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"Che cosa siano gli uomini oggi non lo sa nessuno, però circa tre milioni di loro cercano la compagnia di una donna a pagamento... Nessuno sa cosa accade durante quegli incontri, che dinamiche, che relazioni, nessuno tranne loro: le donne che di mestiere fanno le prostitute. Loro gli parlano, li guardano denudarsi e ascoltano i loro segreti desideri...".
Così si apre Mai sulla bocca (Baldini+Castoldi), di Stefano D'Andrea che, dopo aver passato due anni su Gnocca forum, principale sito italiano di "recensioni su prostitute", e non prima di aver intervistato un cospicuo numero di professioniste, forte di una formazione da sociologo e di una buona dose di umorismo, ha trasformato il suo sapere in questo libro. La trama: Giorgio, professore associato di Antropologia culturale, ottiene un finanziamento dall'Università di Busto Arsizio per una ricerca di indubbio interesse: cosa cercano gli italiani che fanno sesso a pagamento? Indagherà con le dirette interessate, attraverso il metodo dell'osservazione partecipante ("in pratica una cosa come Sigourney Weaver in Gorilla nella nebbia". All'autore rivolgiamo la stessa domanda: che cosa cercano gli italiani che vogliono il sesso a pagamento? "Per lo più sono uomini sposati che hanno passato i cinquanta. Ma la mia idea di loro è cambiata. Quando ho iniziato, li immaginavo come gentaccia. Cowboy che sfogano bisogni primari nel saloon. Ora li vedo più attraverso le loro debolezze".
Quali?
"Mi viene da dire solitudine, fame d'amore, incapacità di accettare, ma anche di rifiutare, i compromessi della famiglia tradizionale. L'incontro con la prostituta è un momento che cura questa sofferenza, più che sfogare un istinto. E la prostituta, nella maggior parte dei casi, non sa di avere quella funzione, ma istintivamente sa cosa fare".
E cosa fa?
"Incrociando le interviste alle migliaia di recensioni lette su Gnocca forum ho capito che la prostituta segue una sceneggiatura precisa, così cruciale ai fini dell'incontro che, se sbaglia, il cliente ci resta malissimo".
Quale film va in scena?
"Un film d'amore. E provo a spiegarmi: Mario Rossi recensisce Vicky, dice che il posto è pulito, c'è parcheggio, lei è sorridente, corrisponde alle foto, etc. Ma potrebbe aggiungere che, da quella casa, si esce con una 'gfe'. Sta per girlfriend experience ed è l'esperienza più ricercata: significa che in quello slot di mezzora, un'ora, Mario ha vissuto l'illusione di amare ed essere riamato".
Vuole dire che è questo ciò che cerca, secondo le cifre che riporta nel libro, un italiano su dieci?
"Io ho lavorato solo su Milano. E mi sono concentrato su quelle che oggi, per dare un tono alla faccenda, si chiamano escort: le prostitute che ricevono su appuntamento. Le otr (on the road) sono più da consumo. Le escort per me sono personaggi letterari. Dalle loro parole, e da quelle dei loro clienti, sono nati i personaggi del mio libro, e la convinzione profonda che sì, ciò che cercano questi uomini, al fondo, è un sogno d'amore".
Come si allestisce un sogno d'amore nei bilocali che descrive nel libro?
"Con le 'coccole', molto citate sul forum. Con le chiacchiere dopo il rapporto: fondamentali. Poi c'è il fk, il french kiss: il Santo Graal di Gnocca forum. Servizio rarissimo, più costoso dell'anal, che consente di raggiungere livelli di eccellenza. Perché solo il bacio può confermare che questo è amore e noi siamo fidanzati. Ovviamente, perché ci sia girlfriend experience la magia deve durare fino ai saluti".
Recensiscono anche quelli?
"Eccome. E le escort lo sanno. Sanno come riportare la quiete interiore in questi uomini. Il che le rende figure mitologiche. Penso alle etère greche. Alle geishe. Al volto materno della puttana".
