Mi aggiungo al coro numeroso di coloro che sono giunti alla Bovisa e dopo un più o meno breve soggiorno se ne sono dipartiti per le loro varie mete e per la loro varia vita lasciando un pezzettino di cuore in un appartamentino di una strada laterale immersa, oggi quando l’ho visitata io, nella neve e in un certo qual ovattato silenzio.
Il personaggio è ormai noto, e già dalla prima impressione che ho avuto mi sento di sottoscrivere in pieno quello che generazioni di utenti del forum sono andati ripetendo. Renata è bravissima, io non ce l’ho fatta a lasciare 1VU, mi sembrava così ingiusto, che per quel trattamento così dolce, così gentile, così puntuale le ho lasciato una piccola mancia. Non aggiungo sigle, descrizioni, tanto è stato detto tutto, e tutto si trova già ampiamente enumerato, però lasciatemi elogiare almeno la precisione con la quale prende gli appuntamenti (se li segna in agendina, li sposta a seconda dei tuoi impegni), la serietà con cui ti tratta (ti avvisa se è in ritardo, risponde agli sms, si scusa per aver guardato il cellulare mentre mi stavo rivestendo) e poi quella dolcezza con cui sembra che, nel momento in cui la tieni tra le braccia, ti tiene tra le braccia, esista solamente tu.
Mentre uscivo dalla sua porta dopo che mi aveva dato un bacio mi accorgevo un po’ divertito che avrei avuto voglia di tornare a trovarla e magari portarle un regalino, una cosetta, qualcosa per farla sorridere, per ricambiare, qualcosa per illudersi che quella dolcezza non fosse solo buone maniere ma almeno un po’ di sincero trasporto, e non è stato facile riportarsi con i piedi per terra. Un po’ ha aiutato la neve, che con quel suo fare morbido, cedevole, arrestava i passi e mi costringeva a pensare e a vedere le cose per quello che sono. Comunque, nonostante la consapevolezza che sia un modo di fare standardizzato, ripetuto con tutti, rimane la serenità di un trattamento che ti fa sentire speciale almeno per un po’. Un pezzettino di cuore è inevitabile lasciarlo.
Io sostengo caldamente la necessità di erigere un monumento alla suddetta Renatina, magari lo posizioniamo nella rotonda di via Imbriani, o sennò disarcioniamo il Vittorio Emanuele, che tanto ha perso da tempo un bel po’ del suo carisma e così la Piazza avrà una nuova scultura che, dal suo piedistallo, guarderà benevola l’affacendarsi dei milanesi.
In alto i calici!
PS: forse sono stato fortunato ma l'ho chiamata 3 o 4 volte per accordarmi e fare cambiamenti di ora, visto alcuni impegni sorti all'improvviso e mi ha sempre risposto subito, una volta anche quasi a mezzanotte, con voce assonnata, solo per dirmi che era tardi e che avrei dovuto provare un'altra volta, ma sempre con tantissimo garbo!