Ciao Senator, come faccio a saperlo ?
Bella rece Rag; ma ki è quel koglione che ti karma meno ?
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Da bravo sentimentale quale sono ho voluto rinunciare ad incontrare una new entry per salutare Marina , dato che tra tre giorni ci saluterà lasciandoci il dubbio se rientrare oppure no a fine anno.
Inutile che mi dilunghi considerato che di lei scrissi per più volte pagine di memorie vissute.
Di diverso dalle altre volte vi è stata soltanto la malinconia provata rivedendoci e salutandoci alla fine, quasi che fossimo due amici di lunga data che , rivedendosi dopo lungo tempo, sanno che , forse, non si incontreranno più.
Accolto come sempre con un lungo abbraccio e un bacio appassionato, abbiamo dialogato per molto tempo prima di trovarci uniti in abbraccio sul letto ed effondere i nostri entuasismi sui nostri corpi.
Lunghi baci, carezze e poi giochi orali reciproci, prima di indossare la mia protezione che faticava a restarmi attaccata.
Un primo amplesso con lei voltata ed io che con entrambe le mani divaricavo le sue splendide natiche ampie, piene e sode e il cazzo che sinuoso scivolava dentro e fuori la sua joni, ma non per molto, perché , come detto, la gomma non voleva sentirne di restare indossata .
E così che dopo due cambi di gomma (di ignobile color rosso) mi trovo eccitato, turgido ed infoiato, abbracciato a lei che, girata supina, si godeva della coltre della mia persona, con ella ansimante che girava il volto alla ricerca delle mie labbra incitandomi ad essere penetrata, mentr’io col vetre sulle sue natiche strusciavo il sesso nel solco cercando ristoro dal suo calore .
In quel gioco torbido e pericoloso è mancato poco che ci penetrassimo senza proteggerci , accecati dall’eccitazione e dalla complicità che ci impersonava a guisa di amanti.
Se non avessi riacquistato la ragione ciò avrebbe potuto accadere in quanto ella , eccitata, mi indusse a prenderla così com’era, fin quando, al mio rifiuto, ebbe un sobbalzo , svegliandosi da quello stato estatico.
Nulla di grave poiché nulla accadde di insensato e una reciproca risata, riportandoci alla realtà, ci indusse a render completa la nostra unione, che portò me a venire sulla sua schiena, così, abbracciati, con il mio ventre su lei e le mie mani a coppa sui suoi seni.
Risvegliatici dal torpore, un lungo e tenero abbraccio , come saluto e l’ultimo sguardo in quegli occhi sorridenti di vita.
Arrivederci Marina e buena vida.
Rag. Fantozzi.
Non so nemmeno chi mi karma più, a parte chi si dichiara.