Ma - chiedo all'etnografo - per ricostruire tutto questo basta Gnocca forum? Non sarebbe più scientifico, come dice il protagonista, "accucciarsi di fianco al letto"?
"Sì. Eppure, recensendo le prostitute, questi uomini raccontano se stessi. Ed essendo anonimi, non hanno motivo di mentire".
Però manca il punto di vista delle prostitute.
"L'oggetto di indagine sono gli uomini. Ma nel romanzo le prostitute ci sono, eccome".
Loro le leggono, le recensioni?
"A volte. Capita anche che protestino per quelle negative (rarissime). E lì è subito una levata di scudi: 'Se la recensione non è veritiera dovresti scusarti con la signorina'. E quello: 'Se son stato scortese, è perché quel giorno avevo bisogno di coccole e tu mi sei sembrata un po' brusca'"
Altro che cowboy.
"C'è da dire che i cattivi non si raccontano. Raccontarsi è sempre un dono. E i cattivi non lo fanno. Non vanno su Gnocca forum".
Invece "i buoni" sì?
"iciamo che questi uomini, ogni tanto, hanno bisogno di illudersi di essersi appena innamorati, ma non possono, non sanno farlo con le compagne".
Queste parole, per citarla, sembrano "copiate da una pagina antifemminista".
"Ma io sono femminista! Per questo ho scritto un libro sulla prostituzione".
E la bibliografia sull'argomento, che dice?
"La bibliografia (quasi inesistente) parla solo di numeri. E di donne transessuali, benché in Italia siano, almeno si dice, tre prostitute su cento".
Come spiega questa equazione indebita tra prostituzione e transessualità?
"Parlare di prostitute in Italia significa mettere in discussione la coppia. Significa dire che le coppie che ci sono in giro non stanno poi così bene. Che l'amore e la famiglia tradizionale si basano su una finzione. Allora meglio parlare di prostitute transessuali: nella loro eccezionalità, distolgono l'attenzione dall'ordinario".
Il bello è che anche nel suo romanzo c'è l'amore di una coppia tradizionale.
"Eh sì".
"Che cosa siano gli uomini oggi non lo sa nessuno, però circa tre milioni di loro cercano la compagnia di una donna a pagamento... Nessuno sa cosa accade durante quegli incontri, che dinamiche, che relazioni, nessuno tranne loro: le donne che di mestiere fanno le prostitute. Loro gli parlano, li guardano denudarsi e ascoltano i loro segreti desideri...".
Così si apre Mai sulla bocca (Baldini+Castoldi), di Stefano D'Andrea che, dopo aver passato due anni su Gnocca forum, principale sito italiano di "recensioni su prostitute", e non prima di aver intervistato un cospicuo numero di professioniste, forte di una formazione da sociologo e di una buona dose di umorismo, ha trasformato il suo sapere in questo libro. La trama: Giorgio, professore associato di Antropologia culturale, ottiene un finanziamento dall'Università di Busto Arsizio per una ricerca di indubbio interesse: cosa cercano gli italiani che fanno sesso a pagamento? Indagherà con le dirette interessate, attraverso il metodo dell'osservazione partecipante ("in pratica una cosa come Sigourney Weaver in Gorilla nella nebbia". All'autore rivolgiamo la stessa domanda: che cosa cercano gli italiani che vogliono il sesso a pagamento? "Per lo più sono uomini sposati che hanno passato i cinquanta. Ma la mia idea di loro è cambiata. Quando ho iniziato, li immaginavo come gentaccia. Cowboy che sfogano bisogni primari nel saloon. Ora li vedo più attraverso le loro debolezze".
Quali?
"Mi viene da dire solitudine, fame d'amore, incapacità di accettare, ma anche di rifiutare, i compromessi della famiglia tradizionale. L'incontro con la prostituta è un momento che cura questa sofferenza, più che sfogare un istinto. E la prostituta, nella maggior parte dei casi, non sa di avere quella funzione, ma istintivamente sa cosa fare".
E cosa fa?
