giubbinobeige:
Immagino che le tzigane a cui si riferisce Carnevale siano quelle della zona di Viale Ortles.
Confermi o confermate ?
Sì, in primo luogo mi riferivo proprio alle ragazze di viale Ortles, dove almeno Anna (assente però in questo periodo) e forse solo in parte Bianca sono tzigane. Lo rivelano i tratti della fisionomia: due lolite, piccolette, con tagli orientaleggianti, fra l’altro occhi verdi su carnagione scura, uno stacco molto bello. Ma, insistendo un po’, lo ammettono anche loro. La prima, in particolare, l’ho “certificata”: viene da un ambiente culturalmente abbastanza integro (in famiglia non parlano rumeno, ma romanì, cioè l’idioma che una volta veniva chiamato “zingaresco&rdquo
e ogni tanto mi racconta ancora di qualche singolare superstizione. Altre colleghe della zona, invece, nelle recensioni magari vengono dette “tipo rom”, ma per quello che ho potuto constatare in modo inappropriato.
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Poi pensavo a via Ripamonti: Rosa, altra autentica tzigana, non si vede più, però lei non aveva certo il profilo fine delle zingarelle più belle, come l’ipnotica protagonista dei nostri sogni di metropolitana, anzi aveva tratti alquanto grossolani. Invece c’è Alessandra, più snella e carina, e tecnicamente molto più abile, che dovrebbe essere perlomeno metà zingara e metà rumena.
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Infine mi viene in mente Doina, che purtroppo è nomade anche per quanto riguarda le postazioni di esercizio del meretricio, nel senso che sparisce, torna, le cambia, e da quando ha lasciato piazzale Bologna e poi pure cascina Gobba io non l’ho più incontrata, troppo fuori mano per me. Dice di essere metà rumena e metà “zinghera” (sic). Intelligente e comunicativa, mi raccontava molte cose circa il suo contesto e relative tradizioni. Ovviamente sulla loro veridicità “storico-filologica” non giurerei, ma credo che siamo tutti consapevoli che non possiamo cercare ingenuamente in questo tipo di rapporti l’autenticità biografica in sé. Comunque erano belle da sentire, perché sembravano uscite direttamente dai film di Emir Kusturica, come pure una sua foto, che mi fece vedere una volta sul cellulare, con un bellissimo completo festivo rosa/fantasia smanicato, scollato e lungo fino alle caviglie, capelli raccolti, gioielli, in un’occasione in cui era stata madrina di battesimo.
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Certo, foto evocativa a parte, manca un po’ il fascino dell’abito tradizionale, anche perché non è che ovunque fra le tzigane rumene sia ancora in uso, però ci sto lavorando per recuperare anche questo elemento d’ambiente, se mi va in porto una cosa poi riferisco nel forum per altri eventuali feticisti interessati. Se non altro, comunque, con ragazze di questo tipo, per il loro aspetto fisico e il loro approccio, si può coltivare qualche fantasticheria esotica, ma restando con i piedi per terra sul fronte rischi.
Innanzitutto, come dicevo, nessuna di queste va in strada per derubare i clienti. Anna e Doina me le sono anche portate a casa e si sono comportate in modo correttissimo.
Come si può leggere nelle relative pagine, offrono, quale più quale meno, gli standard igienico-prestazionali (in generale, però, attenzione che a questi livelli culturali lo scoperto integrale da alcune viene considerato con molta disinvoltura, quindi ci possono essere ragazze che, come Doina, a me non hanno mai offerto nemmeno il pompino senza preservativo e altre che al contrario fanno anche la penetrazione cruda senza pensarci; dunque in merito ognuno deve sapere bene cosa desidera e se/quanto vuole cautelarsi).
Infine, ricorrere a ragazze ormai note, attive in stazioni della prostituzione dove non mancano i pattugliamenti periodici delle forze dell’ordine, dà un’ultima garanzia su un serio problema che la discussione ha segnalato: oggi Milano è una città molto controllata, quindi si può stare certi che una giovane che batte da un anno o due in viale Ortles o via Ripamonti ha già fatto numerosi passaggi di questura e carabinieri per la verifica della maggiore età, sui documenti e, nei casi dubbi, magari persino mediante la misurazione degli indicatori antropometrici (come mi fu raccontato proprio da un’amica e collega di Doina anche lei di provenienza tzigana).