Stasera passata, trovandomi con le palle piene, ho dato una scorsa alle vostre rece in cerca di ispirazione.
Sono passato poi ai motori di ricerca facendo qualche chiamata informativa, ma senza trovar nulla.
Il pensiero della mulattina appena incontrata e non consumata, mi spingeva verso le coloured-women, ma i rate eccessivi chiesti mi hanno portato a sfogliare vecchi nomi sull’agenda.
Mi viene in mente la mia vecchia amica Perla, che frequentavo negli anni passati, una bella donna matura di colore , nera, ma proprio nera; trovo il suo numero, la chiamo e inaspettatamente mi risponde. Si ricorda subito di me e mi chiede dei nostri amici in comune, ormai lontani anni luce. Parliamo del più e del meno fin’chè le chiedo se lavora ancora. Certo che si, - mi dice - ma soltanto con amici collaudati e di vecchia data, non voglio rischiare con nuovi.
Le chiedo il menù e mi risponde che è il solito e che corrisponde pressoché a tutto, escluso swallow.
Le chiedo il rate e mi risponde che se mi fermo un po di tempo con lei e le offro qualcosa da bere in un bar decente, si accontenta di VU, in nome della nostra vecchia amicizia, simpatia e conoscenze comuni con cui abbiamo diviso allegrie e amarezze in passato.
Fantastico. Mi preparo e corro da lei in centro città. Lascio l’auto parcheggiata e mi avvio a piedi, perché il suo pied a terre si trova in zona off limits alle auto.
La chiamo, mi apre, salgo e me la trovo sull’uscio (s)vestita di tutto punto, con sandali a zoccoletto con tacco vertiginoso, calze autoreggenti e una vestaglietta che si vede praticamente tutto ; mi viene incontro e mi stampa un bacio forte sulle labbra, mi abbraccia e mi accompagna a braccetto nel suo regno .
Inizia il dialogo e va avanti per un buon 15 minuti nei quali la vedo spogliarsi e rivestirsi per essere presentabile al mondo esterno. Quando è pronta mi guarda e mi chiede se è presentabile, al che la fermo e, col mio innato senso estetico , correggo le sue stravaganze ed esagerazioni , per evitare di essere scambiato per il suo pappa girando a passeggio con lei. Ciònonostante quando usciamo lei indossa i suoi immancabili e vistosissimi sandali con tacco 12, senza calze, con una gonna corta e con un cappottone che le copre tutto fin quasi le caviglie . Ci incamminiamo verso la mia auto che, purtroppo, è un po distante e, lungo il tragitto, noto un po di facce girarsi a guardarci, e immagino che stiano guardando lei con commento erotico e me con commiserazione.
Passiamo la prima parte della serata ad un lounge bar, dove il mio portafogli comincia a liberarsi e a colmare il vuoto rimasto oltre i VU . Parliamo, ridiamo e rimembriamo e finiamo col baciarci. Al che le propongo di rientrare, non per altro, ma notavo che l’intera sala ci guardava fin da quando eravamo entrati; effettivamente una donna di colore, bella, appariscente e con abiti da serata hard , insieme ad un bianco, con cui si bacia, non ci lasciava inosservati.
Pago e usciamo, saliamo in auto e prima di avviare il motore lei mi mette la mano sulla patta, si avvicina e, dicendomi che sono stato gentile e carino come sempre, mi stampa un bacio sulle labbra intrufolado la lingua in bocca, che sa di alcool.
Rientriamo a casa sua e, lungo il percorso a piedi, mi devo sorbire ancora gli sguardi curiosi dei passanti e spero vivamente di non essere stato notato da qualche conoscente. Saliamo, entriamo e ci accomodiamo sul letto continuando a limonarci. Con la scusa che bacio bene (così mi dicono tutte) andiamo avanti per un bel po , toccandoci ed esplorando i nostri corpi. Decido di prendere io l’iniziativa e la spoglio di tutti gli indumenti, alternando un bacio ad ogni indumento lasciato sul pavimento, così fa altrettanto lei, fin’che rimaniamo io nudo completo e lei nuda con i suoi sandali a zoccoletto che mi fanno arrappare.
La vedo nella sua nudità e nella sua interezza, con tutte le sue 50 primavere ormai superate e vedo che non è cambiata affatto, la pelle è morbida e soda, i seni sono pieni e ancora naturali e i capezzoli scuri sono turgidi e svettanti, c’è soltanto un filo di pancetta di cui si lamenta, ma che a me ispira sensualità.
La lascio in piedi così com’è, come mamma l’ha fatta, coi suoi sandali ai piedi ed io seduto la accarezzo tutta e le passo le labbra sul suo corpo, facendola ansimare e vibrare quando con la lingua esploro l’ombelico, il plesso solare, i fianchi e salgo attaccandomi ai suoi seni con le mani aperte e poi, alzandomi, li accarezzo, mentre con la lingua stimolo i capezzoli e li suggo con le labbra e li strizzo coi denti e via via risalgo la china lungo il collo, mordendo la spalla e il muscolo trapezio, afferrandole i deltoidi, salendo quindi sul mento, sulle gote, soffermandomi sul padiglione auricolare, dietro i lobi, e ritornando sulle guance e sulle labbra, dove ci soffermiamo limonandoci e abbracciandoci come due veri amanti.