"Incrociando le interviste alle migliaia di recensioni lette su Gnocca forum ho capito che la prostituta segue una sceneggiatura precisa, così cruciale ai fini dell'incontro che, se sbaglia, il cliente ci resta malissimo".
Quale film va in scena?
"Un film d'amore. E provo a spiegarmi: Mario Rossi recensisce Vicky, dice che il posto è pulito, c'è parcheggio, lei è sorridente, corrisponde alle foto, etc. Ma potrebbe aggiungere che, da quella casa, si esce con una 'gfe'. Sta per girlfriend experience ed è l'esperienza più ricercata: significa che in quello slot di mezzora, un'ora, Mario ha vissuto l'illusione di amare ed essere riamato".
Vuole dire che è questo ciò che cerca, secondo le cifre che riporta nel libro, un italiano su dieci?
"Io ho lavorato solo su Milano. E mi sono concentrato su quelle che oggi, per dare un tono alla faccenda, si chiamano escort: le prostitute che ricevono su appuntamento. Le otr (on the road) sono più da consumo. Le escort per me sono personaggi letterari. Dalle loro parole, e da quelle dei loro clienti, sono nati i personaggi del mio libro, e la convinzione profonda che sì, ciò che cercano questi uomini, al fondo, è un sogno d'amore".
Come si allestisce un sogno d'amore nei bilocali che descrive nel libro?
"Con le 'coccole', molto citate sul forum. Con le chiacchiere dopo il rapporto: fondamentali. Poi c'è il fk, il french kiss: il Santo Graal di Gnocca forum. Servizio rarissimo, più costoso dell'anal, che consente di raggiungere livelli di eccellenza. Perché solo il bacio può confermare che questo è amore e noi siamo fidanzati. Ovviamente, perché ci sia girlfriend experience la magia deve durare fino ai saluti".
Recensiscono anche quelli?
"Eccome. E le escort lo sanno. Sanno come riportare la quiete interiore in questi uomini. Il che le rende figure mitologiche. Penso alle etère greche. Alle geishe. Al volto materno della puttana".
Ma - chiedo all'etnografo - per ricostruire tutto questo basta Gnocca forum? Non sarebbe più scientifico, come dice il protagonista, "accucciarsi di fianco al letto"?
"Sì. Eppure, recensendo le prostitute, questi uomini raccontano se stessi. Ed essendo anonimi, non hanno motivo di mentire".
Però manca il punto di vista delle prostitute.
"L'oggetto di indagine sono gli uomini. Ma nel romanzo le prostitute ci sono, eccome".
Loro le leggono, le recensioni?
"A volte. Capita anche che protestino per quelle negative (rarissime). E lì è subito una levata di scudi: 'Se la recensione non è veritiera dovresti scusarti con la signorina'. E quello: 'Se son stato scortese, è perché quel giorno avevo bisogno di coccole e tu mi sei sembrata un po' brusca'"
Altro che cowboy.
"C'è da dire che i cattivi non si raccontano. Raccontarsi è sempre un dono. E i cattivi non lo fanno. Non vanno su Gnocca forum".
Invece "i buoni" sì?
"iciamo che questi uomini, ogni tanto, hanno bisogno di illudersi di essersi appena innamorati, ma non possono, non sanno farlo con le compagne".
Queste parole, per citarla, sembrano "copiate da una pagina antifemminista".
"Ma io sono femminista! Per questo ho scritto un libro sulla prostituzione".
E la bibliografia sull'argomento, che dice?
"La bibliografia (quasi inesistente) parla solo di numeri. E di donne transessuali, benché in Italia siano, almeno si dice, tre prostitute su cento".
Come spiega questa equazione indebita tra prostituzione e transessualità?
"Parlare di prostitute in Italia significa mettere in discussione la coppia. Significa dire che le coppie che ci sono in giro non stanno poi così bene. Che l'amore e la famiglia tradizionale si basano su una finzione. Allora meglio parlare di prostitute transessuali: nella loro eccezionalità, distolgono l'attenzione dall'ordinario".
Il bello è che anche nel suo romanzo c'è l'amore di una coppia tradizionale.
"Eh sì".