Maria mi dice di sostare da circa tre mesi, dopo una permanenza comasca, in viale Stucchi, Monza, prima dello stadio, andando verso nord (Arcore ecc.). Le coordinate 45.57 916 32, 9.30 950 71 possono essere impiegate anche nella modalità Street view, che consente la visione del cartellone direzionale presso il quale attende, in posizione leggermente più avanzata, dove insomma inizia la corsia utile a girare a destra in viale Sicilia prima di arrivare alla rotonda dello stadio.
Fa il pompino protetto a 20, scoperto con venuta in bocca a 50, il boccafiga protetto a 30, con orale scoperto a 50, l’orale e l’anale tutto protetto a 50, a 70 con orale scoperto, 100 per l’albergo, nega la penetrazione scoperta.
Rumena di origine cittadina, ha in realtà un florido aspetto campagnolo. Vergine solo per lo zodiaco, 23 anni dichiarati, capelli lisci biondi, carnagione chiara, alta sull’1,65, distribuendovi una settantina di chili, non ha un viso paffuto, anzi lungo il profilo, comunque gradevole, il naso, la bocca, il mento sporgente si dispongono secondo linee nette e scalari. Il resto del corpo, invece, si riempie, con qualche inestetismo, nelle cosce scoperte (con collant) e inevitabilmente nella pancetta. Compensa però il seno generoso e fresco. La sera in cui ci siamo conosciuti lo adocchio sotto un abito girocollo largo che non sembra voler essere sexy, un vestitone all’antica che contribuisce all’aura bucolica, macchiandomi di lesa maestà perché a dire il vero approssimo una quarta, che lei corregge in quinta. A richiesta, mi mostrerà e si lascerà palpeggiare senza difficoltà quelle belle poppe lattee dal piccolo capezzolo.
Si consuma in fondo ad una via senza uscita, fra zona industriale e campagna, alquanto illuminata, abbastanza lontana dal punto d’ingaggio, in un’area che non è la sola a frequentare, ma almeno nel luogo in cui sostiamo non ci disturba nessuno.
Le ho pagato un pompino scoperto con venuta in bocca e un pompino scoperto seguito da pecorina protetta, contrattando in entrambi i casi un compenso di 40. La prima volta si è mostrata alquanto diffidente nell’accettare una banconota da 10 (che proveniva direttamente dalla mia banca!).
In occasione del primo pompino, forse perché massiccia, si trova scomoda a salire in ginocchio sul sedile passeggero, posizione in cui mi sarei goduto meglio le tette, e mi comprime un po’ appoggiandosi a me. Il trattamento non è virtuosistico: effettua un saliscendi sempre uguale, anche se con movimenti non frenetici e accompagnati dal massaggio delle palle, insaliva in modo soddisfacente senza però eliminare del tutto l’attrito. È alquanto meccanica anche la gestione della venuta, perché arresta il movimento delle labbra lasciando alla mano il compito di estrarre tutta la sostanza, in pratica segandoselo in bocca. Poi apre la portiera per una serie di sputi succosi fuori dalla macchina.
Mentre è generosamente provvista di fazzolettini umidi, per l’igienizzazione preliminare dell’uccello e la detersione finale, è meno attrezzata per ciò che occorrerebbe a lei. Mi chiede infatti una cicca o almeno un po’ d’acqua per togliersi il mio sapore dalla bocca, ma non ho con me niente da offrirle.
Convinto che sia persona di cui cercare la disponibilità e la carnalità, piuttosto che la tecnica, non mi sarei sentito appagato se non avessi reso onore alle sue forme pigiandole in una bella pecorina fuori dalla macchina. Le sere che si intiepidiscono (sebbene Maria sia singolarmente freddolosa) contribuiscono a precisare la visione da affidare ad un quadro in stile "realismo socialista". Di nuovo insieme, quindi, esco da subito, in piedi sul lato passeggero, appositamente direzionato verso la campagna. Lei resta seduta, arretrando sapientemente il sedile, estrae le tette, rinfresca e attacca il pompino. Io, in questa situazione di maggiore esposizione, ho bisogno di un momento per fiutare l’ambiente: un cane abbaia nel buio, avverto l’illuminazione esterna delle aziende, sento il traffico lontano. La notte in ogni caso pare tranquilla e posso abbandonarmi, sicché il suo deciso trattamento fa rapidamente l’effetto desiderato. Incappuccia con un Pamitex, me lo riprende in bocca ancora un momento, poi si sistema bene, non accovacciandosi sul sedile, ma scendendo con i piedi a terra e appoggiandosi con le mani dentro l’abitacolo. Pur senza grandi numeri, tutto funziona, l’ingresso, la posizione ecc., sicché, spinta dopo spinta, scarico lietamente tutto il desiderio acceso dalla fantasticheria campestre.
Fa mostra di senso civico, criticando le colleghe che disperdono fazzolettini e altri resti, che lei invece raccoglie (con una piccola dimenticanza la prima volta).
Maria comunica pianamente, un po’ a scatti, trattenuta ancora da qualche incertezza linguistica. Si pone come persona sorridente, tranquilla e d'animo semplice: parliamo brevemente delle comprensibili preoccupazioni di incolumità personale nei luoghi in cui rende i suoi servigi, dei Luna park, di una sua gita sul Lario; ispirata dal vicino allestimento dei tendoni, esprime il desiderio di andare prossimamente al circo e mi chiede se conosco questo genere di spettacoli, ravvivando in me ricordi lontani.