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TORINO. Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. E’ l’accusa che ha spedito in carcere due bande di romeni e albanesi a Torino. Le indagini della Squadra mobile della questura, che ha compiuto il blitz con gli di equipaggi del reparto Prevenzione Crimine, hanno documentato come le organizzazioni criminali finite in cella avessero assunto, nel corso degli anni, il controllo di intere fette di territorio cittadino, facendo esercitare la prostituzione in via pressoché esclusiva alle ragazze che controllavano sia su strada sia in una serie di appartamenti . Le due bande esercitavano una gestione del territorio così completa e capillare da permettere a volte la presenza di donne riferibili ad altri gruppi criminali, ma solo dietro il pagamento di una sorta di canone di affitto.
Le investigazioni sono durate due anni con intercettazioni e pedinamenti che hanno consentito di ricostruire i ruoli criminali e di individuare i personaggi di maggiore rilevanza dei gruppi criminali coinvolti. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia in carcere, anche alcuni dei soggetti responsabili delle attività di reclutamento delle giovani donne provenienti dall’est Europa, condotte in Italia con l’inganno, sulla base di false promesse e di ricatti sentimentali. Spesso legate ai loro aguzzini da illusorie relazioni affettive o da matrimoni di comodo, le donne venivano immediatamente collocate in zone strategiche della città, e dovevano versare ai protettori l’intero ammontare dei proventi della prostituzione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è stata preceduta da una capillare attività di ricerca dei catturandi anche oltre confine, essendo emerso che alcuni dei destinatari delle misure si troverebbero attualmente all’estero.
TORINO. Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. E’ l’accusa che ha spedito in carcere due bande di romeni e albanesi a Torino. Le indagini della Squadra mobile della questura, che ha compiuto il blitz con gli di equipaggi del reparto Prevenzione Crimine, hanno documentato come le organizzazioni criminali finite in cella avessero assunto, nel corso degli anni, il controllo di intere fette di territorio cittadino, facendo esercitare la prostituzione in via pressoché esclusiva alle ragazze che controllavano sia su strada sia in una serie di appartamenti . Le due bande esercitavano una gestione del territorio così completa e capillare da permettere a volte la presenza di donne riferibili ad altri gruppi criminali, ma solo dietro il pagamento di una sorta di canone di affitto.
Le investigazioni sono durate due anni con intercettazioni e pedinamenti che hanno consentito di ricostruire i ruoli criminali e di individuare i personaggi di maggiore rilevanza dei gruppi criminali coinvolti. Tra i destinatari delle ordinanze di custodia in carcere, anche alcuni dei soggetti responsabili delle attività di reclutamento delle giovani donne provenienti dall’est Europa, condotte in Italia con l’inganno, sulla base di false promesse e di ricatti sentimentali. Spesso legate ai loro aguzzini da illusorie relazioni affettive o da matrimoni di comodo, le donne venivano immediatamente collocate in zone strategiche della città, e dovevano versare ai protettori l’intero ammontare dei proventi della prostituzione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è stata preceduta da una capillare attività di ricerca dei catturandi anche oltre confine, essendo emerso che alcuni dei destinatari delle misure si troverebbero attualmente all’estero.