Siamo nudi , uno contro l’altra, sdraiati di fianco sul letto, face to face, ci baciamo ancora, ci tocchiamo e sento il cazzo duro che preme sul suo pube e il desiderio di lei è ormai opprimente che mi sembrerebbe naturale penetrarla così come siamo. Questa volta però è lei che rientra in sé per prima , si scosta silenziosa per un momento e torna verso me, afferrando tra due dita una protezione, ma non me la indossa , perché decide di scendere e baciarmi l’intimità afferrandola con una mano e saggiandola prima in punta e poi tutta come solo lei sa fare , facendoselo sparire nella sua bocca capiente e giu giu oltre la gola con un ritmo dolce e cadenzato .
Il suo movimento è un sogno reale; vedere la sua testa nera salire e scendere coi suoi capelli ricci e folti muoversi al suo ritmo, i suoi occhi che mi guardano e non si scostano dal fissarmi in quel suo movimento incessante: mi sembra di oltrepassare i limiti del nirvana .
Tiro la testa indietro e mi godo quel suo movimento per pochi secondi e quando riporto lo sguardo verso lei mi rendo conto che con grande abilità mi ha indossato la protezione usando le labbra e la bocca.
Non distogliendomi lo sguardo di dosso , mi lascia supino e mi sale in groppa cavalcandomi, prima lentamente e poi ad un ritmo sempre più veloce, quasi forsennato, ansimando e lamentandosi di piacere. Gode veramente e questo suo lasciarsi andare mi fa scordare completamente che sto vivendo un amplesso con una profe e non con la mia amante. Ma il trasporto è tanto intenso che è come se vivessi un attimo di una vita insieme. Ci guardiamo, sorridiamo e ci baciamo e io le sussurro che sto bene con lei ed è come se l’amassi . Il gioco lo conduce lei e quando sente l’inizio della mia stanchezza si sfila dalla nostra unione e se lo riprende tra le labbra riportandolo alla sua virilità. Poi lo abbandona e risale per ritrovare l’unione delle nostre labbra ed io sento il sapore di fragola del condom che mi sveglia da quel torpore paradisiaco.
Decido di prendere il sopravvento io , la faccio girare in dogstyle , le apro le natiche e la penetro dolcemente, alternando un dentro e fuori molto arrappante , osservando il suo corpo inarcato, i suoi glutei belli sodi e pieni, il suo buchetto che tende ad aprirsi, la sua yoni aperta e gocciolante che mi accoglie ad ogni mio ingresso, le sue gambe ancora belle e i talloni dei sui piedi che calzano quei sandali a zoccoletto, tacco 12 che mi fanno quasi venire.
Non ci vuol molto a che da quella posizione si sogni di oltrepassare quel buchetto che tende naturalmente ad aprirsi e lei, quasi a leggermi nel pensiero , non dice nulla, ma con una mano afferra un tubo di crema poco distante e con due dita si cosperge l’orifizio di lubrificante, facendo entrare prima un dito, poi due. Tutto questo avviene, come un sogno, mentre io da dietro la pompo tenendole aperte le natiche.
D’un tratto , ancora in dogstyle, volta il viso verso me e mi dice tre parole : “sai cosa fare”.
Ed io so perfettamente cosa vuol dire e senza aggiungere altro sfilo il membro dalla sua prima porta per bussare alla sua seconda porta, che mi accoglie con gran festa senza ostacolare il passo. La penetro di gran gusto, prima lentamente e profondamente , per poi aumentare il ritmo fino ad un movimento continuo e veloce , costringendo le pareti anali ad ammorbidirsi e ad allargarsi , adeguandosi alle pulsioni del sangue che fluisce nel mio membro ormai granitico .
Purtroppo dal sogno mi desto quando mi accorgo che il condom sta per sfilarsi , ormai srotolato alla base del glande. Mi fermo improvvisamente e lo sfilo lasciando la gomma fuoriuscire dall’orifizio. E’ andata di culo si potrebbe commentare sarcasticamente, avrei rischiato di venirle dentro a nudo e crudo; meno male che me ne sono accorto. Resasi conto anche lei, sfila il condom dal suo culo con le dita e commentando con un “che peccato, stavo quasi per venire di nuovo” , si gira verso me, mi bacia sulle labbra, occupandosi quindi del cazzo , inaugurando una nuova pompata che di li a poco esplode, donandole un mare di crema nella sua bocca che prontamente trattiene fino allo svuotamento in bagno.
Ci laviamo entrambi e tornati sul letto ci godiamo il riposo dei guerrieri che hanno ancora combattuto una battaglia di sesso e amore al tempo stesso. Ci tocchiamo, parliamo, ci baciamo ancora, ma questa volta con delicatezza e dolcezza e mi vien voglia di fermarmi da lei a dormire, ma è lei a invitarmi ad uscire, perché di li a poco dovrà andarsene anche lei . Ci rivestiamo insieme, ci salutiamo, ci baciamo e abbracciamo come due amici veri e mentre sto per andarmene mi accorgo che non le ho ancora dato il suo VU e lei non me lo ha chiesto. Non sono uno stronzo , per cui glielo dico e le consegno il dovuto sentendo il suo commento con un “ah, non ci avevo più pensato” . E’ stato tutto tanto intenso al punto che , rientrando all’ovile, mi trovo a dire tra me e me “La grande bellezza”, con riferimento alla mia serata, che non ha nulla a che vedere con il film da Oscar di Sorrentino.
E’ vero , credo di essere fortunato , perché mi riesce ancora spesso di vivere momenti intensi come quello di stanotte con molte delle donne che incontro .
Questo resoconto l'ho scritto di pugno, senza correzioni, né revisioni, mi scuso dunque di possibili errori di scrittura, e lo pubblico adesso alle ore 1,19 del 6 marzo 2014.
Grazie di aver avuto il coraggio di leggermi.
Rag, Fantozzi