Certamente il mio intervento aveva risvolti paradossali e ironici, non voleva essere né un incoraggiamento né un compiacimento circa comportamenti assurdamente arrischiati. E Hardanal è un collega milanese che parla con cognizione di causa in questo campo, perché ricordo che la prima vicenda che ha raccontato al forum non era un racconto lieto.
Quindi anch’io sto certamente attento a chi carico, in misura crescente: in passato non nascondo d’essermi fidato di prime impressioni e posso semplicemente dire che non mi è mai andata male. Ma non buttare con una persona con cui poi non scocca la scintilla l’impegnativo supplemento della prestazione domestica sarebbe, come scrivevo, già una buona ragione per metterle alla prova prima e in altro modo.
C’è però un concetto generale che mi premeva mettere in rilievo e cioè che, come ho già scritto nella discussione “OTR passion”, l’intensità esistenziale si paga, non solo in denaro, ma anche in energie fisiche e intellettuali, in quote di rischio ecc. Si può senz’altro condurre un’intera vita nel nido delle proprie sicurezze, ma secondo me ci sono conoscenze di sé, dell’altro in generale, del femminile, della propria città…, che richiedono si metta sul piatto qualcosa di più. E personalmente, mi sembra di intendermi bene con Zumione, io nel brivido della sorpresa di una persona o di un ambiente sento qualcosa cui non so rinunciare.
Un secondo punto è che io, pur essendo agli antipodi del pensiero politicamente corretto (che è solo un altro, l’ennesimo, perbenismo), penso che la concreta conoscenza che nasce dal vissuto porti ben oltre i pregiudizi. Qui di nuovo sono sicuro che io e Hardanal possiamo avere delle esperienze comuni, dei bassifondi della nostra città. Conosciamo viale Ortles di notte, Dario Argento avrebbe potuto ambientarvi un horror. Il dormitorio dei senza tetto, il giardinetto buio chiuso dal cancello, polizia sempre in giro, personaggi inquietanti a passeggio. Delle ragazze al lavoro, essendo peraltro quasi tutte rumene zigane, sarebbe facile pensare apriori di restare alla larga. Beh, sappiamo entrambi che non è così vero in generale, pur fra molti alti e bassi di rendimento e simpatia. E soprattutto, con una puntata relativamente al buio nel lontano 2012 (appunto a proposito delle esperienze verso cui può “aprirci” l’azzardo), ho guadagnato una delle più gradevoli compagne di giochi erotici, che ancora mi porto a casa e che, zingara al 100%, mi ha sempre colpito per l’attenzione all’igiene, oltre che per una delicatezza e discrezione di modi (non uso il troppo borghese termine “educazione&rdquo che non so se ritroverei in molte sue coetanee italiane. Posto che abbia senso dirlo, oggi ci sarebbe qualcosa in meno nello svolgimento della mia esplorazione della sessualità se allora, per auto-difesa preventiva, non avessi fatto la prova.
Grazie per aver espresso con semplicità e chiarezza un modo di approcciarsi alle esperienze che condivido pienamente. K+