Leggere la discussione mi ha confermato che la mia macchina è l’apoteosi di tutte le controindicazioni possibili e immaginabili, sebbene io non abbia perso il vizio per questo.
1 Ha un colore troppo vistoso, a vantaggio di tutti: poliziotti, ladri e parenti di passaggio. Praticamente è un manifesto della mia identità di puttaniere. C’è di buono che le ragazze la riconoscono subito. Un’amica mi ha raccontato che una volta le si è fermato davanti un modello identico e lei ha aperto la portiera senza neanche guardare dentro. Era un altro! Lei si scusò, lui restò bloccato a vedere una ragazza così impertinente (senza volerlo), poi, preso “per forza”, le disse: va beh, a questo punto andiamo.
2 Ha un abitacolo poco spazioso. Certo le più brave sanno infilarsi tra me e il volante in modo meraviglioso. Noto tuttavia che se la ragazza supera l’uno e sessantacinque e non è molto destra, considerando la mia statura, certe posizioni diventano quasi impossibili. Ho fatto la pecorina sul sedile posteriore traballando su un piede solo, mi sono beccato una graffiata dalla ragazza taccata che smontava dalla smorzacandela, un’altra, di solito sempre aggraziata, durante le operazioni, fece una strage di custodie di CD con i suoi stivali d’ordinanza. C’è di buono che è un incoraggiamento, appena la stagione lo permette, a farlo fuori. Molte belle, per me, le posizioni che combinano la valorizzazione del profilo dell’auto stessa. Il pompino con la ragazza accovacciata a lato, schiena sulla carrozzeria, accanto allo pneumatico anteriore. Io in piedi fuori e lei in ginocchio di traverso sul sedile che spunta dall’abitacolo solo con il culo nudo. Impecoramento della ragazza appoggiata di tergo sul cofano, che fonde in un insieme armonioso di linee le gambe aperte a compasso, il culo, i fianchi, lo scudo della casa costruttrice e la curvatura della carrozzeria.
3 Beve troppo, assecondando pure la mia tendenza a correre. Con il risultato che non c’è arteria del meretricio milanese (Paullese, Binasca, SS 36 nel suo tratto in Cinisello&hellip
in cui non abbia rimediato multe per eccesso di velocità. Praticamente benzina e sanzioni le devo mettere in conto in extra-deficit, oltre il nostro già dispendioso passatempo!
4 Ha un assetto ribassato per cui quando le diurne mi portano negli imboschi da camporella sulle sterrate devo sempre stare attento a non raschiare il pianale e qualche “organo vitale”. Ho imparato che però la grattatina sotto non è nemmeno la cosa peggiore che può capitare. Una ragazza che si spaventava a vedermi guidare tenendo il ciglio del sentiero, con lo scopo di non scorticare la superficie inferiore sulla striscia erbosa centrale del sentiero stesso, mi ha spiegato che, con un cliente che evidentemente aveva avuto la stessa pensata, è finita nel fosso. C’è voluto il carroattrezzi!
5 Ha un profilo da coupé, che maschera la realtà molto più modesta, per cui quando era nuova le caricate mi facevano un sacco di complimenti e, temo, sopravvalutavano il mio normalissimo status economico, almeno in un’occasione diventando sfacciate con le richieste. Forse infatti devo proprio a questo inganno prospettico se una ragazza che mi interessava mi sparò una tariffa superiore allo standard del suo menu reso noto dal forum, motivo per cui alla fine non siglammo l’accordo.
6 Ha il cofano motore digradante con un’inclinazione tale da rendere scomodissimo adagiarci sopra la ragazza e scoparla rivolta verso di me a gambe aperte. Posizione stupenda, ma abbiamo fatto delle prove e non sono andate bene, a parte una sera recente che è stata proprio un disastro perché i “residenti” che ci circondano ovunque ci hanno sorpreso ben due volte. La compagna d’avventura, infatti, regolarmente scivola giù e si ritrova piedi a terra, risale e riscivola, per cui devo concentrare io i miei sforzi per tenerla su, distraendomi da mete in quel momento più urgenti per la mia energia. Ma adesso, per principio, a costo di ritentare solo questa posizione tutta l’estate, farò prevalere le mie fantasie sull’aerodinamica del veicolo!
7 Di positivo ha che i tessuti dell’interno non sono pregiati, si sporcano e si lavano senza problemi. Eh sì, perché tocca fronteggiare i più vari tipi di goffaggine e distrazione: quelle che lasciano la busta del preservativo unta sul cruscotto, che dimenticano il pacchettino dei residui sul tappetino o in qualche altro recesso, salgono con gli stivali infangati, gestiscono la mia venuta in modo tale che è un miracolo se non ho ancora ridipinto l’abitacolo con il mio spray; per non parlare dell’ospite che si superò rilasciando, durante la scopata, un copioso flusso mestruale.
Confesso, le ho collezionate apposta situazioni fra il comico e il grottesco, che però per me fanno parte del divertimento, per sorridere un po’ delle nostre avventure e disavventure. In realtà non sono mancati momenti di autentica intimità venale, nella nebbia, sotto la pioggia, ai raggi di bellissimi soli estivi. E in ogni caso mi anima un certo feticismo erotico-automobilistico, tipo, se avete presente, Marcello (Mastroianni) ne “La grande abbuffata”, che scopa con una prostituta in una posizione tale che a momenti sembra voler fare sesso con la cabriolet d’epoca.
Per questo probabilmente, alla fin fine, non c’è scopo per cui abbia usato la macchina di più che per cercare amori venali, ci ho giocato parecchio e, anzi, da anni non avvicino più mercenarie se non con il vecchio, caro metodo di accostare, abbassare il finestrino, salutare… (niente annunci, cellulare o posta elettronica).
Avevo pensato pertanto che il modo più coerente per festeggiare i centomila chilometri sarebbe stato un pompino in viaggio. Era il mio sogno: venire, attaccato al volante, mentre scattava la cifra tonda. Avevo trovato anche la ragazza disponibile, ma, ahimè, era una pompinara troppo brava, o io ero troppo eccitato dalla situazione, e mi ha fatto esplodere prima.