Uno sfizio che ho voluto togliermi prima di sparire dalla circolazione italiana, è stato di passare un po di tempo in santa pace con Simona.
Di lei ho scritto e recensito a josa quest’anno, ma sempre come ottima OTR.
Questa volta recensisco di lei nell’ultima esperienza in loft, o meglio in hotel.
Era da tanto che la sognavo in un letto e l’occasione è venuta di recente.
Ci siamo accordati per telefono il giorno prima per vederci di tardo pomeriggio.
Impegno concordato 2VU + hotel.
Abitando lei in provincia, l’ho raggiunta in una località a lei vicina e dunque ci siamo avviati in un motel da “sogno” dove ero già stato e mi ero trovato molto bene.
All’appuntamento Simo si è presentata vestita in modo molto sobrio, ma, a mia richiesta, con una borsa entro cui aveva le sue famose scarpe trasparenti , che normalmente indossa nel periodo estivo e che a me fanno sempre impazzire .
Dopo la doccia insieme, dove abbiamo cominciato a lavarci, toccarci e limonarci, lei ha atteso il mio arrivo sul letto, dove l’ho trovata nuda, con autoreggenti nere e i suoi famosi sandali trasparenti indossati.
Il clima era rilassato e tranquillo e ci siamo presi il nostro tempo con assoluta comodità.
Dopo una buona mezzora di dialogo con alternanza di baci, carezze e limonate reciproche (ci conosciamo da tanto di quel tempo che ormai possiamo considerarci intimi), sono passato all’azione occupandomi dapprima dei suoi capezzoli che adoro ciucciare e strizzare (pur essendo tette da prima, ha due capezzoli belli scuri e larghi come Havana Ginger, come piacciono a me) per poi scendere ad assaggiare la sua piccola fessura, pulita e profumata.
Sono bastati tre soli minuti di leccate e mordicchiate al clito, che ecco giungere una bella fuoriuscita di liquido caldo, che correndo tra le sue natiche si riversa sulle lenzuola.
Non paga del godimento però Simona mi incita a continuare perché, come dice, viene sempre brevemente la prima volta, ma insistendo la seconda viene con un maggior impegno.
Io però non mi accontento di lavorare da solo e , messomi supino, la faccio mettere sopra di me per inaugurare un bel sixtynine.
Passano dieci minuti almeno e le sue ingoiate di cazzo cominciano a fare il loro effetto, per cui devo fermarla per non capitolarle in gola, ma lei si lamenta che vuole ancora essere leccata, perché mi dice che mi prendo cura bene della sua fichetta e le piace molto quello che sto facendo.
Lasciata la sua bocca, col membro granitico, proseguo dunque nell’opera di saggio, occupandomi di quella fessura che ora si è allargata tanto da accogliere le mie 3 dita che introduco, mentre con la lingua continuo l’opera di esplorazione e titillamento.
Ci vogliono altri 15 minuti di estenuante lavoro di lingua per avere il suo godimento, che giunge violento, spasmodico e innaffiante.
Con la mandibola dolorante e la punta della lingua consumata mi sollevo da quella fessura gocciolante e mi godo lo spettacolo di Simona che , non paga, continua ilo suo godimento masturbandosi con entrambe le mani e contorcendo il viso.
Ancora col sapore di lei che mi esce dalle labbra mi avvicino al suo viso e la bacio sulle guance, con lei che ancora ansima del suo secondo godimento.
Devo attendere il suo passaggio in bagno prima di riaverla tutta per me; ma quando ritorna, non aspetto che si corichi sul letto e , alzatomi,(già mi ero indossata la protezione) la costringo a mettersi a pecora; con una mano le faccio inarcare la schiena abbassandola, mentre con l’altra le apro le natiche aprendo nel contempo anche la sua scura fessura, ancora umida e gocciolante.
Così com’è in quella posizione me la prendo, inserendole la nerchia in tutta la sua lunghezza e stantuffandola con un ritmo continuo e crescente.
Voglio godermela in quella posizione, sono stato troppo abituato a venirle in gola quando fa l’OTR , che adesso desidero un rapporto “normale”.
Continuo per un tempo che non calcolo, assaggiandola a mission, poi girandola e trovandoci sdraiati pancia contro schiena (sua), poi lei sopra seduta, per poi concludere di nuovo a pecora, col mio godimento che giunge da lontano e mi sconquassa con brividi in tutto il corpo e mi fa urlare e ragilare e nitrire come un animale in calore.
Non appagato di tanta crema riversata nella protezione, estraggo la nerchia ancora dura e, tolta la gomma chiedo a Simona di prendersi cura dell’amico, avvicinando la mia intimità alla sua bocca, che, apertasi, mi ingloba tutto inaugurando una pompata solenne senza mani.
Così in piedi come sono, sudato come un maiale, la lascio sedere sul bordo del letto e le lascio fare quel secondo lavoro di pompaggio, che è meglio che essere in macchina, perché , da quella posizione dominante, mi permette di godere il movimento della sua testa, il lavorio della sua lingua e di quella bocca che , dolcemente ingloba e ingoia tutta l’asta fino alla radice.
Esausto, mi sdraio sul letto, perché le gambe non mi reggono più, ma la nerchia ancora dura agogna un'altra venuta, che a Simona imploro.
“Non c’è bisogno di pregare” mi risponde lei , “lo sai che mi piace farti godere” rincalza…. ed è così che riprende quel ritmo inesorabile e continuo, prima lento e poi veloce, con quelle stupende attese dove la lingua di Simona esplora la lunghezza dell’asta un po davanti, poi dietro, poi in punta, poi saggiando quelle palle gonfie, per poi occuparsi di nuovo del glande ed infine ingoiando ancora tutta l’asta nella sua lunghezza e grossezza, fino a che rivengo di nuovo e questa volta direttamente nella sua gola e mi domando se ha bevuto tutto o se è riuscita a trattenere.
Il rumore del suo sputo in bagno mi riporta alla realtà e mi obbliga a domandarle per l’nesima volta, come cavolo fa a non bere tutta la crema trovandosi a sorbire quei getti inesorabili sulle sue tonsille.
Lei mi guarda e col suo solito sorriso mi risponde semplicemente dicendo …. “è arte”…
Al che sorrido e mi rivesto, non prima però di essermi rifatto una doccia.
Rientrando verso il luogo dove la lascerò, mi trovo spesso a guardarla mentre guido e in quei momenti penso a com’è di aspetto Simona, non brutta, è vero, ma nemmeno attraente; è quel tipo di donna che se la incontri per strada non la caghi nemmeno perché non ha niente di particolare, eppure ci sono stato insieme non so quante volte e anche questa volta me la sono goduta con gran desiderio e appagamento.
In realtà credo che tutte le donne siano speciali, a modo loro e non è bello giudicare soltanto dalle apparenze.
Con questo pensiero in testa la saluto, ci abbracciamo e ci baciamo, sapendo che non so quando e se la rivedrò ancora.
Rientrando all’ovile , una lacrima esce mentre penso a lei .
Rag. Fantozzi.