrile attesa sotto il suo portone, il concetto del "meglio pochi ma buoni". Al di là del contenuto, mi diverte soprattutto il suo modo di parlare... quella romanità che trasuda pian piano, quelle calate gergali che cerca di tenere a freno ma che inevitabilmente affiorano... quel misto di contegno e di spontaneità... e il suo sguardo limpido e curioso.
La mia richiesta iniziale era chiara, quindi la signora lo prende in bocca e lavora con perizia e maestria... inizia così una mezz'ora piena di bbj bello, scenografico e movimentato. Ovviamente non posso starmene con le mani in mano e inizio a sfiorarle con le dita le labbra inferiori. Lei mi scosta un attimo... "mannaggia" penso io... invece è solo per sputazzarsi su una mano e umettarsi così il deretano... tasto nuovamente il terreno e mi afferra la mano... stavolta non per scostarla ma per reindirizzarla in altro loco... pian piano, le accarezzo il bordo del pertugio più stretto e lentamente mi faccio strada... una, due, tre dita... mentre lei mugola di piacere... come mi ritraggo, mi invita con lo sguardo e il movimento oculare a insistere nuovamente e più a fondo... ne viene fuori una sessione di fisting in piena regola...
L'intermezzo è divertente: "ah, quanto me piace piallo ar c*lo, nun poi capì"... "sì?"... "mhmmm, sì, tanto... però er c*lo 'o devi pure sapé scopà... mica basta ch'oo 'nfili... a me me fa 'mpazzì"... "vabbè, poi la prossima volta si vede"... Una simile passione (viscerale sarebbe il termine più adeguato) per la penetrazione anale ancora non mi era capitata e la spontaneità dell'approccio mi ha ancor più incuriosito ed eccitato. Difficilmente mi toglierò dalla testa l'immagine straporca di questa signora col mio uccello profondamente infisso nella bocca che mi lancia occhiate allusive ed infoiate di incitamento a manipolarle sempre più profondamente il deretano (peraltro assai stretto).
In tutto ciò, la signora non dimentica le mie esigenze e la mia particolare richiesta... l'ingoio:
"come vuoi ch'oo pijo?"... "eh?"... "vuoi che te lo faccio vedé prima o che lo mando giù diretto?"... "ah, sì... fammelo vedere"... cosicché quand'è il momento raccoglie tutto per via diretta, si solleva col busto, mi si fa vicina e mi mostra il laghetto di sperma nella sua bocca spalancata, rimesta il tutto con la lingua e deglutisce umettandosi poi le labbra... e mi rimane accanto a far nuovamente due chiacchiere mentre mi massaggia lo scroto raggrinzito per l'improvvisa perdita di contenuto... in assoluto la scena più pornografica (cinematograficamente parlando) vissuta sinora, pochi secondi che sono comunque valsi il rate un po' alto... immaginario, s'intende...