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Anche oggi ti ho trovato intento a guadagnar giornata e monete, dispensando suggerimenti di manovre e sterzate. Occupavi un posteggio vuoto per conto di un tuo fedele parcheggiator pagante.
Gli improperi degli automobilisti adirati non riescono mai a scalfirti.
Non fai un plissè.
La tua pelle, temprata da notti all'adiaccio, coperto da cielo grigio, gravido di nevischio, e da sguardi di passanti, respinge le offese.
Cerata elastica, impermeabile alla pioggia ed agli sproloqui.
Nelle tue rughe, prematuramente cadute a solcarti il viso, c'è arabescata la tua Storia.
Vieni da un Paese in cui il Natale si festeggia non per tutti il 25 dicembre, dove si leggono ancora bei caratteri cirillici ante-Drinov.
Dove alcune prese di posizione sono ancora molto rischiose.
Lo sapevi, ma hai rinunciato al benessere garantitoti da un titolo di studio raro, preferendo una vita scomoda ma piena di tua dignità.
M'hai riconosciuta subito.
"Cappuccetto Rosso! Quanto tempo passato? Non hai più macchina, sei stata di vacanza? Eri sparita?"
Ti capisco bene, e ti perdono la parlata approssimativa anche meglio.
Chissà quali orrori grammaticali ti sciorinerei io, se parlassi tuo idioma che sa di Mar Nero.
Ti rispondo che no, non sono sparita, solo non capito da quelle parti da un po'.
La tua gentilezza è disarmante.
Memore di una mancia generosa che ti lasciai tempo fa, quando il freddo era già troppo, vuoi offrirmi un caffè.
"Ma non perderai soldi? A quest'ora troppi incazzati col mondo cercano il magico rettangolo d'asfalto per l'auto... Sei sicuro?"
Sì, non hai dubbi.
Mi racconti che non sei tornato a casa per le feste, stavolta.
Tua figlia è diventata madre, ed era tuo desiderio farle un bel regalo.
Raccoglier più volti di Dante da mandare là, dove i letterati più conosciuti hanno nomi zeppi di consonanti e di suoni lontani dai nostri.
Questa la tua missione per Natale 2012.
Ti ha commosso che mi ricordassi la tua storia.
Me la raccontasti quella volta che la mia scassona a due porte tossiva, faceva fatica a riprendersi.
Per ingannare l'attesa, ti avvicinasti non per depredarmi il portamonete, ma per aiutarmi a non sentire il tempo che passava nell'aria di dicembre.
Mi chiedi come proseguono i miei studi, mi chiedi se nelle mie previsioni troverò un degno lavoro ad esami conclusi o mi dovrò barcamenare vita natural durante tra contratti che sono una barzelletta, uno più dell'altro.
La risposta è tristemente nota ad entrambi.
Ci salutiamo, cerchi di rincuorarmi, consigliandomi di non avere troppe preoccupazioni.
Dici che troverò il mio posto nel mondo, anche se non sarà quello che ho sempre sognato, come è stato per te.
Ti accorgi che in fondo, più di ogni altra cosa, non vorrei calpestare certe mie idee.
"Ciao testona dura come io, passa ancora di trovarmi!"
E certo che passo ancora, a trovarti.
Sei caro.
Soltanto mi piacerebbe trovarti in più persone.
Coriandoli di Ruslan sparsi ovunque.
Mi piacerebbe che quest'animo nobile potesse contagiare per mezzi virulenti chi si sente il mondo in palmo di mano, e invece non vale la metà di un tuo capello diventato bianco con troppo anticipo sui tempi.
A presto, R.
Gli improperi degli automobilisti adirati non riescono mai a scalfirti.
Non fai un plissè.
La tua pelle, temprata da notti all'adiaccio, coperto da cielo grigio, gravido di nevischio, e da sguardi di passanti, respinge le offese.
Cerata elastica, impermeabile alla pioggia ed agli sproloqui.
Nelle tue rughe, prematuramente cadute a solcarti il viso, c'è arabescata la tua Storia.
Vieni da un Paese in cui il Natale si festeggia non per tutti il 25 dicembre, dove si leggono ancora bei caratteri cirillici ante-Drinov.
Dove alcune prese di posizione sono ancora molto rischiose.
Lo sapevi, ma hai rinunciato al benessere garantitoti da un titolo di studio raro, preferendo una vita scomoda ma piena di tua dignità.
M'hai riconosciuta subito.
"Cappuccetto Rosso! Quanto tempo passato? Non hai più macchina, sei stata di vacanza? Eri sparita?"
Ti capisco bene, e ti perdono la parlata approssimativa anche meglio.
Chissà quali orrori grammaticali ti sciorinerei io, se parlassi tuo idioma che sa di Mar Nero.
Ti rispondo che no, non sono sparita, solo non capito da quelle parti da un po'.
La tua gentilezza è disarmante.
Memore di una mancia generosa che ti lasciai tempo fa, quando il freddo era già troppo, vuoi offrirmi un caffè.
"Ma non perderai soldi? A quest'ora troppi incazzati col mondo cercano il magico rettangolo d'asfalto per l'auto... Sei sicuro?"
Sì, non hai dubbi.
Mi racconti che non sei tornato a casa per le feste, stavolta.
Tua figlia è diventata madre, ed era tuo desiderio farle un bel regalo.
Raccoglier più volti di Dante da mandare là, dove i letterati più conosciuti hanno nomi zeppi di consonanti e di suoni lontani dai nostri.
Questa la tua missione per Natale 2012.
Ti ha commosso che mi ricordassi la tua storia.
Me la raccontasti quella volta che la mia scassona a due porte tossiva, faceva fatica a riprendersi.
Per ingannare l'attesa, ti avvicinasti non per depredarmi il portamonete, ma per aiutarmi a non sentire il tempo che passava nell'aria di dicembre.
Mi chiedi come proseguono i miei studi, mi chiedi se nelle mie previsioni troverò un degno lavoro ad esami conclusi o mi dovrò barcamenare vita natural durante tra contratti che sono una barzelletta, uno più dell'altro.
La risposta è tristemente nota ad entrambi.
Ci salutiamo, cerchi di rincuorarmi, consigliandomi di non avere troppe preoccupazioni.
Dici che troverò il mio posto nel mondo, anche se non sarà quello che ho sempre sognato, come è stato per te.
Ti accorgi che in fondo, più di ogni altra cosa, non vorrei calpestare certe mie idee.
"Ciao testona dura come io, passa ancora di trovarmi!"
E certo che passo ancora, a trovarti.
Sei caro.
Soltanto mi piacerebbe trovarti in più persone.
Coriandoli di Ruslan sparsi ovunque.
Mi piacerebbe che quest'animo nobile potesse contagiare per mezzi virulenti chi si sente il mondo in palmo di mano, e invece non vale la metà di un tuo capello diventato bianco con troppo anticipo sui tempi.
A presto, R.