Brenda
Di solito le escort non rivelano il loro vero nome. Lei invece, con grande semplicità e sincerità mi ha subito detto il suo: “Mi chiamo L....., hai visto l’iniziale tatuata sulla mia caviglia ?”
A dire la verità io quelle gambe lunghe ed affusolate le stavo ammirando da un po’ e del tatuaggio non mi ero neppure accorto. Mi ero accorto, questo si, del suo lato B da infarto, quando si voltava e faceva qualche passo. Un lato B alto e tonico, da brasiliana, o anche meglio
Del resto tutto di lei mi piaceva e mi eccitava, le labbra rossa e turgide, gli occhi neri penetranti, i seni non grandi ma perfetti...e poi...e poi...e poi.
E poi la voce sensuale e... carica di promesse.
&ldquo
istenditi che ti faccio un massaggio, se ti va”
”Massaggio si, ma total body” rispondo io.
Non sapevo a che cosa andavo incontro.
Sarà stata la musica martellante, sarà stato lo specchio sulla parete davanti al cuscino, saranno stati quegli splendidi seni che intravedevo ballare e strusciarsi sulla mia schiena e sui miei glutei, ma io sentivo tutte le fibre del mio corpo che si tendevano allo spasimo e dalla bocca, mi uscivano parole e suoni incontrollati. La sua bocca invece ad ogni passaggio veniva a sospirare e gemere vicino alle mie orecchie, sfiorandole poi con la lingua e con le labbra.
“Basta, non ce la faccio più, fammi girare”
E mi giro, e lei mi bacia sulle labbra, sui denti. Mi infila la sua lingua calda e saettante in bocca e fa strage di tutto quello che rimane della mia coscienza. Potrebbe farmi fare e dire qualunque cosa in questo momento. Io obbedirei come un cagnolino.
Poi scende in basso e continua il massaggio. Con la lingua e con la bocca, sempre.
Mi bacia il torace, i capezzoli, e poi sempre più giù.
Io mi sento già da tempo al massimo dell’erezione, forse da quando mi ha baciato, forse da quando mi ha aperto la porta, o forse da quando ho sentito la sua voce al telefono per la prima volta, non lo so. Ma la lingua di Brenda lo avvolge, lo titilla, lo stuzzica, lo schiaccia, lo aspira, lo preme, lo morde. Non so più dove sono, come mi chiamo. So solo quello che sto facendo, che mi sta facendo.
“Adesso tocca a me” riesco a dire con voce rauca e spezzata. La faccio girare, metto la bocca tra la sue gambe e, raccolti tutti i barlumi di coscienza che mi restano, faccio lavorare, come meglio riesco, la mia lingua e le mie labbra.
Lei si contorce, geme e si dimena, ma ha più coscienza di me. Riesce con destrezza ad infilarmi il condom e poi mi tira su di se con un sospiro.
Entrare in lei, a poco a poco, è una sensazione indescrivibile.
&ldquo
io, fa che sia altrettanto bello per lei quanto lo è per me”
E magari lo è. “Sei grande, mi piace così, continua, non fermarti ” mi sento dire.
E chi si ferma? Le bacio il collo, le sfioro le orecchie con la lingua..
”Ti amo” le parole escono da sole. “Amore...” mi sembra di sentire, ma sarà la musica, sarà il vento caldo su questa spiaggia bianca, sarà il mare tiepido che bagna le nostre gambe ed i nostri corpi. Noi in realtà non siamo lì su un letto, siamo in mezzo agli elementi e facciamo l’amore come un uomo ed una donna che si incontrano in un paradiso ai tropici e pensano solo a prendere e dare piacere.
L’onda arriva improvvisa alta e fragorosa e ci travolge. Sento lei che grida, sento la mia voce incontrollata. I nostri movimenti sono convulsi poi si calmano. Il mare è di nuovo piatto.
Venire insieme è divino.
Lei continua a baciarmi dolcemente. E sorride al mio essere stupefatto, incantato da tanta grazia.
Fa caldo ora. Il paradiso dei tropici continua ad essere molto vicino. Anzi è proprio qui.