Salve Paccobomba,
Conversazione interessante. Secondo il mio parere, il razzismo non va affrontato come una certezza matematica, o come una cosa binaria. Purtroppo è stato elevato a crimine che più criminale non si può... e allora si ha paura e invece di parlare con allegria si finisce con reazioni tipo quello di Benedettopastore... "(Bestemmia) Una marea di cazzate!"
Insomma viene dato dell'idiota / criminale a chi risconosce certi schemi soltanto perché il riconoscitore parla in modo generalizzato, non 100% preciso e binario o matematico. Si ha una paura fottuta che da lì a poco si passa a Hitler e campi di concentramento. L'importate "ideologico" (cioè immaginario) è una uguglianza che non c'è e non ci sarà mai.
Fa incazzare perché offendi un sogno, un "bel dì vedremo".
La realtà è invece razzista assai e a tal punto che le generalizzazioni hanno senso per chi non vive di sogni, ma appunto, nella realtà. Il "qui e ora".
Le famiglie umane (commistione inestricabile di cromosomi e cultura) non sono uguali e ogni tentativo di imporre un'uguaglianza (che non c'è
finisce per fare moltissima violenza e peggiorare le cose. Si criminalizza l'ovvio e l'osservabile e lo si fa in nome di una speranza che poi a guardare bene è di moda solamente nei paesi "bianchi" specialmente di ceppo anglo-sassone e protestante... e perciò, con deliziosa ironia è una moda a sua volta razzista.
Già, l'antirazzismo è razzista!
Il Giappone è incredibilmente razzista... L'India idem (si fa pubblicità per creme sbiancanti)... Il Sud America è razzista, ma in un modo non pensante, quasi organico.
E allora - wow! - gli zingari non sono come i finlandesi, e i tedeschi assomigliano poco ai pigmei e quelli che vincono le corse di velocità - sono più neri che bianchi e il compianto Mennea era una bella eccezione...
E quelli responsabili per aver trasformato la Svezia nella capitale degli stupri sono svedesi solo sulla carta. E c'è una sproporzione di criminalità enorme tra i bianchi e neri d'America e d'Inghilterra... e c'è una sporporzione gigantesca tra le varie famiglie umane tra chi rilascia brevetti per nuove invenzioni e chi no. I dati sono lì e dall'altra parte c'è soltanto "un bel dì" vedremo.
Uno dei motivi di questa nostra repulsione verso il razzismo, verso l'ovvio e osservabile e statisticamente rilevabile è la vittoria dello stato sulla cultura. Le leggi - almeno sulla carta - sono uguali per tutti. E allora per farle funzionare s'impone quell'uguaglianza che non c'è.
Il simbolo di questo approcio è "Giustizia" la "dea" bendata (cioè artificialmente accecata) con un bilancino in una mano e una spada nell'altra. Il simbolo della cultura è invece la Madonna con occhi aperti e un bambino in braccio.