Germania, nuova legge su prostituzione: resta legale, ma prime sanzioni per i clienti
Angela Merkel, secondo il contenuto del programma sottoscritto dalla nuova "Grosse koalition", pensa di cambiare la norma introdotta per la prima volta nel 2001. Ad essere colpite le tariffe "tutto compreso" e chi si intrattiene con donne non libere ma costrette a vendere il proprio corpo
di Andrea D'Addio | 31 dicembre 2013
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Prostituzione
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Niente più tariffe “tutto compreso” e sanzioni ai clienti di donne, non libere, ma costrette alla prostituzione. Nella Germania che, il 16 dicembre scorso, ha dato vita al suo terzo governo, Angela Merkel si appresta a cambiare l’attuale legge sulla prostituzione, introdotta inizialmente nel 2001 dal governo rosso-verde di Gerhard Schröder. Un “mestiere” legale dai tempi dell’unificazione (gli unici divieti risalgono al nazismo e poi al periodo della Ddr) e dal 1° gennaio 2002, professione riconosciuta anche fiscalmente. Da quanto emerge dal programma sottoscritto dalle due compagini della nuova “Grosse koalition” (composta da Cdu, Csu e Spd) poco o nulla cambierà invece per le libere professioniste che hanno finora lavorato in maniera indipendente, senza offrire le proprie performance anche all’interno di case chiuse. Al contrario, la nuova legislazione andrà soprattutto a colpire i gestori di quei bordelli che offrono flat rate, ovvero tariffe secondo cui si hanno donne per un determinato periodo di tempo. Le prostitute che lavorano in questi contesti, molto raramente sono assunte con contratto, ma sono piuttosto libere professioniste a cui o si fa pagare un biglietto d’ingresso necessario poi per esercitare in loco o si affittano le camere all’interno della struttura (altra escamotage legale per prendere una quota fissa da ogni prestazione).
Angela Merkel, secondo il contenuto del programma sottoscritto dalla nuova "Grosse koalition", pensa di cambiare la norma introdotta per la prima volta nel 2001. Ad essere colpite le tariffe "tutto compreso" e chi si intrattiene con donne non libere ma costrette a vendere il proprio corpo
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Niente più tariffe “tutto compreso” e sanzioni ai clienti di donne, non libere, ma costrette alla prostituzione. Nella Germania che, il 16 dicembre scorso, ha dato vita al suo terzo governo, Angela Merkel si appresta a cambiare l’attuale legge sulla prostituzione, introdotta inizialmente nel 2001 dal governo rosso-verde di Gerhard Schröder. Un “mestiere” legale dai tempi dell’unificazione (gli unici divieti risalgono al nazismo e poi al periodo della Ddr) e dal 1° gennaio 2002, professione riconosciuta anche fiscalmente. Da quanto emerge dal programma sottoscritto dalle due compagini della nuova “Grosse koalition” (composta da Cdu, Csu e Spd) poco o nulla cambierà invece per le libere professioniste che hanno finora lavorato in maniera indipendente, senza offrire le proprie performance anche all’interno di case chiuse. Al contrario, la nuova legislazione andrà soprattutto a colpire i gestori di quei bordelli che offrono flat rate, ovvero tariffe secondo cui si hanno donne per un determinato periodo di tempo. Le prostitute che lavorano in questi contesti, molto raramente sono assunte con contratto, ma sono piuttosto libere professioniste a cui o si fa pagare un biglietto d’ingresso necessario poi per esercitare in loco o si affittano le camere all’interno della struttura (altra escamotage legale per prendere una quota fissa da ogni prestazione).