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Ale-oh-oh
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L'intervento di Neo mi ha fatto tornare in mente un passaggio di un romanzo

Perdonate la lunghezza alla peggio saltate!! ... ma non sono riuscito a tagliarne nemmeno un pezzo!!

Luciano Bianciardi - La Vita Agra

"Non ricorremmo mai, Anna ed io, alle macchine orgoniche. Non ci chiedemmo mai se al momento
della ricreazione, l'interno della presentificazione si presentificasse in una nuova presenza, che fosse
a sua volta ripresentificabile non nella memoria, ma soltanto in un nuovo atto creativo.
O se nell'atto sessuale ciascuno di noi si conoscesse come nascita del mondo in sé e ritrovamento
dell'altro in sé e di sé nell'altro.
Infatti oggi parlano così gli esperti. Altri numerosi tecnici del ramo vanno dicendo che la nostra
civiltà d'oggi vive all'insegna del sesso. L'insegna, sì, il segno, l'ideogramma, il paradigma, il
facsimile.
Dicono: guardate come oggi per vendere un'aranciata la si accoppia a un simbolo sessuale, e così
un'auto, un libro, un trattore persino. A un simbolo, certo, ma non al sesso reale. Un simbolo che
funziona in vista di qualche altra cosa. Tu, dicono in sostanza, desidererai il coito per arrivare a.
Mai il tuo desiderio, dioneliberi, sia per il coito in sé. Deriva da qui l'attivismo ateleologico della
civiltà moderna, da qui deriva, aggiungiamo pure, lo scadimento della professione meretricio.
Come il tornio e la macchina da (per, anzi, se vogliamo accettare la correzione dei venditori d'ogni
livello al soldo del marchese d'Ivrea, pallidi ed efficienti come tanti valvassini) come il tornio,
dicevo, come la macchina da (per) scrivere non sono beni in sé, ma mezzi e strumenti per arrivare al
denaro, così il prostituirsi non è mestiere, che si ama e si pratica perché bello, ma daccapo un mezzo
e uno strumento per procurarsi denaro.
Quindi il metallurgico odia il tornio; io odio la macchina, forse più dei valvassini del marchese
d'Ivrea, e la prostituta odia il coito.
La riduzione di fine a mezzo, qui e altrove, aliena, integra, disintegra, spersonalizza e automatizza,
e così viene fuori l'incomunicabilità, e così viene fuori l'uomo-massa e la prostituta moderna, nelle
sue varie sottospecie di cortigiana, mondana, amante, ganza, mignotta, zoccola, druda, ragazzasquillo,
passeggiatrice, giù giù fino alla battona, alla barbona, alla spolverona e alla merdaiola,
infima categoria che annovera le pestatrici di cacche canine negli stradoni bui di periferia, a notte.
Mai puttana però, secondo vorrebbe la parola antica che indicava, quando c'era, il mestiere. Non a
caso la donna innamorata, accaldata, linfante, si glorierà di quest'antica parola corporativa e ti dirà,
nel momento supremo, fastigioso, quando si allentano i nessi del vivere secondo paradigma - e
allora i simboli svaniscono lasciando soltanto la realtà reale - ti dirà di sentirsi puttana.
Ma per intanto il coito si è ridotto, per la stragrande maggioranza degli utenti, a pura
rappresentazione mimica, a ripetizione pedissequa, e meccanica, di positure, gesti, atti,
trabalzamenti, in vista dell'evacuazione seminale, unico fine ormai riconoscibile e legalmente
esigibile. Il resto non conta, il resto è puro simbolo che serve a spingerti all'attivismo vacuo.
Questo vuole la classe dirigente, questo vogliono sindaco, vescovo e padrone, questurino, sociologo
e onorevole, vogliono non già una vita sessuale vissuta, ma il continuo stimolo del simbolo sessuale
che induca a muoversi all'infinito.
Un simbolo sempre ritrovato, nelle apparenze, e che la gente accetta senza discutere: altrimenti
come spiegherebbe le fortune delle diete dimagranti, del modello stec-coluto e asessuato, il quale
riassume ed eleva a modulo la donna arrivista, attivista, carrierista, stirata, tacchettante, petulante e
negata quindi al coito verace? E infatti essa già mira alla fecondazione artificiale e magari alla
gravidanza in vitro, ove vaghezza la punga di maternità, e insieme mira a ridurre il maschio un
pecchione inutile.
Da tutto questo, mi pare, vien fuori la noia, l'incapacità, come dicono, di possedere gli oggetti, di
entrare in rapporto con i bicchieri, i tram e le donne. Ma io so che la noia finirebbe nell'attimo in cui
si ristabilisse la natura veridica del coito. Lo so, finirebbe anche la civiltà moderna, perché il coito
veridico non è spinta ad alcunché, si esaurisce in se medesimo e, in ipotesi estrema, esaurisce chi lo
compie.
Provate questa sorta di predicazione (evitando tuttavia di chiamarla educazione sessuale, altrimenti
