Quale segreto nasconde il Violino Nero di Stradivari?
Nel 1721 Antonio Stradivari, il più grande costruttore di violini di tutti i tempi, ricevette l’incarico di realizzare un pregiato violino, destinato a uno dei violinisti più in voga dell’epoca, Jean-Marie Leclair.
Il prezioso strumento venne consegnato all’artista di Lione, che lo utilizzò sapientemente, arricchendo le sue opere con una melodia definita angelica.
Leclair era stato un artista straordinario, tuttavia, negli ultimi anni della sua vita, aveva sviluppato una forte misantropia, derivante probabilmente dal disprezzo della società del tempo. L’unica cosa che riusciva a consolarlo era il suo violino, con il quale aveva instaurato una relazione quasi morbosa. Ovunque andasse, non se ne separava mai.
All’età di 67 anni Leclair venne pugnalato nella sua abitazione da un sicario rimasto ignoto. Il violinista, conscio che sarebbe morto di lì a poco, decise di trascorrere gli ultimi istanti della sua vita con ciò che più amava, il suo violino. Si trascinò fino ad afferrarlo e lo strinse al petto e, in questa posizione, morì.
Leclair venne ritrovato dopo due mesi, ancora con il violino stretto al petto. Il sangue sulle mani di Leclair aveva macchiato il violino, che da quel momento venne definito “il violino nero”. Nonostante gli sforzi che vennero fatti per ripulirlo e restaurarlo nessuno è mai riuscito a rimuovere quelle impronte.
Secondo alcune voci il violino sarebbe stato posseduto dallo spirito di Leclair e che ogni mattino sarebbe ritrovato in un posto diverso rispetto a quello in cui era stato lasciato la sera precedente. Altri racconti narrano che al momento del ritrovamento del corpo, fosse stato difficile separare il violino dalle braccia del cadavere, tanto fosse stretto al petto.
Dopo la morte di Leclair il violino scomparve per più di due secoli, fino a quando una famiglia benestante avrebbe contattato Guido Rimonda, noto violinista e direttore d’orchestra italiano. La famiglia gli offrì in dono il violino nero, ma non chiese nulla in cambio, nonostante il valore economico dello strumento.
Secondo altre fonti Rimonda avrebbe effettivamente acquistato lo strumento, pagando una cifra non meglio specificata.
Ad oggi il violino nero è ancora nella mani di Rimonda, che ha il privilegio di suonare, non un semplice strumento, ma un vero e proprio pezzo di storia.
Nel 1721 Antonio Stradivari, il più grande costruttore di violini di tutti i tempi, ricevette l’incarico di realizzare un pregiato violino, destinato a uno dei violinisti più in voga dell’epoca, Jean-Marie Leclair.
Il prezioso strumento venne consegnato all’artista di Lione, che lo utilizzò sapientemente, arricchendo le sue opere con una melodia definita angelica.
Leclair era stato un artista straordinario, tuttavia, negli ultimi anni della sua vita, aveva sviluppato una forte misantropia, derivante probabilmente dal disprezzo della società del tempo. L’unica cosa che riusciva a consolarlo era il suo violino, con il quale aveva instaurato una relazione quasi morbosa. Ovunque andasse, non se ne separava mai.
All’età di 67 anni Leclair venne pugnalato nella sua abitazione da un sicario rimasto ignoto. Il violinista, conscio che sarebbe morto di lì a poco, decise di trascorrere gli ultimi istanti della sua vita con ciò che più amava, il suo violino. Si trascinò fino ad afferrarlo e lo strinse al petto e, in questa posizione, morì.
Leclair venne ritrovato dopo due mesi, ancora con il violino stretto al petto. Il sangue sulle mani di Leclair aveva macchiato il violino, che da quel momento venne definito “il violino nero”. Nonostante gli sforzi che vennero fatti per ripulirlo e restaurarlo nessuno è mai riuscito a rimuovere quelle impronte.
Secondo alcune voci il violino sarebbe stato posseduto dallo spirito di Leclair e che ogni mattino sarebbe ritrovato in un posto diverso rispetto a quello in cui era stato lasciato la sera precedente. Altri racconti narrano che al momento del ritrovamento del corpo, fosse stato difficile separare il violino dalle braccia del cadavere, tanto fosse stretto al petto.
Dopo la morte di Leclair il violino scomparve per più di due secoli, fino a quando una famiglia benestante avrebbe contattato Guido Rimonda, noto violinista e direttore d’orchestra italiano. La famiglia gli offrì in dono il violino nero, ma non chiese nulla in cambio, nonostante il valore economico dello strumento.
Secondo altre fonti Rimonda avrebbe effettivamente acquistato lo strumento, pagando una cifra non meglio specificata.
Ad oggi il violino nero è ancora nella mani di Rimonda, che ha il privilegio di suonare, non un semplice strumento, ma un vero e proprio pezzo di storia.