Ma un drago può andare in piscina....:-))))
vado in piscina a farmi qualche vasca ...... che è meglio !!!!!!!!!!!!!!!!! ..............
3pay
Ma un drago può andare in piscina....:-))))
vado in piscina a farmi qualche vasca ...... che è meglio !!!!!!!!!!!!!!!!! ..............
Bella storia Don
LINK: http://www.torinoerotica.co…+RUSSA_72063.html
CITTA DELL'INCONTRO: Bologna
NOME INSERZIONISTA: Barby
NAZIONALITA': Russa
PRESENZA: Turnante
ETA': Su qualche annuncio devo aver letto 30 o 32, ad occhio gliene avrei dati tra i 27 ed i 29
CONFORMITA' ALL'ANNUNCIO: il volto è coperto ma il resto è quello che ho trovato
SERVIZI OFFERTI: BJ – RAI1 – DATY – FK
RATE DI PARTENZA: 2VU
RATE CONCORDATO: 2VU
DESCRIZIONE FISICA: Quasi 1.80, viso dolce, capelli castani, corpo disegnato da saggio artista
ATTITUDINE: Pericolosa, inteso in senso positivo
REPERIBILITA': Ho visto di meglio, ma se sono qui a raccontarvelo vuol dire che l’ho trovata (forse).
LOCATION: Ok
BARRIERE ARCHITETTONICHE: Sì
INDEX: IDX3da1c249a43526d8f1950d70ff405738
Racconto (Titolo: Mistero onirico)
Ha un’architettura curiosa, sembra un altoforno o i camini delle vecchie case coloniche.
E’ sempre lì, quello strano palazzo, lui fa la guardia all’uscita 9, e oggi sembra volermi dire: “Ci vediamo spesso ultimamente”.
Un gruppo di anatre mi sorvola nella classica formazione a V, come un segno premonitore, quasi ad indicarmi l’obiettivo.
Grazie, so già dove devo andare, conosco quel posto.
È una serie di immagini, già viste, di già conosciuto, che potrebbero, suonare di routine, di banalità.
Sembra una visione onirica, quella di inseguire, su uno sfondo familiare, una donna ignota, senza volto, come è lei nelle foto.
Fase 1: Tiro, balzo felino sulle scale, porta socchiusa, entro.
A questo punto la fase 2 prevede: saluti, presentazioni, questione onerosa e bagno, invece no, perché ciò che impelle, al momento, è chinarmi sul pavimento e cercare la mandibola che mi è caduta quando l’ho vista.
Dicono che la bellezza non esista, o meglio non è presente in natura, ma è dentro di noi.
Quindi sarà pure soggettiva ma, da dentro me, il volto di questa visione onirica è qualcosa di spettacolare.
E oltre al volto tutto il resto segue di pari passo, così come lo seguo io con gli occhi, per circa 180 centimetri (tacchi esclusi).
Questo è il biglietto da visita, un buon biglietto da visita, ma per chi come me, dalle nostre dottoresse, cerca qualcosa oltre l’aspetto grafico, è il momento di iniziare la visita.
In un atmosfera soffusa, lei è soft, è tanta, e parlo di proporzioni, non è una ragazza abbondante come forme, ma è pur sempre uno e ottanta.
È coinvolgente senza essere invadente, attraente senza esser dirompente.
Efficace e rilassante mentre ravviva il bollente spirito, ed io ne accarezzo le lunghe curve.
Forse, sul principio non è coinvolta quanto è coinvolgente, è professionale ma un po’ si lascia andare, soprattutto quando c’è da introdurti ai suoi ritmi, che sono allegri, con brio e partecipazione.
Aggiunge pepe all’andatura perché non è succube delle tue mosse, bensì complice.
Una visione onirica, palpabile (anche in senso stretto ), ma di nuovo senza volto, quando mi stringe con la testa affondata sul cuscino.
Un fotogramma di serenità e quiescenza che dura qualche secondo, poi sembra quasi svegliarsi di soprassalto, per concedermi di arrivare a lei.
Di andare in profondità, nei suoi pensieri, nelle sue paure, veramente in lei.
In quella persona che, con il suo nome d’arte, condivide ben poco. E non è solo l’assente somiglianza fisica col gingillo plasticato, ma anche percettibile presenza di qualcosa in più sotto il bulbo. Non poco.
Vellutata pelle come raso con nulla in dosso, morbida e leggermente ruvida quando mi abbraccia con elegante maglione di lana che lascia facilmente intravedere il nulla (o il molto) sotto.
Ho rischiato di perdere la mandibola prima, ora potrei (e vorrei) perdere la cognizione del tempo, come in un sogno, e fingere di essere appena entrato per cominciare di nuovo.
Nella frenesia dei tempi moderni, poco fuori una passante mi urta sul marciapiede e mi accorgo di essere veramente in S. Donato.
Allora non era un sogno. O forse si.