Il cadavere giaceva supino in una discarica. Il maresciallo Legendarius venne avvisato mentre faceva una doccia. Era una calda giornata di inverno, l'aria era ferma, ma non aveva molta importanza, ora. Giunto sul posto, Legendarius si guardò intorno. Il luogo gli sembrava senz'altro familiare, nonostante fosse una zona semicentrale. Il cadavere apparteneva ad una donna, giovane e grassa. Non aveva documenti o segni di riconoscimento particolari. Era pieno di curiosi e Legendarius si affrettò a far sgombrare la zona, per poter lasciar svolgere le indagini ai suoi. Il corpo aveva una cicatrice su un piede. Come sempre in questi casi pensò a sua madre, dopodichè chiamò a rapporto i suoi. C'erano delle notizie da analizzare, ma niente di più. Ci voleva un grosso colpo di fortuna. Ma Legendarius non era propenso a farsi demoralizzare. Qualche anno prima, nel 1951, Franceschino gli aveva detto: 'Tanto và la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino', e ciò era molto importante, più importante del cadavere che gli era toccato oggi. Tornò a studiare il corpo. Sotto il ginocchio vide uno strano graffio. Qualcosa scattò nel suo cervello. Aveva capito una cosa: gli omicidi non si risolvono così facilmente, neanche con un grosso colpo di fortuna. Di nuovo pensò a sua madre e se ne andò al mare. Avrebbe letto il nome dell'assassino sul giornale di domani. La sua faccia gli era comparsa davanti improvvisamente, dal buio della mente. Era un uomo, si chiamava keul . Ormai ne era certo: non per niente era un chiromante, da molto tempo. Certo, non avrebbe potuto confessarlo a nessuno, nemmeno a Franceschino, ma un chiromante non ha mai la vita facile. Prima di andarsene, qualcuno aveva detto: addio, Legendarius. Ma sì, addio..... Poi uno squillo assordante.. Era la sveglia sopra al comodino.. Cazzo era un sogno o forse no....
coi suoi "Se deve partire un bacio,
che sia di quelli che non scordo piu'"
coi suoi "Se deve partire un bacio,
che sia di quelli che non scordo piu'"