Il porto delle nebbie stavolta è via Murat, all’altezza dell’incrocio con via Biraghi però dalla parte opposta, a destra per chi proceda verso viale Marche, alla pensilina ATM, coordinate 45.49 8976, 9.19 0906. È qui che nella cappa grigia scorgo, a notte inoltrata, Carmela. Poco prima di lei, sullo stesso lato, angolo via Villani, staziona una coppia diversa, anche se una delle due ragazze mostra una vaga somiglianza con lei. Mi pare che manchi una discussione a lei intestata e che nel forum sia stata semplicemente segnalata, in
http://gnoccaforum.com/esco…, dove comunque, in breve, ben si identifica il suo approccio al cliente.
Ha un corpo davvero attraente, non del tipo modella stangona, ma di quello studentessa fighetta, fantasia coerente con i 20 anni che dichiara. Alta 1,65 circa, capelli lunghi biondi (grazie all’artificio di una costosa extension), bel viso dalle guance ridenti, carnagione chiara, occhi marroni, nasino con piercing a brillantino sulla narice destra (da ultimo rimosso perché le ha prodotto un arrossamento della pelle), labbra fini, proporzioni posteriori coperte da pantaloni e leggings, ma ad occhio perfette (né scheletriche, né sovrabbondanti). Quando si spoglia mostra una seconda di seno altrettanto bella, elastica e con capezzolo consistente, e una potta depilata dalle labbra sporgenti e carnose.
L’offerta è limitata: 20 il pompino coperto, 30 il boccafiga coperto, indisponibili anale e preliminari orali scoperti, priva di appartamento adibito.
L’imbosco è un parcheggio non lontano, presso un condominio, in cui può capitare di vederti girare intorno le luci della macchina di chi, rincasando, cerca posteggio, certo inopportuno per posizioni esterne.
Dice di essere al lavoro da quattro mesi e in effetti tradisce qualche goffaggine. Una sera era rimasta con un solo fazzolettino asciutto, che ha tenuto per sé. Poi mi dice che farei bene ad avere sempre in macchina dei detergenti anch’io: grazie cara, spesso ne sono provvisto, ma l’ultimo pacchetto l’ho regalato utilitaristicamente in cambio di una bella mutandina e per stavolta mi arrangio. Lascia sistematicamente i resti in macchina, non so se è prassi condivisa dalle colleghe, ma non mi pare un caso che il mesto paesaggio dell’imbosco sia il tipico immondezzaio di preservativi che a poco a poco si sfilacciano tra fazzolettini in decomposizione. Difatti, siccome mi capita di passarci di giorno per altri motivi, avevo già capito, prima di frequentarla, a quali attività l’area servisse di notte, per la gioia dei condomini.
Abbiamo fatto due boccafiga. Il pompino è buono: non frettoloso, adeguatamente lubrificato, con imbocco efficace anche se concentrato su cappella e parte superiore dell’asta. Il saliscendi non è arricchito da particolari virtuosismi, ma è interrotto da ampie irrorazioni di lingua lungo tutto lo sviluppo dell’erezione. Per la scopata è disponibile a venirmi su lei sul sedile guidatore reclinato, posiziona agilmente le gambe (ricordo il contatto con il gelido piedino destro, la prima sera), lubrifica con la saliva e parte, simulando un po’. Per me è veramente piacevole trovarmi tutto a portata di mano, palparle le tette sode e alternativamente sostenerle il culo che schiocca sulle mie gambe, mentre i suoi capelli mi ricadono sul volto. La conclusione è stata ora più brillante, ora più sgraziata: una volta ha continuato a cavalcare dopo la venuta strappandomi un grande orgasmo, l’altra sono durato più a lungo, non un tempo biblico invero, evidentemente però già non ce la faceva più a pompare sulle cosce e la sciagurata si è sfilata, strangolandomelo con un’ultima strizzata manuale (accidenti!). Non escludo, però, vedendola ancora abbastanza inesperta, che né nella prima, né nella seconda circostanza abbia avuto perfetta cognizione dei tempi della mia venuta, sicché una volta ha continuato a cavalcare, chiedendomi poi in effetti se fossi a posto, l’altra ha creduto di avermi spacciato e ha concluso pensando ormai di dovermi soltanto spremere le ultime gocce.
Umanamente si tratta di uno di quegli incontri che ripagano di tutto il tempo consacrato alla ricerca di strada, magari per concludere giri infiniti con lo sventurato reclutamento di furbe, stronze o ragazze per una ragione o per l’altra del tutto anerotiche. È la sorpresa che restituisce fascino alla stessa esperienza della dispersione. Lei stessa presenta l’inclinazione pacata come il suo punto di forza. “Io non sono bella, sono dolce”, afferma con candore quasi sincero, con quel tipico accento albanese senza asperità che accresce la grazia di queste esibizioni di modestia. Ancora: “io sono tranquilla. Mi chiedi di salirti sopra, io salgo…”. Stessa cosa alla domanda di mostrarti il seno: di suo non lo fa, ma poi ti risponde subito “non c’è problema”, quindi è evidente che non si tratta del tentativo di estorcere il supplemento, ma del rodaggio ancora non completamente a punto della prestazione.
Ciò non toglie che sia un tantino diffidente: domanda esplicitamente i soldi in anticipo. La prima volta, alla fine, precisa la richiesta di essere riaccompagnata dove l’ho prelevata: ma insomma, è evidente, se mi hai reso un servizio graditissimo, cosa vuoi che ti scarichi al parcheggio? O invece temi che, entusiasta, ti rapisca? Accetta di usare il mio preservativo, ma poi, prima della penetrazione, controlla e ricontrolla contemplativa che non sia troppo sottile. Beh, un po’ più sottili degli pneumatici rossi me li sono procurati apposta quando mi sono stancato di non sentire niente, però stai sicura che anch’io non li ho cercati affinché ti si rompessero dentro. Penso tuttavia che questi atteggiamenti siano connessi al suo stare un po’ sulle spine, almeno nelle prime fasi del rapporto con il cliente nuovo, da ragazza che certo non sarà un'ingenua, ma dall'esperienza ancora relativamente breve.
Carmela si prende qualche giorno di vacanza per il Capodanno, poi torna a disposizione di chi sia alla ricerca non della performante disinvolta e “completa” (per usare questo discutibile gergalismo) che non è, ma di una giovane molto carina dalla fresca, un po’ impacciata, amabilità.