Separati, per nascita, da pochi giorni… e qualche lustro (dice di avere 25 anni), mi sono specchiato in Geanina come raramente mi è successo con altre ragazze: alti e magri dalla corporeità rarefatta, comunicativi, donde una sensualità complice ma molto aerea e meno carnale, distratti e disordinati. Nella metafora planetaria, direi molto di ciò che Mercurio offre, di buono e meno buono, ai nati in questo periodo.
Parla, con una voce nasale, in modo diretto e vivace. Alla mano nell’intervista e allegra anche nel saluto di passaggio, una sera che non mi sono fermato. Riporterò di volta in volta nel corso della recensione alcune sue uscite, per dare l’idea del suo pregio maggiore: la briosa distensione dell’approccio.
Lavora di notte in viale Cassala, direzione verso piazza Napoli, benzinaio Q8, 45.44 56 35, 9.16 14 54.
So che sue omonime, con qualche caratteristica che la ricordano, in passato sono state identificate in diversi luoghi della città e della provincia, ma lei ha ribadito più volte di non aver mai lavorato altrove e di avere esordito in questa sede da tre mesi.
Bianca di carnagione, occhi azzurri/verdi a seconda della luce, dice, capelli ramati, ora lisci lunghi sciolti ora raccolti e tirati all’indietro a lasciare la fronte libera, rossetto pronunciato, a volte con occhiali dalla montatura scura, a volte senza. Il viso è l’unica parte paffuta del suo corpo. È infatti alta circa 1,70 per 54 chili di peso, quindi avrete compreso la sua caratteristica: molto magra, skinny, traduco con poca convinzione, senza abdicare alla mia ostilità verso le categorie dei portali pornografici, ma per offrire agli appassionati del genere la possibilità di ritrovarla mediante future ricerche. Un po’ morbida, ma fresca, dalla vita in su, ha una prima di tettine, pancia piatta, vita adolescenziale, culetto in proporzione e gambe snelle perfette nel loro genere. Tutto ciò è spesso valorizzato dagli abiti, in occasione del secondo incontro è uscita di casa con un vestitino di un bianco da matrimonio in chiesa, però cortissimo tipo riforma post-conciliare, che suscitava fantasie. Dice che vorrebbe decidersi a mettere anche le autoreggenti, ma non vuole distrarre gli automobilisti, che già a momenti le capitava un incidente sotto gli occhi.
Geanina, grafia indicatami da lei, si dichiara albanese kosovara d’origine familiare ma trapiantata in Romania. Ammetto di non aver seguito con molta convinzione queste peripezie biografiche.
Fa il pompino in macchina a 20, il boccafiga a 30, il boccafiga a casa a 70, niente anale, niente di scoperto. Io le ho pagato il pompino in macchina e il boccafiga a casa contrattato a 60. Avendola vista all’opera, constatando che non è frettolosa ma non credo si distacchi molto dalla prestazione base, penso si possa utilmente concludere la trattativa a 50.
L’imbosco stradale è un largo parcheggio, dove quindi è possibile appartarsi, non c’è nessuno a quell’ora, tranne semmai una collega con il cliente, con il problema però che è vicino al flusso del traffico. Almeno quando ci transitano dietro i lampeggianti, quindi, cerco di capire di cosa si tratti, mentre Geanina ride della “sfiga” di miei passati incontri nei parcheggi che rievoco, ma anche lei mi racconta di uno “scherzo” fattole da “amici” carabinieri.
La casa è un ampio appartamento, in uno stabile decoroso, ad un piano intermedio servito da ascensore. Come sempre in queste situazioni raccomanda attenzione e silenzio, quindi, non fidandosi della mia delicatezza, si premura lei, per maggiore sicurezza, di chiudere le ante dell’ascensore, vicino ad una signora che rompe, cioè di sbatterle rumorosamente, cosa che poi la fa anche scoppiare a ridere. La casa è pulita, anche se c’è una baraonda di oggetti, abiti da stirare ecc. di cui si scusa.
