Alla fine ci sono andato anch'io, questa sera per due ore, da Gabriella.
16 pagine su una ragazza vorranno dire qualcosa - pensavo.
Gran parte dei commenti entusiastici, alcuni ultimamente in chiaroscuro.
Sentivo il bisogno di fare chiarezza, almeno per me stesso, ma ero davvero curioso.
Bene, capisco adesso come mai Gabriella sia oggetto di cosi' ampio dibattito.
La sua bellezza, unita ai suoi modi, ne fanno una donna "contesa" , anche se, visto il contesto, puo' sembrare questa un'espressione quantomeno bizzarra.
Certo, quando te la trovi davanti, come e' accaduto a me, e si scioglie i capelli, e' cosi' bella che quasi non ti sembra di essere li con lei, semmai proiettato in un romanzo, "Citta' della pianura " di McCarthy, dove il protagonista incontra al bordello una ragazza stupenda, così bella da cambiargli la vita per sempre. Così contesa da costringerlo a scontrarsi con il protettore-filosofo Eduardo, in duello dal sapore quasi metafisico.
Sono andato molto piano con Gabriella, non volevo dare una brutta impressione o - conoscendola per la prima volta - fare qualcosa di sbagliato.
In realtà avrei voluto spingere sull'acceleratore, ma non potevo farlo, non questa sera.
Sono i suoi, modi, l'intelligenza, il suo stile, che mi hanno suggerito di muovermi diversamente.
E non ne sono certo pentito.
Tanto e'vero che ho passato una bellissima serata, nella quale, indubbiamente io mi sono sentito davvero "con lei", così come, credo e spero, lei "con me".
Non mi va di dire che cosa abbiamo fatto, ed e' , questa, una sensazione che non mi capita spesso.
Mi e' capitata a Milano con Camillaaa, e forse con poche altre.
Vorrà dire quacosa, no?
Mi limito ad affermare che davvero questa meraviglia non mi ha fatto mancare nulla, davvero.
Ed anche per questo, prima di addormentarmi, le voglio dedicare questa ballata di Pedro Salinas, anche in virtu' del fatto che , come aspetto, Gabriella ha un che di spagnoleggiante....
"E' stato, accadde, e' vero.
Fu in un giorno, fu una data
che segna il tempo al tempo.
Fu in un luogo che io vedo.
I suoi piedi toccavano il suolo
questo stesso che noi tocchiamo.
Il suo vestito era simile ad altri
che indossavano altre donne.
Il suo orologio
segnava calendari
senza scordare l'ora:
come contano gli altri.
E quello che lei mi disse fu in idioma del mondo,
con grammatica e storia.
Così vero
che sembrava menzogna.
No
Devo viverlo dentro
me lo devo sognare.
Togliere il colore, il numero,
il respiro tutto fuoco,
con cui mi brucio' nel dirmelo.
Mutare tutto in forse,
in mero caso, sognandolo.
Così, quando vorrà smentire
ciò che mi disse allora
non mi morderà il dolore
d'una felicita' perduta
che io tenni tra le braccia,
come si tiene un corpo.
Crederò d'aver sognato
Che tutte quelle cose, così vere,
non ebbero corpo, ne' nome.
Che perdo un'ombra
un sogno ancora".
Se un giorno dovessi rivederla (adesso che ci conosciamo meglio) col cavolo che riuscirei a tenere il freno tirato
"Ti dirò un gran segreto.
Non aspettare il Giudizio Universale.
Si celebra tutti i giorni".