Marilena indossava un cappottino blu notte che le sfilava ulteriormente la figura, i suoi capelli castani incorniciavano un viso dai lineamenti delicati, ad impreziosire il tutto un delizioso neo sotto il labbro inferiore.
Con l’aria svagata aspettava il prossimo vecchio puttaniere da svuotare, almeno nel portafogli. Come perdere questa meravigliosa occasione?
In un primo momento feci fatica a capire che stava lì per lavorare, tanto erano curati aspetto e abbigliamento.
“Quanto di bocca?”
“20”
“Anche senza?”
“Sì, va bene”
Pensai tra me e me che anche quella fredda sera, per l’ennesima volta, avessi spuntato un saporito chinotto. Peste mi colga! Maledetto il cazzo mio e i suoi capricci, non fu così.
La luccicanza cercava di avvertirmi attraverso piccoli segnali, ma io li ignorai uno ad uno fino a fare precipitare gli eventi.
Le prime cose che non quadravano furono il dislivello tra quello che prometteva e la richiesta economica; poi, Marilena è una bella ragazza, non vistosa ma fine, pulita e curata, feci finta di credere che la crisi avesse inciso sul quadro generale.
Piccoli movimenti in avanti della sue labbra, la osservai mentre diceva sì ad ogni mia richiesta, assecondando a parole i miei desideri, lo sguardo perso oltre il parabrezza in una incessante messa a fuoco.
Nel tragitto continuava a digitare nervosamente qualcosa sullo smartphone, non smetteva neanche quando parlavamo, arrivati al posto lo ripose ma feci in tempo a leggere le prime righe, mi si raggelò il sangue nelle vene:
DI MATTINO HO L’ALITO SPERMATO IN BOCCA
DI MATTINO HO L’ALITO SPERMATO IN BOCCA
DI MATTINO HO L’ALITO SPERMATO IN BOCCA
…
Attaccò il membro con movimenti meccanici, riuscivo a sentire distintamente gli incisivi, dopo un paio di minuti la sua bocca diventò una morsa, cercai di trovare conforto palpando le belle chiappe e le tornite cosce, ma sembrava di avere una tenaglia stretta sul glande.
“Senti, adesso mi sono stancata, facciamo a modo mio”, la guardai incredulo, erano forse passati solo due minuti, cominciò a far scendere e salire la pelle del cazzo, una pratica tristemente conosciuta come: sega da ripiego.
La convinsi attraverso un pianto greco a ricominciare, ma le mascelle erano sempre più serrate fino a crearmi un vivo dolore. Improvvisamente partì la suoneria del mio cellulare, la ignorai, non fece lo stesso lei.
Staccandosi: “Adesso basta, mi stai prendendo in giro, il telefono non deve squillare, è fastidioso”.
Strabuzzai gli occhi come per riprendermi la realtà:” Scusa, a parte che dovrei essere io infastidito e non tu, ma non capisco questo atteggiamento nei miei confronti, non vuoi lavorare?”
Senza guardarmi direttamente attaccò uno dei migliori pipponi che abbia mai sentito:“Io? Io voglio lavorare ma finiamo così, di sega, del resto hai pagato 20 euro, cosa pretendi per così poco? E poi non mi piace, anche il tuo specchietto non mi piace”, disse guardando alla mia sinistra, continuò: “Cosa sei romano? Guarda che io non sono stupida, mi hai preso per stupida? Io ho avuto un marito militare”.
Sempre più interdetto cercavo di godermi lo spettacolo messo in scena: “ Per il marito militare direi: “E sti cazzi?” Sono di Milano e non di Roma, e che cazzo c’entra il mio specchietto retrovisore con sto cazzo di sosia malriuscito di pompino? Dai, fai la brava, finisci il lavoro, non mi deconcentrare con le tue fisime da psicotica”.
Marilena si ricompone, serra le gambe portandosi la borsetta sul grembo, le sue pupille cominciano a muoversi in modo rapido, senza senso, senza motivo: “Accompagnami, abbiamo finito”.
Il primo istinto fu quello di accompagnarla gentilmente fuori dall’abitacolo e dalla mia vita, ovvero: scaraventandola via come fanno le scimmie allo zoo con la propria merda, gettandola giustamente, verso gli umani visitatori. Quella sera prevalse la ragione.
“No guarda, scendi qua, te ne vai a piedi”
Provocai in lei una reazione disordinata e violenta: “ Aaahh no, tu mi accompagni. Chi ci perde? Io o tu? Vuoi vedere che succede se non mi accompagni?”
Non le feci terminare il concetto:” Ascolta, pazza de i miei coglioni, mi hai rubato i soldi lasciandomi così come un pirla, e va bene, ma se davvero vuoi scoprire la mia parte di follia, pronuncia un’altra parola”.
Marilena esce bofonchiando qualcosa e lasciandomi la portiera aperta: “Non camminare in mezzo alla strada, stai attenta c’è la nebbia, potrebbero investirti”, faccio io nonostante tutto.
“Cosa? Cosa hai detto? Mi vuoi investire?”
“Seeee, ciao coreee”, così dicendo scendo dall’auto per mingere, lei si volta spaventata e affretta il passo girandosi verso di me più volte: “ Devo pisciareeeee! Dove cazzo corri?” Marilena e la sua furbizia si dissolvono nella nebbia fredda di questa Milano natalizia.
Torno a casa pieno come un otre ma mi consolo, se sega deve essere, allora che sia una sontuosa e sibaritica sega!
Faccio partire un episodio dei Barbapapà, il quarto è il mio preferito, Barbamamma è sexy in nero, fantastico di eiaculare sulla ghirlanda di fiori che le cinge la testa, in pochi secondi esplode il caldo e bagnato piacere.
Barbamamma, non ci sarà mai più una donna come te, grazie!
NOME:Marilena
PAESE: Romania
ANNI:30
DESCRIZIONE FISICA: CAPELLI CATANI non lunghi, CARNAGIONE CHIARA, longilinea, bel culo e belle gambe, viso carino e non volgare, sembra una commessa. Veste in modo curato, alta circa 1,70 m., nel complesso un’ottima impressione, anche troppa.
ORARIO: Io l’ho beccata alle 20 e trenta, dice che fa un cliente o due al massimo per sera, e ci credo …
POSIZIONE: MILANO: Piazza Maria Nascente, 29, accanto a fermata autobus e metro QT8.
SERVIZI OFFERTI:BBJ CON CIM VU-30, RAI 1 VU-20, non chiesto per eventuale anale.
BELLEZZA:7, ma si raggiunge 8 nell’insieme, tra portamento, apparente stile, la ragazza si sa vendere nella sua finta e sofisticata eleganza.
SIMPATIA: come un bollettino della finanziaria in scadenza domani.
DISPONIBILITA':A parole 10, nei fatti 1 e ½.
SOCIAL: Affabulatrice.
ATTITUDINE: Fino al parcheggio gentile e delicata, fuori cazzo e soldi, schizofrenica e bipolare.
Chiedo venia se già recensita.
Tutto ciò che scrivo è solo frutto della mia fervida fantasia.