Ha accettato di usare i miei preservativi in entrambe le occasioni, dandomi il tempo di trovarli nella baraonda della mia macchina. Lei fornisce fazzolettini umidi e asciutti (nella prima circostanza solo asciutti), naturalmente dandole tutto il tempo di trovarli, visto che l'operazione le ha richiesto di rovistare a lungo nella sua borsetta!
Il ghiaccio lo rompe lei. Entrambe le volte non ero eccitato in partenza e mi ha promesso: “te lo faccio diventare duro”.
In macchina non si spoglia sopra, provo a toccarle le tette, ma indossa il reggiseno antiproiettile e commenta “se ci arrivi…”, mettendosi a ridere. D’altra parte le chiedo semplicemente di salire in ginocchio sul sedile passeggero e va oltre, tirando giù mutande e calze. In casa mi chiede se voglio che si denudi il seno. “Certo!”. “Mi vergogno”. Incredibile! Un momento di pudore per le tettine? Insomma, sono piccole ma in armonia con un corpo come il suo. Comunque le propongo la discrezione di una luce più bassa e si spoglia.
In macchina non offre preliminari, a casa mi stimola i capezzoli con i polpastrelli, me li lecca, mi dà qualche bacetto sulla pelle, mentre però, con mano spietata, finalizza tutto ciò ad una rapida eccitazione.
Il pompino consiste in una imboccata succosa, non insensibile, condotta fino a 2/3 dell’asta ma che non va oltre il su e giù, con ricorso alla mano quando comincia ad averne abbastanza.
A casa abbiamo scopato dapprima a smorzacandela. Stavamo però usando i sottili, lei non era bagnata e l’attrito non era gradevole e non prometteva niente di buono. Le suggerisco di ricorrere al lubrificante, ma subito non lo trova. Poi salta fuori, ci intratteniamo quindi ancora un momento con degli intercalari prima di passare alla pecorina. Concludiamo lei sdraiata sul letto e io che la tengo per le gambe, prima inginocchiato e poi, sollevandomi poco alla volta, parzialmente in piedi a bordo del letto stesso, una penetrazione orizzontale o quasi che mi piace molto. Non mi coinvolge tanto la simulazione solita, quanto il suo sguardo intenso, reso intrigante da un taglio degli occhi che in quel momento, di muta comunicazione frontale, percepisco come inconfondibilmente europeo-orientale.
Concluderò con un aneddoto. La sera in cui l’ho conosciuta era il sabato della finale e la città era percorsa da spagnoli un po’ smarriti. A fine prestazione lei non si è fatta lasciare al suo posto, ma al semaforo dell’angolo viale Cassala/via Schievano. Ebbene, una giovane coppia spagnola che vede scendere Geanina da una macchina, la mia, che poi si allontana, con una microgonna svolazzante all’altezza dell’inguine, un bustino o una camiciola annodata al petto, non ricordo, ma comunque con la pancia scoperta, con un gusto collegiale-scozzese-sexy, pensa bene di chiedere a lei delle informazioni stradali! Insomma, bisogna essere veramente a corto di strumenti di lettura dei contesti locali per non capire che non si tratta proprio della milanese verace che conosce ogni angolo della città e ha tempo di illustrarteli. Il bello è che lei non li ha nemmeno liquidati frettolosamente, come avrebbe fatto qualsiasi collega: ho fatto un paio di giri perché la situazione mi incuriosiva, constatando che è stata lì un bel momento a dar loro indicazioni con la carta della città piegata, sbracciandosi per farsi intendere meglio. La volta dopo le ho chiesto e mi ha detto che cercavano via Spezia, lei non sapeva dove fosse ma così, per goliardia direi, li ha indirizzati a casaccio. Infatti, almeno che si incamminavano in una direzione strana l’ho verificato!
Da giovedì tenta una trasferta a Pisa che, prevista di una settimana, potrebbe diventare una nuova sistemazione lavorativa. In tal caso, ahimè, anche l’esperienza di questi incontri e la pagina che le ho dedicato saranno volatili come il mercurio.