addio i miei limoni e buonanotte al secchio) e avrete ogni anno un certo numero di coppie estinte
per consumazione da eccesso di coito. Lo so bene. Ma i casi mortali sarebbero pur sempre meno
d'un decimo di quelli oggi provocati dai doppi sorpassi in terza corsia, o dallo smog o dalle malattie
cardiocircolatorie.
E non sarebbe forse una bella morte? Gli amanti così periti avrebbero onori distinti, e sulle loro
tombe, erette nei parchi cittadini e nei campi di gioco dei bimbi, altri amanti andrebbero a giurarsi
fedeltà eterna.
E poi ogni anno, al volgere della primavera, ciascun villaggio sceglierebbe il suo bel prato, e lì
s'intratterrebbero, da stelle a stelle, due trecento coppie di copulanti, sullo sfondo del cielo terso,
durante lo strillare delle cicale, ma senza ventilazioni di ninfe biancovelate, con accompagnamento
dei cori che vanno eterni dalla terra al cielo, e in un angolo, gialla, ferma, inattiva, una macchina
trebbiatrice della premiata ditta Cosimini di Grosseto.
Lo so, finirebbe la civiltà moderna: cesserebbe ogni incentivo alla produzione dei beni di consumo,
essendo dono gratuito di natura l'unico bene riconosciuto e durevole; cesserebbe anche l'insorgere di
bisogni artificiali, nessuno vorrebbe più comprarsi l'auto, la pelliccia, le sigarette, i libri, i liquori, le
droghe, e nemmeno giocare a biliardo, vedere la partita di calcio, discutere sul Gattopardo.
Unico grande bisogno sarebbe quello di accoppiarsi, di scoprire le centosettantacinque possibilità di
incastro realizzabili fra l'uomo e la donna, ed inventarne ancora.
Unirsi in piedi, seduti, supini, bocconi, inginocchiati, accoccolati, a caposotto. Eseguire la
penetrazione vaginale, rettale, orale, scritta, telegrafata, intramammillare, subascellare, praticare
l'irrumazione, la fellazione, la podicazione, il cunnilingo e il symplegma trium copulatorum.
Unirsi sui letti, dentro gli armadi, alla finestra guardando chi passa, nei prati di periferia e nella
pineta di Tirrenia, sopra un moscone al largo della costa adriatica, abbandonati al ritmo delle onde e
delle correnti, anche a rischio di toccare l'orgasmo già in acque territoriali jugoslave; negli
scompartimenti di seconda sulla linea di Sarzana, al cinema dietro le tende delle uscite di sicurezza,
per le scale di casa (coi piedi su due gradini diversi, ove trattisi di donne zoppe, neanche esse
escluse dai festeggiamenti), dentro le cabine degli ascensori, nei capanni della spiaggia di Rimini, in
acque salse poco oltre la battigia e frammezzo ai bagnanti, sul piedistallo delle statue di Pomona,
nei palchetti della Scala recubando sulla pelliccia pagata dal Bubù; nei vomitoria dell'arena di
Verona, fra le rovine della cittadella di Pisa, e finalmente sulla poltrona padronale del padrone
Timber Jack, lasciandovi a dispetto e a prova i segni d'una eiaculazione ritardatissima.
Poche persone, ripeto, hanno sinora inteso queste cose: Abelardo, ripeto, il Molinari Enrico di New
York, la mezzala Cherubillo e io.
Non D. H. Lawrence, che stravide tutto tirando a indovinare, non Ovidio, che ci diede soltanto una
galleria di positure da bordello, non il povero Fausto Coppi, troppo tafanato com'era dalla sfortuna e
dal gran bisogno di dané.
No davvero: questo programma massimo, eversore della moderna civiltà, esige purezza di cuore e
assoluta dedizione, rinuncia ai beni mondani e castità di sentire, una specie di voto per un vivere
solitario a due (massimo a tre) lungi dalle tentazioni terrene.
Chi faccia tale scelta, giacché egli mina alle basi il neocapitalismo e il socialismo insieme, si prepari
a vedersi contro tutta quanta la società: fittacamere, portinaie, camerieri di albergo, segretarie di
redazione, colleghi di ufficio, vigili urbani, questurini, preti, sociologi, radicali, comunisti, levatrici,
banche, fornitori, enti nazionali, tutti li avrà contro.
Son cose queste che soltanto adesso, io, e con visibile sforzo, riesco a mettere sulla carta ed
esprimere a parole, ma le scoprimmo vivendole, Anna e io, in quelle due prime settimane o così di
continuo intercorso sessuale, con l'eccezione del tempo dedicato all'alimentazione, al sonno ed
eventualmente al lavoro.
Ma subito, come ho detto, ce li trovammo tutti contro, e primo il dottor Fernaspe, che infatti mi
licenziò. "
I'm not LookingForAbsolution Forgiveness..But before you come to any conclusions TryWalkingInMyShoes
neo_69
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accidenti

"di scoprire le centosettantacinque possibilità di
incastro realizzabili fra l'uomo e la donna, ed inventarne ancora."

Non lo sapevo...ahahah


neo
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