Entrambi sorprendentemente mattinieri, fra le 9,30 e le 10, cielo ancora grigio di questi giorni di incerta primavera, vedo una ragazza nuova, sola soletta a quell’ora già al lavoro sulla sua seggiola, a Carpiano, alla rotonda della Binasca sottostante al cavalcavia della Valtidone, lato destro per chi procede da Siziano verso Melegnano, coordinate 45.33 61 124, 9.24 966 61.
Alta sull’1 e 65 o quasi, viso fresco e carino, apparentemente con una nuvoletta di broncio che non toglie interesse ad un ovale altrimenti ordinario e con un filo di doppio mento, occhi azzurri, rossetto accentuato, capelli lunghi lisci mogano, corpo snello con autoreggenti nere che lasciano al vento un segmento di coscia raffreddata dalla brezza mattutina, bel culetto compatto, bocce in linea ma non viste, quindi potrebbero essere una seconda con tara del trucco del reggiseno.
Al colloquio preliminare mi pare un po’ confusa, forse è solo disorientata (ma attenzione, non spaurita, perché anzi è piuttosto decisa e non si perde in smancerie), tanto che, intercalando “amore”, afferma risolutamente che lei lavora “solo senza” evidentemente per dirmi “solo con”. Poi però in macchina si scioglie e capisco le ragioni dell’apparente spaesamento: rumena, dice di avere 19 anni, credibili per cui mi sono fidato, qui a Carpiano da soli due giorni, in Italia da tre mesi con una pregressa esperienza nel Comasco (che mi pare non aver lasciato memoria forumistica).
Tariffario, come tiene a sottolineare, limitato: tutto coperto, 20 il pompino, 30 il boccafiga, niente anale, albergo possibile ma senza espansione dell’offerta.
Ci incamminiamo verso l’imbosco, non c’è nemmeno bisogno che mi guidi, commenta “sai già”, eh sì, lo frequento da più tempo di te, quindi avrete già capito tutti: angolo con la campagna alle spalle, di fronte una squallida infrastruttura stradale, lontano dal traffico della provinciale, ma assai battuto da colleghe e colleghi.
Accetta di usare il mio preservativo. Non si spoglia e non coglie il suggerimento di un complimento sulle sue forme. Il pompino è assai di base, in sostanza un su e giù con qualche piccolo aiuto di mano, comunque la presa non è superficiale né insensibile ed io, forse perché ancora saturo dei palpiti erotici del risveglio o perché attratto dalle sue curve adolescenziali, mi coinvolgo molto facilmente. Per la scopata accetta di venirmi su lei sul sedile guidatore reclinato. La potta (depilata con qualche peluzzo che ricresce) serra bene il mio uccello e il suo movimento agile mi porta a conclusione.
Si mostra paziente. Mi distraggo quando vedo due macchine avvicinarsi da dietro a noi, convinto sia il caso, in un comune a rischio come Carpiano (!), di arrestarsi un momento e verificare chi sono e se si fermano; quando vediamo che non disturbano e se ne vanno, mi aiuta a riprendermi, anche se solo manualmente, e ricominciamo con naturalezza. Cavalcando lamenta con qualche smorfia che le si stanno anchilosando le cosce, la aiuto sorreggendole le natiche e le assicuro che siamo prossimi all’approdo, e lei trova la forza per non rovinare tutto sul più bello e condurmi piacevolmente in porto, con la promessa che la prossima volta sarà una pecorina.