Dopo le vacanze di Natale, nel rimescolio che si è verificato in viale Tibaldi, si è inserita Stella, che aspetta, spesso insieme alla connazionale Anna (la mora comparsa l’anno scorso e già recensita, non l'omonima bionda che l'ha preceduta), preferibilmente davanti all’ingresso del parcheggio in direzione Navigli, 45.4 4484 6, 9.1 84 106, anche se mi è capitato di lasciarla in una posizione più arretrata, all’angolo di via Barbieri, che sarebbe il nuovo posto di Anna.
Dichiara 40 anni. Viso dal profilo quadrangolare, capelli biondi artificiali alle spalle, con riga e frangia d’antan. È vestita di norma in modo molto discreto. Fisico, ovviamente, di una donna matura che non passa il suo tempo in palestra e non ha avuto dagli dei il dono dell’eterna giovinezza, ma che nemmeno si è lasciata andare. Dunque inutile aspettarsi la pelle stirata, la vita affusolata e le sfere perfettamente levigate di una ventenne: sull’1,60, abbastanza asciutta ma ben squadrata da spalle e fianchi, qualche rilassamento delle rotondità e qualche piega sulla schiena e soprattutto sulla pancia, una seconda di seno che si ammorbidisce ma non si è svuotata, coscia e culo torniti, il lato più intrigante, pelle senza vistosi inestetismi, con qualche neo, penetrazione accolta dall’attrito naturale, senza cioè perdita d’adesione conseguente a traffico prolungato ed eccessivo.
Lavora in parcheggio ai soliti prezzi, 20 per il pompino e 30 per il boccafiga coperto, fa il pompino scoperto a 50 contrattabili ma senza venuta in bocca, per l’anale mi ha risposto un “proviamo” penso autenticamente volonteroso ma che non mi ha ancora convinto alla prova, non ha una casa propria per il lavoro e dunque per la soluzione domestica bisogna optare per l’accoppiata Anna-Stella, a casa di Anna cui si appoggia, per la tariffa base di 60 + 60 per il doppio boccafiga coperto, contrattabile con molta facilità a 50 + 50.
Siccome, come penso sia evidente dai miei racconti, non sono un milfomane, mentre le situazioni a tre mi interessano, l’esperienza che mi richiamava era proprio quella della coppia d’amiche, la ventenne e la quarantenne, e in essa è finora consistita la mia frequentazione di Stella.
Stella conosce poco l’italiano, anche se è gentile e cerca di essere comunicativa, ricorrendo pure a gesti di contatto, mettendoti ad esempio la mano sulla spalla in macchina. Oltre il livello essenziale, comunque, deve ricorrere alla mediazione linguistica di Anna, che già di per sé non viene da una scuola internazionale di interpreti. Niente di male, se non il conseguente scivolamento verso l’albanese nella comunicazione fra loro, con l’effetto estraniante che si può immaginare.
Le due sono affiatate e quindi, senza impennate di pornografia lesbica che non mi aspetto in questi contesti, interagiscono disinvoltamente, meglio se con qualche buon suggerimento, e, l’aspetto che mi incuriosisce di più, in un gioco di ruoli distribuiti dall’età, dal carattere e dalle vocazioni erotiche incarnate da fisicità distintamente modellate dal punto occupato nell’arco, generoso ma implacabile, degli anni della vita.
Stella è più concreta e meno svagata di Anna, lo si vede anche solo dal fatto che, arrivati a casa, nel tempo in cui l’amica passa in bagno, pensa a cosa offrirmi da bere, rimette il telefonino in carica, e intanto si è già persa via, lei si è disposta alle operazioni utili. Inoltre Stella ha un acclimatamento normalmente umano, Anna è freddolosissima, sicché, in questa stagione, mi ritrovo fra la prima già completamente spogliata e la seconda che fa ancora melina con la canottiera.
Fin dai preliminari Anna è più briosa e intraprendente: dopo avermi chiesto se mi piace, allunga un po’ le mani sull’amica, sganciandole il reggiseno o stringendole una tetta, posandole un dito nel solco delle natiche; si inginocchiano o si stendono parallele sul letto offrendo alla mia vista le forme posteriori e Anna si strofina o intreccia le gambe a quelle dell’altra. Stella è un po’ più passiva, più restia all’esibizione, ma incoraggiata da Anna e da me, che poi sono il più vecchio del gruppo, non si sottrae e ricambia discretamente, fino a quando, a lungo provocata, non molla una pacca sonora sul culo dell’amica, che scoppia a ridere sorpresa.
Il pompino di Stella mi fa immaginare che, nonostante abbia pochissimi mesi di lavoro alle spalle, le settimane passate a Bologna l’abbiano iniziata a quella che una volta si identificava come “l’arte” tipica della città. Variato, con martellamenti e pennellate di lingua, penso abbia insegnato qualcosa alla collega.
Attratto dalla soda consistenza delle adulte linee del retrotreno, Stella l’ho presa essenzialmente a pecora, io in piedi lei inginocchiata sul letto o entrambi sul letto. Durante gli affondi, Anna divide le sue attenzioni fra me e lei, stimolandomi il petto con le dita e le labbra o passando una mano fra spalla e schiena dell’amica. Stella, ovviamente, ricambia l’intrattenimento, accarezzando il culo e la schiena di Anna, cui io la incoraggio sapendo che è una vellicazione cui si abbandona volentieri.
Anna è piuttosto direttiva: accende e spegne le luci a seconda della sua valutazione dell'intimità del momento, prefigura le alternanze. Siccome Stella simula una più grintosa colonna sonora di lei, ancora una volta Anna fa la padrona di casa zittendola.
Negli sviluppi della situazione, per il resto gioiosi e naturali, il risvolto più macchinoso è introdotto dalla loro attenzione al cambio di preservativo, comprensibile sì, ma la prima volta hanno sostituito le gomme non solo fra una penetrazione e l’altra ma anche fra un orale e l’altro!
L’orizzonte più promettente per me è invece la loro disponibilità a far reagire i loro corpi nello specchio di fotografie discrete, cioè senza che il volto sia ripreso direttamente, e con accettabile sovrapprezzo (20 + 20), delle quali però dovrei raccontare in futuro a parte e con più calma, magari nella discussione intitolata da Karzan al “triangolo visivo”, anche per esprimere il giusto riconoscimento all’ispirazione di uno degli amici del forum che negli ultimi mesi ha comprensibilmente preferito il silenzio, e a cui mando qui un caloroso saluto.