Stasera ero in cerca di un missile, esperienza utile per farmi apprezzare tutte le precedenti esperienze. Cercavo un termine di paragone negativo che mi permettesse di completare la mia scala di valutazione che, come tutte le scale, dovrebbe andare dal pessimo all'eccellente. In passato sono sempre stato più o meno fortunato nelle mie scelte. Cercavo, quindi, qualcosa che fosse palesemente e dichiaratamente pessimo. Ed eccoci qua: Anna che staziona alla fermata dell'autobus sulla Cristoforo Colombo, direzione laghetto, tra via Flavio Domiziano e via Alessandro Varaldo. Una biondina senza infamia e senza lode, con due belle chiappe, da evitare come la peste!
L'esperienza è stata così sbrigativa e insignificante che non merita neanche di essere raccontata. Mi limiterò a raccontare solo una piccola nota di colore. Appena terminato, chiama subito l'amica con cui si mette a parlare rumeno. Incredibilmente capisco tutto quello che le dice, scoprendo quindi che l'italiano e il rumeno non sono lingue poi cosi distanti. Racconta di quanto fossi stato pretenzioso rispetto all'obolo versato, di cosa avessi chiesto e delle mie dimensioni. Della serie "oh, non puoi capire cosa è successo... Non ci crederai mai... Ho appena finito di spennare un pollo che per VU-10 mi voleva rivoltare come un pedalino chiedendomi le tre classiche posizioni e tenendomi nuda tutto il tempo". Era così presa dalla conversazione telefonica che esce dalla macchina senza neanche salutarmi e dimenticandosi i fazzolettini umidificati nel porta oggetti dello sportello laterale. Chissà come farà per i successivi clienti. Tornando a casa ho pensato al fatto che ci sono persone che si accontentano di veramene poco quando vanno con una pay, perché se questa Anna si comporta così è solo perché noi (voi) glielo permettiamo. Non ho avuto problemi a confessarle che, per giustizia e par conditio, non ci sarei mai più tornato.