Senza scomodare i "massimi sistemi", in parole a tutti comprensibili ecco come viene trattato l'argomento.
Si può mettere un cartello “divieto di accesso” sul terreno privato?
Secondo il Consiglio di Stato, il Comune può consentire l’installazione di un cartello recante la sola dicitura di “strada privata” quando la strada, che pure non risulta acquisita al patrimonio comunale, né assoggettata ad uso pubblico, è comunque usata come via di collegamento con altre proprietà. Qualora invece in questa via privata non esistano oggettivamente gli elementi per la destinazione a pubblico transito, in quanto lungo la strada non esistono altri accessi privati oltre a quelli del soggetto richiedente l’autorizzazione, allora il Comune può rilasciare l’autorizzazione all’installazione del cartello “divieto di accesso esclusi i residenti”. Peraltro la maggior parte dei Comuni italiani ha adottato regolamenti che disciplinano l’installazione di cartelli di questa tipologia, sia sotto il profilo morfologico che sotto quello delle autorizzazioni. Si può ignorare il divieto di accesso?
Come abbiamo spiegato, se il titolare di una proprietà privata mette un cartello di divieto di accesso sulla sua strada che, però, è di uso pubblico, il cartello si può ignorare. Insomma, se per andare in Comune a fare una pratica devo proprio passare da lì perché non ho alternative, il proprietario della strada e del fondo può dire quello che vuole: ci passo e basta.
Il divieto di accesso è superato anche in caso di emergenza. Pensiamo, ad esempio, ad un intervento dei Vigili del Fuoco per bloccare un incendio o una perdita di acqua nel momento in cui il proprietario del fondo è assente. Certo, i pompieri dovranno informare il padrone di casa, ma non è che si devono fermare davanti ad un cartello di divieto di accesso. Soprattutto quando l’intervento deve mettere al riparo eventuali vicini. Alla peggio, saranno tenuti a lasciare un verbale o un altro atto apposto nell’abitazione o sulla soglia. Naturalmente, quando i requisiti che abbiamo descritto prima sussistono, violare un divieto di accesso può avere dei risvolti penali. Entrare in una proprietà privata, per di più segnalata con un apposito cartello o recintata a dovere, è una violazione di domicilio e, come tale, viene punita dal Codice penale con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Chi ha tempo e pazienza per approfondire (di poco) l'argomento, veda il link =
https://www.dirittopa.it/it…
E' vero che si parla soprattutto degli oneri manutentivi del bene, ma alcuni principi di interesse sono bene espressi - ciao e scusate l'OT.
Ciò premesso, vista l'ubicazione e la topografia dei luoghi, non credo che la strada sterrata dove le ragazze hanno piazzato il loro ufficio abbia i requisiti per essere qualificata "ad uso pubblico" ...
Le situazioni cambiano col tempo: ciò che fino all'altro ieri era tollerato, oggi potrebbe non esserlo. Ricordate cosa successe con il posteggio interrato a Cusago, meta delle tante OTR della zona. A un certo punto la situazione degenerò: aumento di OTR, scarsa propensione alla pulizia (fazzoletti e condom buttati a terra), gente che aveva rapporti FUORI dalle auto, in bella vista di chi posteggiava l'auto per motivi lavoro o per accedere ai negozi. Sono intervenuti più volte i Carabinieri. I proprietari hanno chiuso gli accessi con una sbarra telecomandata :
:
:
e quasi tutte le OTR sono sparite.