La Binasca non è deserta neanche in questi giorni. Certo che l’assenza di tutte, proprio tutte, le amiche conferisce l’attonita sfumatura di un quadro metafisico al desolato puttantour sotto il sole inesorabile di mezzogiorno.
Giusto all’imbocco della rotonda di Francolino di Carpiano, a destra provenendo da Melegnano, 4 5 . 3 4 8 1 6 5, 9 . 2 8 3 3 0 3, ritrovo però Stella. L’avevo vista sul lato opposto, area sex shop, già ad aprile, e a fianco di Simona.
Stavolta mi fermo con lei. Dice di avere 30 anni. Il corpo, messo generosamente in visto dal mini-abito azzurro con spalline, si tiene bene: 165 cm circa di statura, non è filiforme ma proporzionata, con bel culotto da palpeggiare e cosce piene, mentre il seno resterà celato e la pancetta non può essere nascosta dal pur gradevole vestitino. Nelle precedenti occasioni mi sembrava di aver riscontrato qualche inestetismo della pelle, che adesso ho invece trovato piacevole anche al tatto. Forse l’intensa abbronzatura ha concorso ad un’impressione generale di tonicità. Il viso parrebbe rivelare più anni: presenta un profilo senz’altro carino, tendenzialmente quadrangolare, con bei lineamenti, occhi scuri, capelli castani lisci alle spalle, però si vedono i segni dell’età.
Fa il pompino coperto per 20, quello scoperto ma senza venuta in bocca per 50, il boccafiga coperto per 30, il culo per 50, 40 minuti d’albergo per 100.
La ingaggio per il pompino coperto, con la speranza di provare qualcosa di diverso da quello che offrono certe giovanissime molto carine che però alla prova dei fatti sono disarmanti, confidando, come qualche giorno, fa nel binomio maturità-esperienza tecnica. E come qualche giorno fa ho dovuto invece riscontrare luci e ombre: il suo trattamento ha infatti il pregio della pazienza e del vigore, non della tecnica.
Contro: non si spoglia, senza preliminari mi seppellisce immediatamente l’uccello nel temibile Pirelli rosso, cominciando un saliscendi ripetitivo e in parte, ma con la mia accondiscendenza, aiutato di mano.
Pro: si mette in ginocchio sul sedile passeggero, la posizione più idonea ai contatti, non si limita alla cappella e soprattutto ci mette molta energia, sempre continuando a fare il suo su e giù, ma alla fine con una foga che trasmette intensità. Inoltre è al contempo paziente e tenace, si impegna fino al mio soddisfacimento, e quando riconoscerò di averla fatta sudare minimizzerà: è il caldo, non sei tu.
I residui dell’incontro li prende in carico lei.
Il tutto si è svolto sempre nell’area industriale di Francolino, ma non nell’imbosco classico della zona che, mi dice, è stato chiuso. Siccome troviamo occupato il vicolo che cerca, ci sistemiamo in uno spazio aperto, ma fortunatamente, visto il periodo, deserto.
È simpatica e disinvolta, ma non effusiva (se si cercano le carezze, il bacetto finale di iniziativa della ragazza ecc.). Si presenta come albanese e racconta qualcosa delle sue origini. Armeggia con l’aria condizionata fino a quando non trova un’impostazione gradevole per lei. Scherziamo su un ragnetto che pende in macchina e di cui non le rivelo la presenza fino al ritorno, prevedendo l’impulso di fuga che in effetti le suscita.
