Gnocca forum
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Dupanèt
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WLForever:

schtrumpf:

grazie, Fab Three... i complimenti del Triumvirato di Bologna mi riempiono di orgoglio!
Troppo buono! WLF
complimenti Schtrumpf....veramente un bellissimo racconto
non credete a tutto ciò che scrivo....le invento soltanto ma nella mente le vivo....
WLForever
Sandokan (1300 post)
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schtrumpf:

grazie, Fab Three... i complimenti del Triumvirato di Bologna mi riempiono di orgoglio!
Troppo buono! WLF
Spaz62
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Beh visto ch sei qui sopra direi quadrumvirato.
schtrumpf
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grazie, Fab Three... i complimenti del Triumvirato di Bologna mi riempiono di orgoglio!
non pago per fare sesso: pago per essere libero un minuto dopo.
WLForever
Sandokan (1300 post)
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A leccare la gnocca, succede sta roba?? Se penso a quante ne ho leccate.....!!!!? Applausi! Karma. WLF
Spaz62
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Woowh!!!!!

?
Stantiòn
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splendida...
schtrumpf
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La rana di Asahi

C’era una volta una ragazzina, a Kyoto, che giovanissima venne destinata a diventare geisha ed entrò per il noviziato in una delle più rinomate case della città. Una collega più anziana, cattiva e potentissima, invidiosa della sua naturale bellezza, eleganza ed indipendenza, esperta di magia nera, le scagliò addosso un terribile sortilegio. “Non godrai mai del tuo corpo!” sibilò infuriata, “nessuna creatura potrà mai farti godere del tuo sesso!”, continuò lampeggiando odio dagli occhi pesantemente truccati e ridotti a due fessure. E tuttavia, in ossequio alla sua scuola di magia nera, che era certo malvagia ma non priva di un suo contorto codice d’onore, dovette concedere una possibile, per quanto difficilissima, via d’uscita attraverso un indovinello. “Potrai essere liberata da questo maleficio”, concesse di malavoglia, “solo da chi curerà la ferita della rana con il balsamo della rana…” e qui si concesse un ghigno di soddisfazione, convinta di avere trovato una formula così difficile da non potere essere risolta.

E così fu. La ragazza cresceva sempre più bella ed esperta in tutte le arti che rendono giustamente famose le geishe, ma anche con i frequentatori più attenti e dedicati mai riuscì a provare il minimo piacere. La notizia fece presto il giro della città, data la straordinaria avvenenza della ragazza, ma malgrado i più rinomati amatori avessero provato i rimedi più fantasiosi nessuno riusciva a sconfiggere l’odioso maleficio. Passarono così gli anni e la ragazza diventò donna matura, se possibile ancora più affascinante ed, ahilei, insoddisfatta.

Una sera un vecchio saggio passò dalla casa e subito notò la straordinaria eleganza della geisha e ne chiese la compagnia. Una volta rimasti soli, allo sguardo penetrante del vecchio non sfuggì il velo di malinconia che le offuscava gli occhi. Si fece raccontare tutto, rimase un poco pensieroso, poi esclamò: “Ma certo! Conosco bene quella vecchia strega! E’ davvero crudele ma, in fondo, abbastanza prevedibile…”. La fece sdraiare sulla schiena, con un grande cuscino di raso sotto il sedere. Poi le fece sciogliere il kimono ed aprire le gambe piegate. “Ecco la prima rana!”, esclamò soddisfatto. Poi si avvicinò al suo sesso, poggiò indice e medio sulle grandi labbra e schiuse la sua vulva delicatamente, che brillò di un rosso cupo alla luce tremolante delle candele. “Ed ecco la ferita da curare!”, continuò sicuro di sé. Mentre contemplava la mucosa pulsante, sembrava assorto a ripetere tra sé e sé delle parole, come un mantra o una formula magica… “Passiamo ora al balsamo della seconda rana…”, disse infine con un piccolo sorrisetto compiaciuto. Avvicinò la testa calva e grinzosa da tartaruga e poggiò le sue labbra sul sesso di lei. Cercò il suo bocciolo di carne e, una volta trovatolo, vi poggiò sopra la punta della lingua. Poi, con lentezza e maestria, cominciò ad usare la lingua come un pennello da scrittura, tracciando con eleganza da grande calligrafo gli ideogrammi della celeberrima “rana” di Basho, il più famoso haiku della letteratura giapponese.

IM – MO – TO  STA – GNO

I primi cinque ideogrammi riuscirono giusto a far secernere il particolare tipo di inchiostro necessario a questa strana scrittura.

VEC – CHIO  --  NEL – L’AC – QUA - PLUNF

I secondi sette ideogrammi scaldarono la geisha ad un livello mai provato prima. Alla fine del verso le sue mani stringevano spasmodicamente la testa del vecchio mentre un filo di bava iridescente colava sul cuscino…

DI  RA – GA – NEL – LA

Gli ultimi cinque ideogrammi furono un crescendo parossistico. All’ultimo il sortilegio svanì del tutto, incendiandole il ventre di una sensazione mai provata prima. Un assordante colpo di gong le esplose nel cervello, un gemito strozzato ma potentissimo invase la casa (così che tutti seppero immediatamente), tutti i muscoli del bacino si rilasciarono e contrassero violentemente e scompostamente tanto che il povero vecchio rimase mezzo soffocato. “Bambina mia”, disse ridendo, “è così che vuoi ringraziarmi, spezzandomi l’osso del collo?”.

La geisha, una volta ripresasi, tra le lacrime di commozione, si gettò ai piedi del vecchio dicendogli &ldquoimmi cosa vuoi che faccia per te, esprimi qualsiasi desiderio io possa soddisfare e lo farò con enorme gioia”. Il vecchio, che era sì saggio ma non scevro da strane manie, replicò: “Prima mi è sembrato di affondare la bocca in un bel trancio di tonno crudo appena pescato, per colore e per sapore – ma mancava la salsa di soia…” e si accontentò di mangiare del sashimi di tonno insaporito con della soia versata nella deliziosa fossetta tra i reni di Asahi.

Liberata dal sortilegio (alla strega venne un colpo apoplettico da quando lo seppe, e da allora visse con metà faccia paralizzata ed un filo di bava alla bocca) Asahi non perse tempo a ricuperare tutti i piaceri di cui non aveva mai goduto. Per sempre, tuttavia, di tanto in tanto, quando era sola, per rilassarsi e godere di sé si sdraiava sul cuscino, si apriva il kimono e col dito indice tracciava su di sé il magico haiku:

fu ru i ke  ya

ka wa zu  to bi ko mu

mi zu no  o to

E visse così felice e contenta.
non pago per fare sesso: pago per essere libero un minuto dopo.
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